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Nudità, fake news e immagini violente: ecco cosa non pubblicare su Instagram

di Alessandro Longo

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(AdobeStock)

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Le linee guida di Instagram sono strettamente collegate a quelle di Facebook. Ecco cosa emerge dall’analisi delle regole del social guidato da Mark Zuckerberg

27 febbraio 2021
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3' di lettura

Per fare arrabbiare Instagram bisogna fare arrabbiare Facebook. Le linee guida di Instagram sono strettamente collegate infatti a quelle della casa madre; molte le affinità nei principi e nelle attuazioni, anche se ci sono alcune differenze che discendono dalla diversa natura del social, specializzata in immagini (foto o video). Questa particolarità è il primo aspetto che emerge a un'analisi approfondita delle linee guida di Instagram a un confronto con quelle di Facebook, Twitter, TikTok, Youtube. Stesso spirito di Facebook, insomma, ma con un approccio da una parte più semplificato e dall'altro più orientato al mondo dell'immagine.

Nudità e immagini violente

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E che cosa ci può essere di più offensivo, nella testa di Facebook, con le immagini? Appunto. Niente nudo, nemmeno artistico. Eccezioni: “sono permesse foto nel contesto di allattamento al seno, parto e momenti successivi al parto, situazioni correlate alla salute (ad esempio in seguito a una mastectomia, sensibilizzazione sul cancro al seno o chirurgia di conferma del genere) o atti di protesta. Sono inoltre consentite le fotografie di quadri e sculture raffiguranti dei nudi”. Il motivo è che Instagram – scrive – vuole guardare a un “pubblico eterogeneo”, senza escludere quindi quei (pochi) che si offenderebbero per un capezzolo.Stessa finalità dietro il divieto di immagini forti (“Dato che persone di tutte le età e fasce sociali utilizzano Instagram, potremmo essere costretti a rimuovere video con contenuti visivi altamente violenti per assicurarci che Instagram rimanga un canale adatto a tutti”).Con un'eccezione: se la pubblicazione è per informare o sensibilizzare. «Se condividi contenuti per questi motivi, ti invitiamo ad aggiungere una didascalia per avvisare che il video include immagini forti». Proprio come su Facebook. Stesso divieto per foto di bambini nudi o semi-nudi, ma “per motivi di sicurezza” (ovvi). «Potremmo rimuoverle», scrive Instagram (non sembra quindi una regola ferrea).

No spam e compravendita like, follower

Instagram si focalizza in particolare anche sul tema compra vendita like e autopromozione commerciale (fenomeno forte su questo social).«Non raccogliere “Mi piace”, follower o condivisioni in maniera artificiale; non seguire, condividere o postare commenti o contenuti ripetitivi e non contattare ripetutamente le persone a fini commerciali senza il loro consenso. Non offrire denaro od omaggi di denaro in cambio di “Mi piace”, follower, commenti o altre interazioni. Non pubblicare contenuti con l'intenzione di indurre, promuovere, incoraggiare, favorire o giustificare l'offerta, la richiesta o il commercio di recensioni e valutazioni degli utenti false o fuorvianti».A differenza di Facebook, si può usare un nome utente diverso dal vero nome, ma il social chiede informazioni accurate e aggiornate nel profilo.

Violenza e insulti

Instagram vieta e rimuove anche i contenuti di bullismo (“umiliare o mettere in imbarazzo singoli individui” e invio ripetuto di messaggi indesiderati). Ma anche ovviamente le minacce (purché “verosimili” e hate speech (odio contro categorie protette). Queste voci rimandano direttamente alle linee guida di Facebook. Rispetto di copyright e altre leggi“Condividi esclusivamente foto o video di tua proprietà o di cui possiedi i diritti per la condivisione” è la prima norma delle regole di Instagram, ancora nel rispetto delle sue peculiarità.C'è un capitolo “rispetta le leggi”, dove sono vietate tutte le cose digitali da codice penale (terrorismo, truffe), ma anche la compravendita di animali vivi tra privati e l'offerta di prestazioni sessuali; che pure in Italia è permessa (e l'intermediario digitale, un sito o un social, se inconsapevole non è punibile).Una cosa è la legge di Stato, un'altra la legge dello Stato Facebook/Instagram, verrebbe da dire.

Disinformazione

A differenza di altri social, non c ‘è un capitolo specifico sulla lotta alla disinformazione. Ma da un anno il social pubblica pannelli informativi che rimandano a notizie ufficiali su covid-19 e da febbraio rimuove post falsi su questo tema.Lo si spiega in testa alle linee guida, con un aggiornamento: «Stiamo lavorando per rimuovere i contenuti che potrebbero causare pericoli nel mondo reale, anche tramite le nostre normative che vietano l'organizzazione di attività violente, la vendita di mascherine mediche e prodotti correlati, l'incitamento all'odio, il bullismo, le molestie e la disinformazione che contribuisce al rischio di violenza o danni fisici imminenti».

Che succede se violiamo le linee guida

Come con Facebook, Instagram non fissa in modo netto che succede a chi viola le misure. «Oltrepassare i confini prestabiliti potrebbe comportare la cancellazione di contenuti, la disabilitazione dell'account o altre restrizioni». Twitter e Youtube sono più precisi: hanno sistemi di avvisi successivi che portano a conseguenze più gravi; prevedono una gradualità e una certezza delle misure adottate. PrivacyInfine, val la pena ricordare che Instagram è il principale servizio che in Europa condivide informazioni con la casa madre, sull'utente, per migliorare l'esperienza utente e la pubblicità (come si legge sulla sua “normativa dati”). Pratica che nell'Ue Facebook per ora ha bloccato, per considerazioni di normativa privacy.


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