di Enrico Miele
La giornata dei mercati
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Ultima settimana da incorniciare per Tim e Mediobanca, che sono le due migliori del Ftse Mib grazie rispettivamente all’accordo sulla fibra unica e il via libera Bce a Leonardo Del Vecchio per salire fino al 20% di Piazzetta Cuccia. A spingere le quotazioni della tlc, infatti, che in cinque sedute ha ottenuto un guadagno del 10,2%, è stato il sospirato accordo sulla newco con Cdp (e per ora Fastweb e Tiscali) per dotare l’Italia di una rete unica in fibra ottica. Segue sul secondo gradino Mediobanca (+6,4%) scossa in positivo dall’ok di Francoforte alla holding Delfin per rilevare altre quote.
Chiude il podio Prysmian (+6,4%) che in tempo di Covid è riuscita a strappare diversi contratti in questi mesi, per esempio come SuedLink, SuedOstLink e A-Nord in Germania, azzerando le perdite rispetto alla fase pre-pandemia. Settimana nera, invece, per DiaSorin (-10,6%) alle prese con l’agguerrita concorrenza della società anglo-francese Novacyt e dell'americana Abbott sul fronte dei test rapidi anti-Covid.
Allargando lo sguardo a Piazza Affari, l’indice principale Ftse Mib ha guadagnato in 5 sedute lo 0,74%, indietro rispetto all’Euro Stoxx 600 (+1%). Meglio hanno fatto Parigi e Madrid (+2,2%), leggermente più indietro Francoforte (+2,1%). L’unica in negativo è Londra (-0,6%) alle prese con il negoziato sulla Brexit che appare in salita. Quanto ad agosto - in attesa dell’ultima seduta di lunedì 31 - il mese per adesso premia Milano (+3,9%) che viaggia sopra l’indice continentale Euro Stoxx (+3,5%), anche se il saldo da inizio anno resta fortemente negativo, con un calo nel 2020 per il Ftse Mib del 15,6%.
Venerdì 28 agosto - il giorno dopo la “svolta” di Powell sull’inflazione - le Borse europee hanno invece dovuto fare i conti con deboli dati macro che certificano una ripresa economica ancora lontana nel Vecchio Continente. La garanzia della Fed su una politica “accomodante” a lungo termine ha sostenuto le banche, ma questo non è bastato per trascinare al rialzo anche i listini. E così mentre a Wall Street il Dj azzera le perdite 2020 e l’SP& 500 si avvia a chiudere il miglior mese da 34 anni, i mercati europei hanno chiuso in ordine sparso colpiti delle vendite sui settori farmaceutico, alimentare e tlc, mentre proseguono i timoni per i contagi da Covid che restano a livelli di guardia. Non fa eccezione Piazza Affari che chiude l’ultima seduta della settimana sulla parità salvata solo dai rialzi delle banche, con uno spread stabile in area 150 punti.
In testa a fine seduta c’è UniCredit (+3,5%) seguita a ruota da Bper (+2,1%), Intesa Sanpaolo (+1,2%) e Banco Bpm (+0,5%) ma spicca anche Prysmian (+2,1%). Ma gli acquisti sugli istituti di credito nel Ftse Mib sono agevolati anche dall’ok della Bce alla scissione di 8,1 miliardi di Npl per Mps (+2,7%), che per molti osservatori darà il via a una nuova tappa del risiko bancario (visto che Rocca Salimbeni sarà molto più appetibile per M&A). L’altro fronte caldo è il progetto di rete unica in fibra ottica, con Tim che frena (-0,2%) dopo la corsa delle ultime sedute e il nuovo sprint di Tiscali (+11,9%) che ha spedito una lettera al governo Conte assieme a Fastweb per difendere dai dubbi degli altri operatori la scelta di aderire a FiberCop. Sul fronte opposto ancora giù DiaSorin (-4,8%) messa sotto pressione dalla concorrenza sul fronte di test e tamponi per il Covid-19.
Seduta negativa per la carta sovrana dell'eurozona spinta al ribasso dalla storica decisione della Fed che dopo otto anni ha cambiato la sua impostazione di politica monetaria allentando i vincoli sul target del 2% di inflazione. L'annuncio della Fed alla vigilia ha depresso i corsi dell'obbligazionario fin dall'avvio. I BTp si sono mossi al ribasso in sintonia con i sovrani dei paesi core, Bund in primis, e lo spread non si è mosso, se non marginalmente, rispetto al livello della vigilia. Nel finale Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il Bund di pari durata è indicato a 151 punti base (150 in apertura) dai 147 punti base del finale di giovedì. Risale anche il rendimento del decennale italiano all'1,10% dall'1,08% del riferimento di giovedì.
Il petrolio è poco mosso a fine seduta dopo i cali della vigilia: il Wti scadenza ottobre sale dello 0,07% a 43,07 dollari al barile, mentre il Brent di pari scadenza sale dello 0,05% a 45,11 dollari. Sul mercato valutario, l'euro si rafforza, torna sopra 1,19 dollari e passa di mano a 1,1903 dollari (1,1862 in avvio e 1,1806 alla vigilia) e 125,444 yen (126,015 in avvio e 125,34 alla chiusura precedente), quando il biglietto verde vale 105,373 yen, con la valuta giapponese che si risolleva dai minimi in due settimane. Oro in rialzo dello 0,8% a 1.949 dollari l'oncia.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
Enrico Miele
Redattore Radiocor
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