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Milano dopo il Covid: commercio e servizi vanno peggio della media italiana

di Sara Monaci

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(Reuters)

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Dopo la crescita degli ultimi anni arriva il tonfo nel fatturato dei due settori (-6,7% e -8,8%). Il Pil lombardo del 2020 a quota -7,1%; quello milanese a -7,7%

6 luglio 2020
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2' di lettura

L’emergenza Covid colpisce l’economia lombarda con un calo stimato del Pil nel 2020 pari a -7,1% con una contrazione del 7,7% a Milano. Il Italia il calo è del 12,8% rispetto all’anno precedente.

Ma è soprattutto nel fatturato del commercio e dei servizi che Milano soffre di più. In questi due comparti il calo è superiore a quello medio nazionale: nel caso del commercio si registra il - 6,7 contro il -4%; nel caso dei servizi il -8,8 contro il -7,2%. La crescita degli ultimi anni del capoluogo lombardo ha enfatizzato maggiormente, in questi due ambiti, il tonfo.

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Stop agli ordini nel manifatturiero

Per quanto riguarda invece la produzione manifatturiera, la prima conseguenza negativa della pandemia è la cancellazione degli ordini dai clienti (39,1% a Lodi, 36,7% a Milano). Lo stop degli ordini è il primo problema anche per le imprese dei servizi di Milano e Monza.

Circa un terzo delle imprese artigiane di Milano e Monza denuncia problemi di liquidità. Le chiusure forzate hanno colpito soprattutto il commercio (40% a Milano) che denuncia anche le maggiori difficoltà organizzative (19,4% a Monza). Oltre il 70% delle imprese dell’industria e dell’artigianato ha fatto ricorso ad ammortizzatori sociali, attorno al 60% per commercio e servizi.

Poco meno del 10% ha ridotto l’organico; le imprese hanno preferito rinviare le assunzioni previste (21,6% delle imprese dei servizi di Milano) o in misura minore non rinnovare i contratti in essere.

Questi dati vengono evidenziati dal rapporto “Milano Produttiva 2020” della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. «L’emergenza Covid ha scatenato una crisi senza pari cancellando gli sforzi dell'ultimo decennio - sottolinea il presidente della Camera di Commercio milanese, Carlo Sangalli - Ad oggi l’economia del nostro territorio è sospesa pericolosamente tra i danni senza precedenti provocati dall’emergenza e il difficile ritorno alla crescita - aggiunge Sangalli, che chiede «il massimo sforzo per sostenere il sistema imprenditoriale della Grande Milano. Perché la ripresa economica non può che ripartire da qui per dare un impulso di energia a tutto il nostro Paese».

5mila imprese in meno

Sfidano lockdown e pandemia 12.370 imprese nate tra gennaio e giugno del 2020 tra Milano, Monza Brianza e Lodi. Ma si tratta comunque di 5mila “nuove nate” in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La variazione percentuale tra le nuove iscritte del primo semestre 2020 e le nuove iscritte del primo semestre 2019 si attesta a -28,6%.

Il saldo a giugno è negativo, con le cancellazioni che superano le iscrizioni: -80 imprese. Segnale di resilienza a Milano, dove permane, per lo meno fino a giugno, un debole saldo positivo con + 306 imprese.

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