di Cristina Casadei
(Imagoeconomica)
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«Il 2022 passerà alla storia per i risultati record del gruppo e in questo modo puntiamo a condividere con l'intera organizzazione il grande valore generato». A dirlo è il ceo di Prysmian, Valerio Battista che, in un momento storico caratterizzato da incertezza economica e un crescente costo della vita, ha deciso di dare un contributo fino a 800 euro netti a dipendente attraverso il piano welfare. Nei prossimi giorni partirà la distribuzione ai dipendenti di buoni spesa integrativi che avranno un valore regolamentato in funzione del reddito e della composizione familiare. L’obiettivo è di calmierare i forti aumenti inflazionistici degli ultimi mesi. «Stiamo vivendo un momento straordinario, tra l’altro immediatamente successivo a una pagina della nostra vita non meno sfidante a causa della pandemia. È proprio in questi casi che è necessario fare uno sforzo ulteriore al fine di far sentire più forte e concreto il senso di essere parte di una grande famiglia».
Il nuovo contributo arriva dopo che lo scorso maggio l’azienda aveva approvato un piano di buoni benzina a livello nazionale, sfruttato dal 90% dei circa 2.300 dipendenti presenti in Italia. A maggio del 2020, in linea con gli obiettivi di sostenibilità, Prysmian aveva invece distribuito un contributo per l’acquisto di una E-bike a tutti i dipendenti che si stavano preparando a rientrare in ufficio dopo il lock down, di cui hanno beneficiato 400 dipendenti della sede di Milano.
Queste iniziative una tantum si aggiungono al piano di incentivazione azionaria a livello globale, denominato BE IN, potenzialmente a favore di oltre 26.000 dipendenti, operai e impiegati, nato per condividere il valore creato con tutte le persone che lavorano nel gruppo. Attualmente i dipendenti di Prysmian, incluso il top management, detengono circa il 3% del capitale dell’azienda.
Sempre dedicati ai lavoratori sono, infine, gli incontri e i seminari con Feltrinelli Education, nel cui ambito autori, autrici ed esperti intrattengono i dipendenti su temi che attraversano la vita privata e professionale. «Investire nella cultura dei propri dipendenti è un segno inequivocabile di vicinanza alle persone - commenta Fabrizio Rutschmann, CHRO del Gruppo - e di interesse per la loro crescita, prima di tutto come individui. Sono certo che questo non può sfuggire a nessuno».
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