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La Bce accelera gli acquisti di titoli contro il rialzo dei rendimenti

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La presidente della Bce Christine Lagarde

La presidente della Bce Christine Lagarde

Per contrastare il rialzo dei rendimenti, l’autorità monetaria di Francoforte ha annunciato che nel prossimo trimestre il programma pandemico Pepp proseguirà a un ritmo più veloce

11 marzo 2021
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4' di lettura

Acquisti di titoli a un ritmo più veloce. La Banca centrale europea ha deciso di contrastare con decisione il rialzo della curva dei rendimenti, che non trova sostegno in migliori prospettive dell’economia o in più alte aspettative di inflazione, insistendo sul programma pandemico Pepp.

Acquisti più rapidi per tre mesi

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«Il consiglio direttivo - spiega il comunicato - si aspetta che nel prossimo trimestre gli acquisti nell’ambito del Pepp saranno realizzati a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi di questo anno». Si tratta di evitare «un irrigidimento delle condizioni monetarie che siano incoerenti con il contrasto dell'effetto al ribasso della pandemia sul profilo previsto per l'inflazione». La decisione è stata presa dopo una «valutazione congiunta» dell’andamento delle condizioni finanziarie e delle prospettive di inflazione.

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Programma pandemico confermato a 1.850 miliardi

Non è stato necessario, invece, aumentare l’ammontare complessivo del programma, confermato a 1.850 miliardi, in quanto già teneva conto di eventuali imprevisti, e sarà inoltre applicato con grande flessibilità. Non c’è però neanche l’impegno - come alcuni analisti si aspettavano - a utilizzare l’intero ammontare destinato a contrastare gli effetti economici dell’epidemia. È rimasta, quindi, la frase secondo cui gli acquisti potranno fermarsi a un livello inferiore ai 1.850 miliardi, nel caso le condizioni monetarie lo permettessero; così come resta aperta la possibilità che l’intero progetto venga «ricalibrato».

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Tassi fermi, qe a 20 miliardi al mese

Confermate le altre misure del pacchetto di politica monetaria: il quantitative easing (a un ritmo di 20 miliardi al mese) e i tassi confermati allo zero per cento per le aste di liquidità standard (il repo) e al -0.50% per i depositi delle aziende di credito presso la Bce.

Rendimenti in rialzo

La decisione di accelerare gli acquisti è legata all’andamento dei tassi di mercato. Sulla spinta dei titoli di stato Usa, che risentono dei timori di una fiammata dei prezzi in seguito all’approvazione del maxipiano fiscale da 1.900 miliardi varato dall’amministrazione Biden, i rendimenti dei decennali di Eurolandia - nella media ponderata per i Pil del Paese dell’emittente, come calcolata dalla Bce - sono saliti fino a sfiorare lo 0,18% mentre erano al minimo del -0,26% l’11 dicembre (il 10 marzo erano però allo 0,07%); mentre i tre mesi sono passati fino al -0,53% dal -0,68% del 29 dicembre.

Il rischio della trasmissione

Il rialzo non è benvenuto, anche se al momento è relativamente limitato. «Le banche - ha spiegato la presidente Christine Lagarde in conferenza stampa - usano i tassi di interesse risk-free e i rendimenti dei titoli di Stato come punti di riferimento per determinare le condizioni del credito. Se consistenti e persistenti, rialzi in questi tassi di interesse, se non contrastati, potrebbero trasformarsi in un prematuro irrigidimento delle condizioni finanziarie per tutti settori dell’economia». La valutazione «olistica» e «multifattoriale» delle condizioni finanziarie, da parte della Bce, tiene infatti conto di tutta la catena di trasmissione della politica monetaria, dai rendimenti ai tassi offerti al pubblico, e dei ritardi nella diffusione degli effetti, evitando il più possibile indicatori sintetici e aggregati.

Prospettive di inflazione invariate

È un rialzo oltretutto non giustificato dal miglioramento delle condizioni economiche, che restano - ha spiegato Lagarde - «incerte» in relazione all’andamento dell’epidemia e delle campagne vaccinali (il pil, oltretutto, potrebbe contrarsi di nuovo in questo primo trimestre), né dalle prospettive di inflazione che «sono ampiamente invariate rispetto alle proiezioni di dicembre».

Transitoria l’accelerazione dei prezzi nel 2021

Le proiezioni di marzo indicano ora un pil in crescita del 4% nel 2021, del 4,1% nel 2022, e del 2,1% nel 2023 con rischi più bilanciati nel medio periodo (ma ancora al ribasso nel breve periodo). L’inflazione (media annua) è prevista intanto all’1,5% nel 2021, all’1,2% nel 2022 e nell’1,4% nel 2023, con una marginale revisione al rialzo quest’anno e il prossimo, a causa però di fattori transitori e tecnici, i quali potrebbero anche spingere la crescita dei prezzi annua - ha detto Lagarde - fino a toccare il 2% a fine 2020, senza però che questo abbia conseguenze sull’orientamento della Bce. «Guarderemo al di là», ha detto la presidente.

Euro sotto controllo

Il consiglio direttivo ha inoltre confermato che l’andamento del cambio - un altro elemento che contribuisce a determinare le condizioni finanziarie - continuerà a essere tenuto sotto controllo. La dinamica del commercio internazionale, dopo l’approvazione del maxipiano dell’Amministrazione Biden - che non è stato preso in considerazione nelle proiezioni di marzo - diventerà sempre più importante. «Avrà un impatto», ha detto più volte Lagarde riferendosi alla domanda estera e alle proiezioni di crescita anche se non va «sopravvalutato».

Rivedere il patto di stabilità

La presidente Lagarde, in risposta a una domanda, ha anche detto di considerare giusta la decisione di sospendere il patto di stabilità i cui requisiti, una volta riattivato, dovranno - è «la nostra speranza», ha detto - essere «rivisti e migliorati per diventare più semplici e più concentrati su produttività, investimenti e anche, ovviamente, su una disciplina fiscale in essi integrata; forse con una rinnovato approccio sui criteri vengono utilizzati. È stato deciso negli anni 90, la situazione è cambiata notevolmente da allora». Una revisione è allora opportuna per garantire «stabilità e sostenere una crescita solida e sostenibile». Le proiezioni dello staff della Bce sono state elaborate ipotizzando una piena applicazione del patto a partire da metà 2022, un orizzonte temporale «appropriato» secondo Lagarde.

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