di Silvia Pieraccini
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L'industria italiana della pelletteria prova a guardare avanti, nonostante le difficoltà in cui è immersa nella fase post-Covid, segnata dai cali produttivi (-46% nei primi cinque mesi dell'anno) e di export (-28% nel primo quadrimestre) e dal forte ricorso alla cassa integrazione (33 milioni di ore autorizzate nei mesi gennaio-maggio, decuplicate sullo stesso periodo 2019).
Il messaggio che l'associazione Assopellettieri (parte di Confindustria Moda) ha voluto mandare da Firenze, territorio leader nella produzione di borse d'alta gamma, organizzando nel Salone de' Cinquecento di Palazzo Vecchio gli «Stati generali della pelletteria italiana», suona così: il momento è grave, ma ci sono diversi strumenti messi a disposizione del Governo per aiutare le aziende e, se sapremo utilizzarli e se staremo uniti (magari facendo anche aggregazioni tra imprese), torneremo presto forti come prima. Il “pre-Covid” è una filiera della pelletteria che vale 9 miliardi di fatturato, per l'85% all'export, con 4mila aziende che impiegano 35mila persone.
L'appuntamento a cui guarda con fiducia il settore per la ripartenza è il salone Mipel programmato per il 20-23 settembre a Milano, soprattutto perché gli espositori potranno contare sulle nuove risorse del fondo 394/81 gestito da Simest che, per la prima volta, finanzierà anche la partecipazione alle fiere internazionali che si svolgono quest'anno in Italia (e non solo all'estero). «È un'occasione straordinaria, le aziende potranno avere il 50% a fondo perduto e il resto con un finanziamento agevolato allo 0,078% della durata di quattro anni di cui uno di preammortamento», ha sottolineato il presidente di Assopellettieri, Franco Gabbrielli, elencando le misure per affrontare la crisi post-Covid insieme con (in collegamento) l'amministratore delegato di Simest, Mauro Alfonso, il presidente di Ice, Carlo Ferro, e il sottosegretario agli Affari esteri, Manlio Di Stefano.
Proprio dall'edizione di settembre partirà la “nuova” vita del Mipel, la più importante rassegna al mondo della pelletteria, che, come ha spiegato il vicepresidente di Assopellettieri Andrea Calistri, integrerà la fiera fisica con quella digitale, grazie a una piattaforma progettata con l'azienda informatica Var Group che darà spazio anche alle aziende terziste (quelle che producono solo per i marchi e che oggi non partecipano alla fiera perché non hanno collezioni proprie da presentare) e cercherà di attirare i 50mila buyer mondiali della pelletteria made in Italy. «Stavamo lavorando già da un anno alla piattaforma digitale - ha spiegato Calistri - e il Covid è stato un acceleratore. Se staremo tutti insieme ce la faremo a tornare forti come prima perché abbiamo la capacità di fare i prodotti più belli del mondo». Strategico, ha concluso il presidente Gabbrielli, sarà lavorare sul terreno della digitalizzazione e su quello della sostenibilità «sul quale spesso c'è reticenza da parte delle piccole imprese».
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