Prove dialogo su Recovery, sanzioni per ritardi opere
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Sull’emergenza Covid «nessuno di noi era preparato. Riconosco al Governo che non poteva essere preparato, nessuno se lo aspettava»: lo ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi al convegno dei Giovani Imprenditori. Affrontare l’emergenza, ha aggiunto, è stato «un ruolo immane, ma dall’emergenza bisognava pensare al futuro» e «purtroppo siamo ancora in emergenza, non ne siamo usciti», dice il leader degli industriali. «Si sapeva di una possibile seconda ondata, ma cosa è stato fatto? Due terzi delle risorse messe in campo non sono state utilizzate. Qualcosa forse non ha funzionato». Ed «ora siamo a dire: la curva è ripartita e non siamo in grado di monitorarla».
Nell’affrontare temi come il blocco dei licenziamenti il Governo deve «uscire da logiche politiche» è l’invito di Bonomi all’esecutivo: «Abbiamo un Paese dove il Pil è in calo del 10%». «Sediamo a un tavolo, confrontiamoci - dice -, ma usciamo da queste logiche politiche». Anche il Sure «è andato tutto a finanziare cig e blocco e licenzamenti, va bene in emergenza, ma guardiamo al futuro. Era giusto fare provvedimenti in emergenza» ma «quei soldi erano per le politiche attive del lavoro». E non è solo Confindustria a esprimere «che qualcosa non va nel blocco dei licenziamenti Lo ha detto anche la Banca d'Italia, lo ha detto l’Ocse. Non saranno tutti schierati con noi. E intendo come visione del Paese: io voglio un Paese che torni a sognare, voglio dare un Paese migliore ai nostri figli».
Il presidente di Confindustria si rivolto direttamente al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo: «Ho sentito la sua affermazione che dovete assumere ancora 11.200 navigator. Mi è venuto un brivido sulla schiena». E sottolinea: «Non credo che la riforma delle politiche attive del lavoro possa basarsi su altri 11.200 navigator. Le politiche del lavoro non si fanno con il reddito di cittadinanza, non si fanno con l’assunzione di nuovi navigator. Tutti stanno dicendo che è un sistema sistema che non ha funzionato. Non è un problema politico», il problema non è se qualcuno ha o non ha sbagliato: «Troviamo un’altra strada, sediamoci e parliamone».
Bonomi è tornato poi a ribattere alle critiche mosse agli industriali negli ultimi mesi e in particolare nel confronto con il Governo: «Quando abbiamo parlato di “economia di guerra” siamo stati criticati. Tutti dicono che Confindustria non ha mai ragione, ma guarda caso poi ha ragione». Il leader degli industriali ha poi sottolineato: «Su quota 110, reddito di cittadinanza, industria 4.0. dopo mesi si torna a pensare che Confindustria ha ragione».
Dal palco del convegno dei Giovani imprenditori Bonomi ha affermato: «Ho sentito dire: voi imprese avete preso 88 miliardi. Ho detto: 88 miliardi! Ma io non li ho visti. Forse come presidente di Confindustria mi sono distratto. E sono andato a vedere il conteggio». Ha quindi spiegato: «Negli 88 miliardi ci sono le garanzie, ma quelli sono prestiti e i prestiti le imprese li ripagano, non sono come la P.a. che non paga i suoi debiti. Diventano un costo per lo Stato solo se l’impresa fallisce». Ha proseguito così: «Poi ci hanno detto che c’è la cig. Ma, giustamente, e ci mancherebbe altro, la cig è sostegno ai lavoratori. Quei soldi non li avete dati alle impese, anzi le imprese hanno dovuto anticiparli quei soldi. Poi il presidente dell'Inps dice che siamo furbi. Siamo un po' suscettibili quando ci chiamate furbetti quando poi i furbetti siete voi che non sapete gestire i vostri enti».
La ministra Catalfo, prima dell’intervento di Bonomi, avevaparlato del blocco dei licenziamenti: «È stata una misura dura, lo capisco. Pesante, forte, e me ne rendo conto». Parole pronunciate dopo gli interventi sul tema della segreteria generale della Cisl, Annamaria Furlan, e del vicepresidente di Confindustria per le relazioni industriali, Maurizio Stirpe: «Tutto dipende da cosa avviene in futuro. Se riusciamo a gestire in sicurezza i luoghi di lavoro, e credo che stiamo riuscendo a farlo, solo nel caso in cui si utilizza la cassa Covid ha senso che ci sia un blocco. Potremmo inserire il blocco solo in questo caso». Non è stato e non sarebbe così in una situazione “di lockdown”.
«Non ci sono 500 progetti, non ci sono follie, ma un lavoro serio». Il ministro degli Affari europei Enzo Amendola ha aperto così il suo intervento al convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, parlando delle risorse del Recovery Fund. «La sfida è che noi 27, che veniamo da una sfida recordi di bassa crescita e bassa produttività, dobbiamo investire sulle potenzialità del nostro mercato unico, investire su elementi di produttività del nostro continente». Usare i bond «è la più grande scelta di solidarietà, non si era mai visto».
«Non sono 500 progetti. non è un cesto di ciliegie. Non è un vaso di Pandora». Abbiamo scelto, ha detto il ministro, «sei linee guida: significa cluster, significa azioni, significa macroprogetti che saranno ventina e sottoprodotti che saranno molti di meno». I macroprogetti «sono i cluster, gli aggregatori» di singoli progetti. E ogni progetto, ha detto il ministro, «deve avere come obiettivo l'impatto sulla crescita, sul Pil, e non sui desideri».
Poi servono le riforme, non possono esserci Investimenti «senza riforme procedurali, normative». Fare investimenti «significa anche cambiare noi stessi». Crediamo, ha poi aggiunto, in una concertazione istituzionale», «siamo l'unico Paese che ha fatto votare le linee guida in Parlamento» ed è il primo passo, indica il ministro, per una concertazione più ampia, a tutti i livelli. Le condizionalità? Non esiste una politica di investimento in un Paese come il nostro, e negli altri Paesi europei che non che non comporti riforme, sottolinea Amendola: «Non sono condizionalità. Sono politiche necessarie per costruire una politica di investimenti».
«Il B20 sarà molto importante per l'Italia, e sarà guidato da Confindustria», ha detto la presidente designata del 'B20 Italy 2021', la past President di Confindustria Emma Marcegaglia, intervenendo al convegno dei Giovani Imprenditori. «Tutti i rappresentanti del business mondiale - ha sottolineato - affronteranno insieme i problemi generati dalla crisi sanitaria con proposte concrete per recuperare crescita e competitività».
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