di Simone Filippetti
(AFP)
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LONDRA. Al Terminal 5 di Heathrow, il mega scalo di Londra, si vedono decine di aerei a terra, tutti in fila: è l'intera flotta della British Airways. L'edificio dalle immense vetrate in acciaio e cristallo serve come hub per la compagnia di bandiera. Ma in questi giorni è deserto, nessun passeggero, negozi chiusi. I 30mila dipendenti della British Airways sono stati tutti messi in congedo: il CoronaVirus ha fermato i cieli. Lo stipendio di aprile, e quello dei prossimi 2 mesi, sarà pagato dal Governo. Boris Johnson, eresia per un premier conservatore ultra-liberista e anti-statalista, ha lanciato un enorme salvagente pubblico: lo Stato si farà carico delle buste paga di tutti i dipendenti privati purché le aziende non licenzino persone.
Per la Gran Bretagna è una decisione senza precedenti, ma soprattutto uno sforzo titanico: il pacchetto di aiuti statali all'economia per contrastare la recessione da Covid è di 350 miliardi sterline, di cui si calcola che il solo sostegno agli stipendi costerà circa 40 miliardi.
Come finanziare il più grande salvataggio pubblico dai tempi del crack del Re Edoardo III? A debito. Il deficit/Pil nel 202o schizzerà al 9%, uno squilibrio mai raggiunto nemmeno durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma la carta del Governo è vecchia quanto gli Stati Sovrani ed è la stessa di tutto il resto del mondo: aumentare il debito pubblico, vendere titoli di Stato agli investitori. Ecco che allora Downing Street si sta preparando alla più grossa vendita di Gilt (i BoT inglesi) di tutti i tempi.
La grande abbuffata è già in corso: nel mese di aprile la DMO, l'agenzia governativa che gestisce il debito pubblico, ha raddoppiato il calendario delle aste per aumentare la raccolta di capitali. L'ultima appena chiusa è stata a metà mese, il 15: con una doppia emissione giornaliera, una da 2 miliardi e una da 3 miliardi di sterline di controvalore, il Governo ha raccolto un totale di 5 miliardi a un costo irrisorio: l'interesse che i titoli pagheranno è dello 0,6%. Nonostante i rendimenti microscopici, all'asta delle 10,30 la domanda era di 8 miliardi, 3 volte l'offerta.
E di un mercato affamato di debito britannico, Rishi Sunak, ne ha davvero bisogno: il nuovo ministro del Tesoro con un passato nell'hedge fund TCI (quello della scalata di RBS alla banca olandese Abn Amro), vuole inondare il mercato. Nelle prime due settimane di aprile, si sono già tenute 15 aste che hanno racimolato 40 miliardi. Per tutto il 2020-2021 l'ammontare è stato alzato a 156 miliardi, un livello che non si vedeva dal 2012, guarda caso l'anno finale delle grandi crisi bancarie anglosassoni da Northern Rock a RBS-Royal Bank of Scotland.
Sul mercato arriverà una “Gilt Bonanza”, una valanga di titoli di stato inglesi. Che oltre a essere debito hanno anche un altro problema: c'è bisogno di qualcuno che quei titoli li compri. Uno Stato può decidere di stra-indebitarsi ma se nessuno vuole comprare i suoi titoli pure indebitarsi è difficile. E nel 2020, molti stati allagheranno il mercato dei capitali di loro carta per trovare risorse anti-Covid. Pure l'Inghilterra, con la sua sterlina e il suo prestigio potrebbe fare molta fatica a finanziarsi. I 160 miliardi di emissioni che saranno offerti dal ministro Sunak, che può raccogliere capitale a un costo bassissimo, rischiano di non trovare compratori.
Per ora i Gilt vanno a ruba: per quelli collocati ad aprile, in media la richiesta è stata 3 volte l'offerta, nonostante i tassi di interesse anche in Uk ormai siano a zero. Ma di sicuro la marea di Gilt in arrivo non basterà perché mancano all'appello altri 200 miliardi che andranno trovati da qualche parte. A meno di non voler tassare i cittadini (ma gli inglesi non hanno un elevato stock di risparmio privato come gli italiani), l'unico modo per finanziare il mega piano debito pubblico è l'aiuto della Bank of England: la banca centrale dovrà tirare fuori anche lei il bazooka e comprare titoli di stato di Sua Maestà.
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