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Bollette, la fine della maggior tutela slitta al 2023: ecco cosa succederà ai consumi di famiglie e imprese

di Celestina Dominelli

Bollette elettriche: cosa cambia dal 1° luglio per voltura e cambio fornitore

Il decreto milleproroghe sposta di un anno il definitivo passaggio al mercato libero ma sono ancora tanti i passaggi da completare, a cominciare dall’Albo dei venditori

24 febbraio 2021
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3' di lettura

L’ultimo decreto milleproroghe ha portato in dote l’ennesimo slittamento per la fine della maggiore tutela per le bollette dell’elettricità di famiglie e di alcune micro imprese: la nuova deadline, dunque, passa dal 2022 al 1° gennaio 2023, mentre il passaggio al mercato libero è già avvenuto, da gennaio, per tutte le piccole imprese (con un numero di dipendenti tra 10 e 50 e/o fatturato annuo tra 2 e 10 milioni di euro) titolari di punti di prelievo in “bassa tensione”, e per una parte parte delle microimprese (con meno di 10 dipendenti e fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro), quelle titolari di almeno un punto di prelievo con potenza contrattualmente impegnata superiore a 15 kilowatt.

Il bacino di utenti del mercato tutelato

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Per le famiglie e le restanti imprese, invece, il provvedimento fa slittare di un anno la transizione. Ma quanti sono i soggetti che, per ora, continueranno a beneficiare delle tariffe del mercato tutelato? Stando agli ultimi numeri diffusi dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera), si tratta di circa 15 milioni di utenti tra clienti domestici (il 44,68% del totale dei punti attivi, oltre 29,6 milioni) e non (il 32,4% di 6,9 milioni di contratti). Questo bacino continuerà a ricevere, fino alla fine della maggior tutela, l’aggiornamento trimestrale che l’Arera fornisce per le famiglie tipo sia per i consumi di elettricità che per quelli del gas. E, sempre fino al passaggio definito al mercato libero, come già succede ora, i clienti della maggior tutela ricevono dal gennaio 2018, secondo modalità definite dalla stessa Autorità, informative da parte del proprio venditore in relazione al superamento delle tutele di prezzo (ad esempio, comunicazioni in bolletta nella sezione dedicata all'Arera).

Cosa succede se non si passa al mercato libero entro la fine del 2022

Va detto che il passaggio al mercato libero andrà a questo punto effettuato entro la nuova scadenza fissata dalla legge. E, se ciò non avverrà, non ci saranno problematiche particolari nel caso di mancato abbandono del regime di maggior tutela. In sostanza, dopo che i servizi di tutela di prezzo saranno cessati la continuità della fornitura sarà comunque garantita ai clienti di piccola dimensione che non avranno ancora un contratto nel mercato libero, in modo che non subiscano alcuna interruzione durante il periodo necessario a trovare una nuova offerta. Una volta individuata l'offerta in grado di intercettare le proprie esigenze, i clienti stipuleranno un nuovo contratto di fornitura che sostituirà il precedente. Sarà il nuovo venditore a inoltrare la richiesta di risoluzione del vecchio contratto (recesso) al venditore precedente. E il recesso potrà scattare in qualsiasi momento senza oneri aggiuntivi e lo stop della fornitura in corso.

Il servizio di tutele graduali per le imprese

L’Arera ha già predisposto il meccanismo che tutela la transizione delle imprese che ancora non hanno effettuato il passaggio al mercato libero. Ed è molto probabile che lo stesso schema sia replicato anche per i clienti domestici nel momento in cui bisognerà dire addio al mercato tutelato. Come noto, per le piccole imprese e le microimprese obbligate che non sono passate al libero, dal 1° gennaio è scattato il servizio di tutele graduali che funziona secondo la seguente struttura. Nella prima fase, dal 1° gennaio al 30 giugno 2021, il cliente resta assegnato al medesimo fornitore del servizio di maggior tutela con il quale ha l’utenza attiva, ma a condizioni contrattuali della cosiddetta offerta Placet (a prezzo libero a condizioni equiparate di tutela, in pratica prezzo fissato dal venditore ma struttura dello stesso e condizioni contrattuali disciplinate dall’Authority) e un prezzo sostanzialmente invariato se non per la parte di “spesa energia”.

La seconda fase

Dal 1° luglio in poi, invece, il cliente che non avrà ancora scelto è assegnato a un esercente selezionato attraverso aste territoriali. Le condizioni contrattuali sono sempre quelle dell’offerta Placet, ma con costi diversi di commercializzazione e di sbilanciamento (definiti dall’Autorità prima delle aste) e un prezzo unico nazionale determinato sulla base dei prezzi di aggiudicazione delle aste.

L’albo dei venditori

Come avvenuto per le imprese, spetterà comunque al ministero dello Sviluppo economico fissare le modalità che disciplineranno la fine della maggior tutela per i clienti domestici. Sempre al Mise, poi, spetta la messa a punto di una serie di tasselli considerati cruciali per il buon funzionamento del mercato dell’energia, a partire dall’Albo dei venditori, fondamentale per superare l’attuale frammentazione che caratterizza il comparto. All’Albo, che sarà istituito con decreto del Mise, dovranno essere iscritti tutti i venditori di elettricità che intendono svolgere la propria attività nel mercato italiano.

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