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Sostegni bis, criteri uguali ma più aiuti alle piccole partite Iva

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Protesta dei lavoratori del turismo nella Piazzetta di Capri

Il sottosegretario Durigon: nel nuovo decreto misure selettive su rinvio delle tasse, blocco licenziamenti e sfratti

12 aprile 2021
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3' di lettura

Il bis dei «sostegni» prova ad accelerare e soprattutto a evolversi. Con l’obiettivo di aiutare di più le piccole partite Iva e i settori più colpiti dalla crisi, e di cominciare a guardare alla ripresa introducendo misure più selettive su fronti caldi come il rinvio dei pagamenti fiscali, il blocco dei licenziamenti e quello degli sfratti.

Lo spiega al Sole 24 Ore Claudio Durigon, il sottosegretario leghista all’Economia chiamato anche a gestire in prima persona la pioggia di emendamenti in arrivo (se ne attendono più di 3mila) al primo «Dl sostegni» ora al Senato. La sua replica è destinata a superare i 32 miliardi di deficit movimentati dal primo provvedimento, per attestarsi almeno a quota 35 miliardi (ma non è per nulla escluso che si arrivi in zona 40 miliardi). In discussione, oltre alla cifre, resta anche il calendario: quello ufficiale prevede Def e scostamento in Aula il 22 aprile, con la delibera in consiglio dei ministri la settimana prossima, e un via libera al nuovo decreto intorno al 24 aprile. Anche se questa corsa desta per ora qualche perplessità al Mef.

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Corsa contro il tempo

A Palazzo Chigi si punta ad accorciare i tempi per dare risposte il prima possibile alle tante categorie al centro di una sofferenza che si sta trasformando in fretta in tensione sociale. E la risposta, prima di tutto, è rappresentata dal nuovo giro di aiuti. «Va sottolineata la grande efficienza dell’impianto costruito con Sogei e agenzia delle Entrate - spiega Durigon - che ha permesso di far partire i pagamenti giovedì scorso. Cambiare criterio, per parametrare per esempio gli aiuti sui costi fissi, significherebbe allungare i tempi e chiedere ai diretti interessati nuovi dati non sempre facili da raccogliere. Ma in questa fase il tempo ha un valore».

Nelle intenzioni del governo, però, la replica dello strumento potrà portare a risultati diversi, con percentuali di aiuto maggiori per i soggetti economici più in crisi. «In prima fila ci sono le partite Iva più piccole», sostiene il sottosegretario all’Economia, anche alla luce dei dati (pubblicati sul Sole 24 Ore di domenica scorsa) che mostrano come il 58% di chi fattura fino a 100mila euro ha visto sfumare nel 2020 almeno il 30% del proprio volume d’affari, mentre la stessa caduta ha riguardato un terzo delle partite Iva più grandi. Un’altra spinta dovrebbe arrivare per le imprese sopra i 10 milioni, con il rifinanziamento del fondo da 200 milioni, in particolare nei settori come fiere, turismo o tessile che hanno subito le perdite più gravi. «Bisogna considerare - aggiunge Durigon - che con i primi 32 miliardi abbiamo dovuto affrontare dossier come gli ammortizzatori sociali o il piano vaccini che ora sono risolti». Ergo, i fondi per gli aiuti supereranno nettamente gli 11 miliardi del primo giro.

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Sul versante dei costi si concentreranno invece le norme che provano a guardare alla ripresa, con un pacchetto liquidità e una serie di interventi che dovrebbero distinguere i soggetti in crisi a cui offrire tutele in più.

La questione affitti

Un terreno delicato è quello degli affitti. «Il blocco degli sfratti non potrà essere generalizzato anche per non penalizzare i proprietari che di quegli affitti vivono - ragiona Durigon -, per cui bisognerà guardare con attenzione a entrambe le parti». In quest’ottica gli sfratti potrebbero rimanere congelati solo per le attività più in crisi, mentre si studia un rilancio del credito d’imposta sugli affitti (riconosciuto fino a oggi al 60%).

Fondi permettendo, una selezione analoga potrebbe individuare una platea a cui tornare a sospendere i pagamenti fiscali, per esempio quelli di fine novembre per le rate 2021 della rottamazione ter. Ma servono coperture, perché da quell’appuntamento l’Erario attende 2,4 miliardi. Tra gli stop fiscali a cui si sta lavorando c’è la tassazione sui giochi, in particolare la sospensione del Preu a carico degli operatori bloccati da ormai un anno. Allo stesso settore guarda l’ipotesi di proroga delle concessioni, come quelle delle scommesse sportive, che però richiedono risorse ingenti.

Nel novero delle tasse da sospendere ci sono poi i tributi locali, a partire dagli sconti Tari per le attività chiuse e dalla proroga fino a dicembre dell’esenzione dal canone unico per il suolo pubblico. Due misure proposte dagli stessi Comuni anche come emendamenti al primo decreto «sostegni».

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