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Emissioni CO2, arrivano le multe. Ecco le case penalizzate e quelle più green

di Corrado Canali

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I costruttori automobilistici dopo aver affrontato il Covic-19 devono fare i conti con la scadenza degli obiettivi di CO2 fissati dall'Europa. Nei 10 mesi del 2020 il Gruppo Psa è il più sostenibile.

10 dicembre 2020
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5' di lettura

Come è noto dal 1° gennaio del 2020 le Case automobilistiche sono tenute a centrare entro fine anno gli obiettivi fissati dalla Comunità europeo in tema di emissioni di CO2 che è di 95 g/km come termine massimo sulla media ponderata di quanto immatricolato nel corso del 2020. Il provvedimento concepito sulla dell'Accordo sul clima di Parigi che è stato siglato nel 2018 oltre a fissare il tetto delle emissioni nei termini indicati, ha definito le regole per calcolarlo. L'istituto inglese di statistiche automotive Jato ha fatto il punto della situazione alla fine di ottobre a due mesi cioè dalla scadenza prevista.

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Sono 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccedenza
Quanto peseranno le multe che arriveranno ai costruttori? Tanto, in qualche caso moltissimo al punto che già qualche brand ha dovuto correre ai ripari tagliando dai listini alcuni modelli, è il caso di Suzuki con la Jymny che nonostante la forte richiesta avrebbe pesato troppo in termini ci CO2 anche se poi nel 2021 rientrerà a listino sia pure come autocarro. Per quest'anno, in particolare, la Commissione europea impone alle Case di versare 95 euro per ogni grammo/km di CO2 eccedente il limite di 95 g/km da moltiplicare a sua volta per il numero di veicoli immatricolati nel corso del 2020.

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Come si calcola il target per gruppo automobilistico?
La formula fissata dall'Europa è la seguente: emissioni specifiche = 95 + 0,0333 x (massa in kg – 1.379,88). Tanto per fare un esempio, per la Fiat Panda col motore 1.200 cc benzina da 69 cv che pesa 940 kg, il valore di riferimento sarebbe di circa 80,4 g/km di CO2. Un dato molto lontano rispetto agli effettivi 114 g/km in sede di omologazione. Più un'auto è leggera e molto più stringente è l'obiettivo che deve centrare. Il che finisce con l'abbassare il tetto alle emissioni che deve rispettare la Casa. Così si spiega il fatto che le auto più compatte stanno diventando un autentico problema per i costruttori che non a caso accelerano sull'elettrificazione.

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Normative sempre più stringenti nei prossimi anni
Va sottolineato che nel 2020 per la determinazione del tetto delle emissioni medie di ciascun Gruppo si terrà conto soltanto del 95% delle auto vendute. Tuttavia questa sorta di cuscinetto del 5% che viene escluso dal computo totale sparirà del tutto nel 2021. Ma c'è inoltre da considerare che dal 2025 la soglia attualmente fissato sulla base dei 95 g/km verrà abbassato di un 15% e che un altro 37,5% entrerà in vigore dal 2030. Una percorso a tappe forzate che spaventa non poco i costruttori che avevano chiesto una proroga per il Covid-19 non ancora concessa.

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Il Gruppo Psa ha ottenuto le emissioni più basse
Tra gennaio e ottobre 2020, Psa ha registrato emissioni di CO2 in media di 97,9 g/km. Questo è stato il miglior ottenuto senza supercrediti o vantaggi graduali che, invece, hanno ridotto i livelli medi di emissioni di CO2 di PSA al 91,9 g/km. La riduzione di 6 grammi è anche il risultato dell'aumento della domanda di piccole auto e di un'attenzione superiore ai veicoli a basse emissioni. Le city-car, le utilitarie e i piccoli suv hanno rappresentato il 57% dei volumi di vendita nel 2020 di Psa fino ad ottobre, mentre le immatricolazioni di ibride plug-in ed elettriche sono state pari a 88.800 nei dieci mesi del 2020.

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Supercrediti favoriscono le vendite delle elettriche
Il regolamento europeo prevede dei supercrediti per premiare le auto con emissioni di CO2 inferiori ai 50 g/km, le elettriche e le plug-in. Garantendo un peso maggiore nel calcolo delle emissioni. Nel 2020 le auto sotto questa soglia sono contate due volte. Il moltiplicatore però passerà da 2 a 1,67 nel 2021 e a 1,33 nel 2022. Dal 2023, poi, niente più supercrediti. Con un pacchetto specifico di eco-innovazioni, poi, un costruttore può chiedere che si tenga conto dei risparmi di CO2 dall'uso di nuove tecnologie purché siano verificabili. Il contributo di queste soluzioni per quest'anno arriva fino a 7 g/km di CO2.
Quanto pesa il CO2 a seconda dell'alimentazione?
In un'altra tabella fornita sempre da Jato si fa il punto su quanto pesa ciascuna alimentazione in termini di CO2 sulla base anche per mix di vendite dei primi dieci mesi dell'anno. Il top delle emissioni di CO2 va al diesel con una media di 122,2 g/km sulla base di un mix del 28% del venduto. Segue il benzina con 121,2 g/km e un mix di 51% della vendite. Le ibride, mild o anche full valgono il 104,1 g/km con un mix del 10%. Infine le due motorizzazioni più green che sono le Plug-in Hybrid con il 40,1 g/km per un mix del 4,3% e infine le auto full electric che invece emettono zero emissioni, ma con un mix del 5%.
L'impennata delle vendite delle basse emissioni
Le immatricolazioni di auto più green da gennaio ad ottobre sono aumentate del 113% fino 875.000 unità dalle 411.700 unità nel 2019 nei 22 più importanti mercati in tutta Europa. In generale poi la quota di mercato delle auto a basse emissioni è passata dal 3,2% (gennaio-ottobre 2019) al 9,3% sulla base dello stesso periodo del 2020. Naturalmente l'aumento coincide con un calo anche a doppia cifra della domanda registrato non soltanto dalle auto diesel, ma anche da quelle a benzina. Con l'attuale agenda a basse emissioni portata avanti dall'Europa le immatricolazioni di auto green saranno in crescita.

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Per rispettare il tetto di CO2 si può fare anche squadra
Per riuscire ad adempiere agli obblighi richiesti dall'Europa, però, è concesso di fare squadra. L'eventuale accordo per costituire un sorta di raggruppamento può riguardare uno o più anni, a condizione che la durata non sia di oltre cinque anni. Un esempio di cooperazione in tal senso è quella rappresentato dall'intesa siglata lo scorso anno dal Gruppo Fca e il brand californiano di vetture solo elettriche di Tesla che secondo il calcolo di alcune stime avrebbe versato alla marchio di Elon Musk circa 1,8 miliardi di dollari per ottenere dei crediti utili per avvicinarsi il più possibile al limite della Ue.
Una deroga prevista ma solo per le piccole casa d'auto
E veniamo all'unica deroga prevista dalle sempre più severe norme in tema di emissioni di CO2 concessa ai costruttori. In particolare a quelli che dimostrano di produrre all'anno meno di 10.000 automobili. Solo a loro è dunque concesso di presentare una domanda di deroga rispetto all'obiettivo programmato per il resto dei gruppi che operano per ora nel Vecchio Continente. La Commissione europea concede, infatti, lo sforamento se ritiene che la Casa sia in grado di dimostrare delle condizioni specifiche e se anche il target alternativo proposto corrisponde poi all'effettivo potenziale di riduzione del tasso di CO2.

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