di Silvia Pieraccini
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È il più grande produttore di filati made in Italy per maglieria di lusso, e in questa fase difficile, in cui la pandemia condiziona (anche) le collezioni moda, la marchigiana Cariaggi ha tenuto fede alla propria storia, senza cambiare strada. «Nel 2020 abbiamo continuato a investire in macchinari e in ricerca e sviluppo, dando vita a proposte innovative per stimolare la creatività dei nostri clienti», spiega Cristiana Cariaggi, consigliere di amministrazione e direttore Sustainability dell'azienda familiare situata a Cagli (Pesaro-Urbino), 106 milioni di fatturato 2019 con il 5,1% di margine operativo lordo (ebitda) e 276 dipendenti.
Cristiana Cariaggi
Quali cambiamenti avete introdotto negli ambienti di lavoro?
I reparti produttivi sono molto ampi, e abbiamo un nuovo magazzino dedicato alla materia prima di 2.600 metri quadrati che si aggiunge ai laboratori per ricerca colori, controllo qualità e campionatura di 2.400 metri quadrati: avere spazi così grandi ha aiutato il distanziamento, abbiamo fatto interventi di sanificazione e turnazione del personale negli ambienti comuni. Ovviamente abbiamo introdotto mascherine e gel in linea col protocollo Covid.
Quali novità resteranno oltre la pandemia?
Resterà il nuovo approccio digitale per dialogare con i clienti. Senza dubbio è importante tornare a incontrarsi fisicamente, ma le nuove modalità di comunicazione come i meeting in video-call possono integrare la nostra attività: abbiamo constatato che in alcune circostanze sono degli strumenti utili per accorciare i tempi.
Avete riscontrato dei cambiamenti nelle aspettative e nei desideri dei clienti?
Abbiamo visto un grande interesse all'approccio sostenibile dell'azienda in ogni suo aspetto. Sono state moltissime le domande su quali e quante certificazioni possediamo, sul tipo di processo produttivo seguito. Su questo terreno noi possiamo soddisfare tutte le esigenze, perché abbiamo fatto della sostenibilità un asset fondamentale dell'azienda, iniziando un percorso già nel lontano 2006 e investendo in tecnologie che ci hanno permesso di ottimizzare i consumi di energia e acqua e di ridurre emissione di Co2.
Avete ridotto le collezioni post-pandemia rispetto a quelle della primavera-estate 2020?
Assolutamente no. Anzi abbiamo continuato a investire in macchinari, robotica e ricerca e sviluppo per stimolare la creatività dei nostri clienti: si tratta di circa tre milioni di investimenti solo nel 2020, che sono serviti in parte per rinnovare un reparto produttivo e garantire una qualità dei filati ancora più alta.
Quanto ha pesato l'impossibilità di incontri B2B in presenza (fiere, congressi, showroom)? Presentare le collezioni in modalità virtuale può bastare?
Non basta, la presentazione virtuale può anticipare il mood di collezione, ma per i nostri prodotti in cashmere (che sono la specialità di Cariaggi, ndr) ci vuole la presenza fisica, altrimenti si perdono gli aspetti emozionale, tattile e tecnico che sono fondamentali e insostituibili. Per la primavera-estate 2022 abbiamo realizzato una collezione digitale e parallelamente abbiamo prodotto telini e cartelle da inviare ai clienti, in modo che potessero toccare e valutare il prodotto.
Il 2020 è alle spalle. Qual è stata la perdita di fatturato e di redditività?
Abbiamo chiuso il 2020 con ricavi in calo del 20%, una flessione fisiologica nell'anno della pandemia, in linea con l'andamento del mercato.
E le previsioni per quest'anno?
La presentazione della collezione è in linea con le aspettative legate al persistere della pandemia. I clienti stanno procedendo con gli ordini e ci aspettiamo che il 2021 sia migliore dell'anno passato.
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