di Biagio Simonetta
La nuova struttura a Monaco sarà il più grande sito di R&D europeo dedicato a semiconduttori e software wireless
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Gli occhi di Apple sull'Europa. Proprio mentre la Commissione Europea si pone l'obiettivo di produrre almeno il 20% dei chip di nuova generazione per l'intero mondo entro il 2030 (il valore, al 2020 è del 10%, ndr), la società di Cupertino annuncia un investimento nel cuore del vecchio continente.
A Monaco Di Baviera, Apple investirà – nei prossimi 3 anni - oltre 1 miliardo di euro per costruire il suo European Silicon Design Center. Una mossa che conferma la presenza del colosso californiano in Baviera (Monaco è già il più grande hub ingegneristico di Apple in Europa, con quasi 1.500 ingegneri provenienti da 40 paesi che lavorano in una varietà di settori tra cui i processori).
L'obiettivo, adesso, è quello di costruire una struttura che si concentri interamente su 5G e tecnologie wireless. «Non potrei essere più entusiasta per tutto ciò che i nostri team di ingegneri di Monaco scopriranno: dall'esplorazione delle nuove frontiere della tecnologia 5G, a una nuova generazione di tecnologie che portano potenza, velocità e connettività nel mondo» ha detto il Ceo di Apple, Tim Cook.
La nuova struttura sarà il più grande sito europeo di R&D per i semiconduttori e per le tecnologie wireless. Sarà grande 30 mila metri quadrati, lungo la Karlstrasse, nel centro di Monaco. Apple prevede di iniziare a trasferirsi nel nuovo edificio alla fine del 2022. Nel 2015, proprio a Monaco, Apple ha aperto il suo Design Center che è cresciuto fino a raggiungere più di 350 ingegneri.
I team si sono inizialmente concentrati sulla progettazione della gestione dell'alimentazione, e sono stati fondamentali per le innovazioni prodotte da Apple in quel settore. I team europei hanno creato nuovi chip, fornendo maggiori prestazioni e una migliore efficienza per iPhone, iPad, Apple Watch e Mac con il chip M1.
È utile ricordare che lo sguardo di Apple sull'Europa riguarda anche l'Italia. Nel nostro Paese, la società di Cupertino tiene viva, da ormai qualche anno, la Apple Developer Academy, che grazie a una partnership con l'Università Federico II di Napoli, forma studenti sui temi dello sviluppo software, design delle app, creazione di startup ed economia digitale.
Più a nord, in Irlanda, la società californiana ha invece un campus con oltre 6mila dipendenti. Quello di Cork riunisce team dedicati a AppleCare, Operations e Logistics. Ed è uno dei primissimi investimenti di Apple al di fuori dagli Stati Uniti d'America, dato che risale al 1980.
Di certo, l'investimento a Monaco di Baviera, che ha nei chip 5G uno degli obiettivi principali, si va ad inserire in un'ottica europea più ampia. Come detto, nelle scorse ore la Commissione Europea è posta l'obiettivo di produrre - entro il 2030 - almeno il 20% dei chip di nuova generazione dell'intero mercato globale. È un traguardo ambizioso, dato che attualmente i numeri sono esattamente la metà.
Il nuovo piano europeo, che si basa su un'agenda digitale emanata dall'UE lo scorso anno, mira a rendere le imprese e i servizi pubblici europei più digitali, a migliorare le competenze digitali degli europei e ad aggiornare l'infrastruttura digitale. I finanziamenti proverranno dal Recovery and Resilience Facility di 672,5 miliardi di euro, previsto nel pacchetto economico dell'UE concordato l'estate scorsa, di cui almeno il 20% è stato impegnato a promuovere la “transizione digitale” dell'Europa.
In tutto questo, c'è da sottolineare che la competizione è serrata. L'UE deve fare i conti con investimenti nel mercato dei chip ovunque. La Cina nel 2019 ha istituito un fondo da 29 miliardi di dollari sostenuto dal governo per potenziare la sua industria nazionale dei chip e questa settimana ha annunciato l'intenzione di accelerare lo sviluppo di tecnologie avanzate, inclusi i chip, nell'arco di cinque anni.
Negli Stati Uniti, il Congresso ha recentemente approvato una legislazione per concedere alle società di microprocessori sovvenzioni e incentivi finanziari. La guerra del silicio, insomma, è solo agli albori.
Biagio Simonetta
Redattore
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