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Cento scatti per ritrarre la pandemia in Gran Bretagna

di Nicol Degli Innocenti

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La mostra digitale di foto è virtuale sul sito della National Portrait Gallery

5 maggio 2021
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2' di lettura

Hold Still, stai fermo, non ti muovere: è la richiesta del fotografo un attimo prima dello scatto, ma è anche stato l'ordine collettivo a tutti i cittadini durante l'ultimo anno dominato dalla pandemia. Tutti fermi, chiusi in casa, bloccati dentro quattro mura a creare nuove abitudini, adattandosi a un ritmo diverso. Intere citta' si sono fermate, come sospese nel tempo.

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Hold Still è il titolo di una mostra digitale di foto, un ritratto della pandemia in Gran Bretagna in cento scatti, in mostra virtuale sul sito della National Portrait Gallery di Londra (Npg). L'idea è stata di Kate, Duchessa di Cambridge, fotografa dilettante e patrona dell'Npg, che lo scorso anno ha invitato tutti a inviare una foto scattata durante il primo lockdown per avere una documentazione visuale di un periodo tragico e unico nella vita del Paese.

L'unica indicazione era che l'immagine dovesse rientrare in uno dei tre grandi temi: Eroi e aiutanti; La nuova normalità; e Atti di gentilezza.

31mila foto inviate

L'invito è stato accolto con entusiasmo da aspiranti fotografi di tutte le età, dai 4 ai 75 anni, e da ogni angolo della Gran Bretagna, che hanno inviato oltre 31mila foto che raccontavano la loro esperienza di lockdown. La giuria, presieduta dalla Duchessa e dal direttore dell'Npg Nicholas Cullinan, ha poi selezionato le cento foto migliori, che sono visibili sul sito e sono state anche in mostra su cartelloni pubblicitari in molte città britanniche.

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Cento storie individuali

Sono cento momenti personali, cento storie individuali che insieme raccontano la storia di tutta la nazione britannica in questo ultimo anno di pandemia. Una nonna con le labbra schiacciate contro il vetro per dare un bacio al nipotino dall'altra parte della finestra. L'abbraccio stretto di una bimba al padre, autista di ambulanza, che sta per uscire per il suo turno di lavoro. Padre e figlio in cucina che impastano il pane. Un taglio di capelli fatto in casa. Gli scaffali vuoti di un supermercato.Il riflesso dell'arcobaleno sul viso di una bimba chiusa in casa, dall'aria triste, ma la luce e i colori fanno sperare in un futuro più gioioso del presente. Un prete nella sua chiesa deserta, che guarda le foto dei parrocchiani che ha messo sulle panche vuote. Un funerale su zoom. Un centesimo compleanno in una casa di riposo, con solo uno schermo per compagnia. Bambini, ragazzi e adulti, famiglie intere che guardano fuori dalla finestra delle loro case, pensando a quando potranno di nuovo uscire e riprendere la vita normale.

Medici e infermiere sorridenti e fiduciosi a inizio turno, esausti e sconsolati alla fine di ore di lavoro, con gli occhi e il cuore appesantiti dal dolore che hanno visto e dalle morti che non hanno potuto prevenire. Tragedie immense e piccoli gesti di altruismo quotidiano, spicchi di luce in un periodo buio, il caleidoscopio della vita ai tempi del coronavirus. A inizio maggio verrà pubblicato il catalogo della mostra, un libro che racconta la storia di ognuna delle cento foto e il cui ricavato andrà in beneficenza.


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