di Nicola Zanella
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Il Museo Marino Marini di Firenze attende di capire come si evolverà la seconda ondata di contagi per poter continuare la sua programmazione: la prossima mostra sarà il frutto di una collaborazione con il Museo Nazionale del Bardo di Tunisi. La presidente Patrizia Asproni racconta ad Arteconomy24 come il museo ha affrontato l'emergenza sanitaria e come tra le iniziative in programma nei prossimi mesi un occhio di riguardo sarà rivolto alle innovazioni digitali: atteso per novembre il lancio dell'app NoNi che permetterà, tra le altre cose, di creare mostre virtuali. Il museo fiorentino già un precursore sul fronte tecnologico prima del lockdown grazie al Playable Museum Award , premio con bando internazionale dal valore di 10.000 euro, dedicato a progetti che possano apportare delle innovazioni alle realtà museali rendendole più coinvolgenti ed interattive.
Quali sono i programmi futuri? E le mostre che erano in programma come saranno gestite?
I programmi futuri sono quelli che avevamo previsto a marzo e che sono slittati in autunno a causa del lockdown. Siamo in attesa di capire se si procederà con gli allentamenti delle restrizioni oppure se le previsioni di una seconda ondata del contagio avranno ripercussioni limitanti. Nel caso di notizie confortanti daremo corso alla pianificazione stabilita con il programma della Visiting Director Fatma Nait-Yghil, in collaborazione con il Museo Nazionale del Bardo di Tunisi di cui lei è direttrice. Un ponte fra le culture, dedicato anche alle donne dell'arte nel mediterraneo e ovviamente alla contemporaneità.
Patrizia Asproni
La struttura del vostro museo in che modo permette di gestire un'affluenza post Covid-19?
Abbiamo adottato tutte le misure anti contagio come da linee guida e normative di legge. Il Museo per fortuna gode di spazi amplissimi, pieni di luce solare nei suoi tre piani open space e di tanta aria anche nella parte della cripta. Questo ci permette un distanziamento agevole e non penalizzante per il visitatore che si sente tranquillo nel visitare il museo con libertà, pur indossando obbligatoriamente la mascherina. All'ingresso viene misurata la temperatura e il gel disinfettante è a disposizione in tutti i piani.
Come è stata l'affluenza media giornaliera e il numero di visitatori dall'apertura post lockdown, anche rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso?
Dopo i primi giorni di apertura i visitatori sono tornati al museo. Il Marini a Firenze è un museo per i cittadini e abbiamo sempre dedicato le iniziative a un turismo di prossimità, quindi non abbiamo subito perdite di flussi rilevanti. Devo dire che la modifica degli orari, la cui programmazione è flessibile per adeguarsi alle situazioni contingenti, ha trovato ampio gradimento anche nelle attività e laboratori per adulti e ragazzi.
Come sarà fronteggiata la diminuzione dei ricavi da biglietteria?
La collezione permanente del museo si visita gratuitamente. Si paga un biglietto per visitare la Cappella Rucellai e la cripta, che hanno una capienza limitata. Lo scorso anno abbiamo avuto dei mecenati, come ad esempio la Fondazione Advantage , che ci ha sostenuto con erogazione liberale e, naturalmente, la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze senza la quale molti dei nostri progetti non potrebbero esistere. Penso ad esempio al progetto su arte e Alzheimer o ai progetti didattici, finanziati quasi totalmente da loro. Il museo ha continuamente bisogno di lavori per rispettare le normative, ha bisogno di spese e investimenti continui perché le strutture risentono dell'età e dell'usura del tempo. Spesso è più facile avere fondi per mostre temporanee che per mantenere una collezione permanente e per le manutenzioni quotidiane, senza le quali gli spazi a loro volta non potrebbero ospitare progetti e iniziative.
Avete pensato ad attività di fundraising alternative? Quali sono i vostri programmi per sostenere il conto economico? Che tagli avete effettuato o quali avete in programma? Come sarà gestito il minor contributo con la programmazione culturale?
Penso che quest'anno sarà difficoltoso ottenere elargizioni da benefattori, ma contiamo sul supporto del recovery fund e di dedicarci a progetti europei, oltre che naturalmente sui nostri storici sostenitori. Altri ricavi contiamo di ottenere dalle mostre temporanee già in programma, se il Covid allenterà la sua stretta, dagli eventi che finora hanno avuto un grande successo, come ad esempio la rassegna Frammenti di Teatro, dalle visite guidate, dai laboratori per bambini e famiglie e da tutte le iniziative che animano continuamente il nostro museo.
Instagram, FB, le mostre online, il sito: che ruolo avrà il virtuale nella realtà museale?
Il museo ha aumentato molto la sua presenza sui social ed è ovviamente presente su tutti con un suo profilo, ospitando anche un gruppo numeroso di Igers che ha moltiplicato in maniera intelligente la visibilità della collezione e degli spazi architettonici. Ma ha puntato da tempo sul futuro con il Playable Museum Award, riscuotendo un successo incredibile. Il premio, un grant di 10mila euro per un'idea di museo “playable”, cioè coinvolgente, è quest'anno alla sua seconda edizione e i progetti ricevuti sono più di 400. Progetti che sono arrivati da tutto il mondo, dall'Australia all'Iran, dal Sudafrica all'India, passando ovviamente per l'Italia. Lo scorso anno ha vinto un giovane ingegnere informatico, Arvind Sanjeev, del Kerala (India) che ha creato un team internazionale con il suo progetto Lumen, acquistato ora da una multinazionale del tech e che sarà lanciato sul mercato internazionale a settembre; quest'anno ha vinto una giovane PHD napoletana, Greta Attademo, con un progetto quasi fantascientifico, Origaming. A novembre lanceremo un'app che si chiama NoNi e che permette di disegnare opere virtuali e realizzare mostre virtuali all'interno del museo. Avremo una sezione didattica del museo fornita di tablet e tanto altro in programma.
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