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Chiude Yahoo!Answers, il sito delle risposte multicontribuite a tutte le domande

di Marco Trabucchi

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Mandato in pensione dai social network il 4 maggio dopo sedici anni. Non sarà più disponibile neanche l’archivio

8 aprile 2021
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2' di lettura

Oggi, nell'era degli smart speaker, in cui a domanda, pronunciata con in testa il nome del dispositivo, corrisponde risposta - più o meno esaustiva - non è più tempo di dubbi. Ancora prima Google fagocitava (e fagocita) i quesiti apposti sulla stringa del search.

Ma prima ancora, quando Google non era ancora allenato a rispondere alle nostre domande, c'era un tempo in cui l'oracolo digitale era un forum, marchiato Yahoo. Quando Wikipedia era ancora agli albori, Answers era il luogo virtuale a cui si poteva chiedere tutto, davvero tutto.

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A rispondere non era un algoritmo, ma gli utenti stessi che dall'alto della loro esperienza e saggezza suggerivano le “risposte” a chiunque aveva un quesito da sottoporre al world-wide-web. Un calderone gigantesco in cui confluivano domande sui temi più disparati, dai più seri a quelli faceti: sesso, fai-da-te, musica, cinema, ma anche politica, storia, questioni empiriche e filosofiche.

Ma è stata soprattutto la mancanza di una moderazione nei commenti e nella pubblicazione delle domande che ha consentito a Yahoo Answers di diventare una piattaforma dove potersi anche divertire pubblicando domande volutamente folli (o perlomeno questa è la speranza che abbiamo avuto tutti), in cui ironia e humor travalicavano l'intento di soddisfare un dubbio.

Ma anche l'esempio di uno dei motivi per cui il servizio online sparirà, il prossimo 4 maggio, sommerso dai problemi di moderazione e dall'avvento dei social network che l'ha reso obsoleto. Uno strumento nato per essere di pubblica utilità e che nel tempo è rimasto intrappolato in una dimensione grottesca.

Per questi motivi (anche se non sono stati ufficializzati) Yahoo, con una stringata nota stampa, ha deciso di chiudere, dopo 16 anni di attività, uno dei suoi servizi più celebri. A sparire non sarà soltanto la possibilità di fare nuove domande e offrire consigli (il termine ultimo è per il 20 aprile), ma non si potrà neanche consultare l'archivio dal 4 maggio, la data dell'oblio digitale di migliaia di domande e risposte fatte dal 2006 ad oggi, l'anno della messa online in Italia (nel 2005 negli USA).

«Secondo voi gli alberi possono parlare?», «Si può fare sesso al nono mese di gravidanza?», sono solo alcune delle domande più assurde partorite dagli utenti e poi diventate virali.

Ma c'è anche chi si ricorda dei tanti problemi scolastici risolti grazie a quelle domande e risposte; «Riassunti di epica, versioni di latino, esercizi di fisica: un altro pezzo della nostra gioventù vola via».

Oggi c'è Google, al massimo il sito Quora, che sembra averne preso il posto (similare a Answers, ma più strutturato e diviso per categorie). In ogni caso, è già scattato sui social l'effetto Polaroid sbiadita: «Hanno chiuso yahoo!answers, la mia infanzia sta guardando da dietro un finestrino bagnato dalla pioggia».

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