di Andrea Gagliardi
(EPA)
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Il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti incontrerà giovedì prossimo al Mise alle 14.30 il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi per un primo confronto sulla possibilità di produrre in Italia il vaccino anti Covid. Raggiungere un’indipendenza vaccinale che permetta all'Italia di premere sull'acceleratore della profilassi anti-Covid è l'obiettivo indicato da più parti come cruciale in queste ore, con il nuovo governo Draghi ormai pienamente operativo. Il mondo dell’industria si sta muovendo. E secondo Scaccabarozzi il tema centrale non sono i brevetti. «Le grandi multinazionali farmaceutiche - dice Scaccabarozzi - hanno tutto l’interesse a stringere accordi di produzione per conto terzi». È il caso della Sanofi – il marchio francese che ha dovuto ritardare la messa a punto del proprio vaccino – che «produrrà in Francia - ricorda Scaccabarozzi - il prodotto della concorrente americana Janssen (Johnson&Johnson)», così come ha già annunciato di fare per quello di Pfizer-BioNTech.
I tempi di produzione sono comunque sono lunghi. «La produzione di un vaccino non è come realizzare altri farmaci: un vaccino è un prodotto vivo, non di sintesi, va trattato in maniera particolare. Il vaccino - spiega ancora Scaccabarozzi - deve avere una bioreazione dentro una macchina che si chiama bioreattore. Insomma, non è che si schiaccia un bottone ed esce la fiala, da quando si inizia la produzione passano 4-6 mesi». L’obiettivo è arrivare all’incontro di giovedì con una mappa delle aziende associate dotate delle macchine adatte «per partecipare eventualmente alla produzione».
Una spinta alla produzione di vaccini in proprio viene anche dal mondo della politica. «Se vogliamo eliminare il Covid, ci servono miliardi di dosi di vaccino. L'industria farmaceutica italiana può e deve diventare un motore produttivo del vaccino. Con attenti controlli ed eventuali sostegni, dobbiamo aprire un dialogo e spingere le case farmaceutiche che possiedono i brevetti a condividerli con gli impianti industriali per aumentare le dosi del vaccino a disposizione» scrive su Facebook Nicola Zingaretti. L'obiettivo è «decuplicare la produzione di vaccino/mese» per «liberare il pianeta terra dal Covid».
Ma è fattibile una produzione nazionale di vaccini contro il coronavirus Sars-CoV-2? «Sarebbe molto positivo se lo Stato supportasse un adeguamento industriale per riportare la produzione di vaccini in Italia quanto prima - dichiara all'Adnkronos Salute Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema - cosicché gli attuali produttori», le multinazionali del farmaco dalle quali al momento dipende la distribuzione di dosi ai vari Paesi, «siano invogliati ad avvalersi anche dell'Italia» e di stabilimenti tricolore in grado di contribuire alle forniture.
Andrea Gagliardi
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