di Francesca Cerati
(Reuters)
3' di lettura
L’ultimo capitolo sul farmaco antivirale remdesivir richiederà un ripensamento sul suo impiego nei malati di Covid-19. I 24 esperti internazionali (Guideline Development Group) convocati dall’Oms per esaminare i dati e formulare raccomandazioni sul farmaco hanno infatti concluso che «remdesivir non è indicato per i pazienti ricoverati con Covid-19, indipendentemente dalla gravità della malattia, perché al momento non c'è nessuna evidenza che migliori la sopravvivenza o la necessità di intubare», si legge in un articolo pubblicato sulla rivista Bmj.
Il remdesivir, spiega il comunicato dell'Oms che annuncia la pubblicazione, ha ricevuto molta attenzione come trattamento potenzialmente efficace per il Covid-19 grave, ma il suo ruolo nella pratica clinica è rimasto incerto.
«La raccomandazione di oggi si basa sulla revisione di nuove evidenze che hanno confrontato gli effetti di diversi farmaci sul Covid-19. Queste includono dati di quattro sperimentazioni randomizzate internazionali che hanno coinvolto oltre 7mila pazienti ricoverati con Covid-19».
Il panel, precisa la nota, ha concluso che il remdesivir non ha effetti significativi sulla mortalità o su altri outcome importanti per i pazienti, come il bisogno di ventilazione meccanica o il tempo di miglioramento clinico.
«Il panel riconosce che il livello di certezza delle prove è basso, e afferma che i test non provano che il remdesivir non dà benefici; piuttosto non ci sono evidenze basate sui dati disponibili che migliori aspetti importanti per i pazienti. Ma data la possibilità di rischi importanti, così come il costo relativamente alto e le implicazioni associate al remdesivir in termini di risorse, ha giudicato che questa è una raccomandazione appropriata».
L'Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) fa sapere che prende atto con estremo interesse della linea guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità appena pubblicata sull'autorevole rivista indipendente “The British Medical Journal”, e aggiunge che
la Commissione Tecnico Scientifica, riunita in seduta permanente, sta rivalutando il ruolo del remdesivir nella terapia contro Covid-19 e formulerà nuove raccomandazioni e/o disposizioni la prossima settimana per possibili restrizioni d'uso.
Il nuovo aggiornamento dell'Oms arriva circa un mese dopo che Gileadd, la società che produce remdesivir, ha annunciato che la Food and Drug Administration statunitense ha approvato il farmaco per il trattamento dell'infezione da coronavirus. E sempre, ieri, la Fda ha autorizzato l'uso di emergenza alla combinazione di remdesivir con baricitinib, farmaco per l'artrite reumatoide, per il trattamento di casi sospetti o confermati di Covid-19.
Gilead ha dichiarato che l'antivirale è stato raccomandato da altre organizzazioni e paesi sulla base di «prove solide provenienti da più studi randomizzati e controllati pubblicati su riviste peer-reviewed».
Tutto questo mentre la pandemia non dà tregua e con trattamenti alternativi che potrebbero incidere sulle discussioni che riguardano l’efficacia e i costi di remdesivir. Il ben noto, economico e ampiamente disponibile corticosteroide desametasone, ad esempio, ha dimostrato di ridurre la mortalità nei pazienti covid-19 gravemente malati. Dato l'apparente vantaggio di ridurre la mortalità a un costo inferiore a 1 dollaro al giorno, molti esperti chiedono di testare l'efficacia di remdesivir insieme ai corticosteroidi.
E poi c'è il “parente” di remdesivir. Alla fine di agosto, i National institutes of health statuniteensi hanno iniziato a indagare su un altro potenziale farmaco (il GS-441524), anch’esso di proprietà di Gilead. Rispetto a remdesivir, GS-441524 potrebbe essere più facile da sintetizzare e produrre e potrebbe costare molto meno. Ma soprattutto avrebbe il vantaggio di essere una formulazione orale (il remdesivir deve essere invece somministrato per via endovenosa) e quindi somministrata in sede extraospedaliera ai primi segni di infezione, quando i farmaci antivirali mostrano il massimo beneficio. Negli studi preclinici il composto sembra avere meno effetti collaterali rispetto al remdesivir e quindi potrebbe essere somministrato a dosi più elevate migliorando l’effetto terapeutico.
Francesca Cerati
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy