Il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini intervista il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a Telefisco 2023
«Le sanatorie funzionano sempre e soprattutto nei confronti di imprenditori sani, che vogliono tornare in bonis. Imprenditori che onestamente hanno dichiarato il debito tributario ma che non riescono a pagarlo per effettiva difficoltà», ha evidenziato Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec. Una situazione che non si può comparare a quella di chi «in maniera fraudolenta arreca danno e pregiudizio all'Erario». I commercialisti sostengono «fortemente l’idea progettuale del viceministro Leo». Ma c’è anche un altro tema, ha spiegato De Nuccio.
«Viviamo in un sistema fiscale in cui c’è sproporzione rispetto alle violazioni. Le sanzioni non devono essere lo strumento per raccogliere gettito aggiuntivo, ma per rendere certe le regole».
In questi anni è stato commesso una grandissimo errore di sistema: «Gli interventi cosiddetti di riforma sono stati inseriti in una legge (quella di Bilancio), che non dovrebbe contenerli». È l’osservazione di Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. «Ad esempio, in campo previdenziale – ha detto De Luca – ogni anno ci sono finestre che si aprono e si chiudono e danno solo incertezza a pensionati e imprenditori. Occorre che i presupposti di questa legge di Bilancio siano trasformati in riforme di sistema». Quanto agli aspetti fiscali, «occorre razionalizzare il calendario fiscale, perché ogni giorno c’è una scadenza, che impatta anche sulla gestione delle imprese. Il peso degli oneri burocratici toglie competitività al nostro sistema».
La risposta più semplice per una riforma fiscale è “semplificazione”. Ma ogni volta che si tenta questa strada in ambito fiscale «si sortisce l'effetto contrario». È il commento di Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec). «Uno dei temi è garantire un’equità fiscale orizzontale per le persone fisiche. Il problema è che chi guadagna e dichiara lo stesso reddito deve pagare le stesse imposte. E non sempre avviene, per il sistema di agevolazioni, detrazioni e deduzioni. Ciò non vuol dire smantellare il sistema dualistico – aggiunge De Nuccio –, ma affrontare una riforma organica e ricondurre le varie categorie reddituali all'interno di un'unica categoria, un reddito complessivo su cui applicare le imposte. Lo dico perché la base imponibile Irepf si è andata svuotando». Inoltre «bisogna partire dall’eliminazione dell’Irap, attraverso un’addizonale Ires sulle società di capitali e un sistema di compensazione tra Stato e Regioni. E avviare la riforma della giustizia tributaria, arrivata a maturazione».
Diverse le risposte del Fisco in materia di definizioni agevolate e accertamento. Dagli affidamenti all’agente della riscossione agli avvisi bonari; dalla rateazione fino al riversamento della sanatoria Ricerca e sviluppo. In una di queste risposte, l’Agenzia spiega che, nel caso della rottamazione-quater, se si decade dal piano dei pagamenti, si può comunque rateizzare il debito residuo, nel rispetto delle regole ordinarie.
A proposito dei bonus edilizi, l’Agenzia risponde sugli interventi eseguiti con diversi fornitori e i vincoli alle cessioni separate. Risposte anche sulle fatturazioni “singole” nei mini-condomini e sull’installazione del fotovoltaico sui capannoni agricoli dei familiari.
Per i soggetti impatriati, l’Agenzia spiega come viene riliquidata la tassazione del Tfr e delle altre indennità al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Il problema coinvolge il rapporto con il sostituto d’imposta, che però non ha alcun obbligo in merito.
L’agenzia delle Entrate risponde ai quesiti sugli aiuti di Stato. In particolare sul superamento dei massimali e allocazione dell’eccedenza nei massimali del periodo successivo. E sullo splafonamento interamente derivante da “altri aiuti” e compilazione del modello.
L’agenzia delle Entrate risponde alle domande riguardanti l’Iva. Focus su dichiarazioni Iva e cessioni intracomunitarie in conto proprio. Sugli acquisti dei beni nel regime del margine da un forniture Ue. Su gruppo Iva ed errata fatturazione.
Concluso lo spazio delle interviste, cominciano le relazioni degli esperti del Sole 24 Ore. Si parte con l’intervento di Benedetto Santacroce, che affronta il tema “Fattura elettronica europea, note di variazione e rettifiche Iva”.
«Limitando solo ai dati relativi alle cartelle con debiti nei confronti di agenzie fiscali e enti previdenziali, ci sono 7 milioni di contribuenti che hanno almeno una cartella sotto i mille euro. Queste cartelle sono complessivamente 25-27 milioni. Per un controvalore di 18 miliardi». Lo ha dichiarato il direttore dell’agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.
Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate
«L’evasione fiscale non si contrasta soltanto con l’attività di recupero, accertamento, liquidazione. Ma la vera sfida per un Paese civile e moderno è quella dell’indurre i contribuenti a versare spontaneamente le imposte dovute». Così il direttore dell’agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Nell’ultima relazione sull’economia sommersa si è vista la riduzione del tax gap. Ciò «vuol dire che qualcuno dall’altra parte ha versato di più, tant’è che dal 2011 al 2019 le principali imposte - quindi l’Irpef, l’Ires, l’Iva - sono passate da 90 miliardi di evasione a 74 miliardi.Concordo col viceministro che 74 miliardi è comunque troppo. Però sono quindici miliardi in meno di evasione fiscale. Al di là delle azioni di recupero – ha quindi sottolineato Ruffini – i cittadini hanno versato spontaneamente. Poi certo i dati vanno letti in base ai cicli economici, però c’è un maggior adempimento. E questo credetemi, è una gran bella notizia per il paese, perché è una tendenza che si sta strutturando progressivamente e viene confermata anno dopo anno».
Negli ultimi anni «il tax gap si è sempre mantenuto tra 85 e 100 miliardi. Non c'è stata una lotta all'evasione efficace nel tempo. Bisogna cambiare approccio sull’accertamento». Lo ha affermato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. «Dobbiamo cambiare introducendo due aree principali, una verso le piccole imprese, attraverso un concordato biennale - continua Leo -. La sfida possibile è convocare il contribuente anticipatamente. Per le imprese più elevate va valutato il rischio fiscale e innestato un contraddittorio preventivo, avviando una compliance e un’interlocuzione prima di avviare l’accertamento. Questo può ridurrei i tempi dell’azione accertativa. Si possono così prevedere misure premiali per azienda che collaborano per la massima trasparenza».
«L’Ires rappresenta uno dei pilastri della riforma fiscale». In questo senso intendiamo «realizzare la certezza del diritto, attrarre investimenti esteri; ridurre i contenziosi e rivisitare i crediti d'imposta, salvaguardando i più significativi come Industria 4.0». L’obiettivo è detassare l’utile delle imprese per incrementare l’occupazione e investire soprattutto gli innovativi». Lo ha osservato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, intervistato dal vicedirettore del Sole 24 Ore, Jean Marie Del Bo.
«Si dà per scontato che vi sia un ricorso sistematico a plusvalenze fittizie nel mondo delle società professionistiche del calcio - osserva ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti -. E se lo Stato è un’istituzione seria vuole capire cosa significa “fittizio”, visto che è portato in bilancio». «Qui al Mef, ne parlavo anche con il collega Maurizio Leo, stiamo riflettendo se la normativa fiscale, l’articolo 86 del testo unico sulle imposte dei redditi, in qualche modo fotografa in modo coerente e corretto il fenomeno delle plusvalenze fittizie nel calcio. Quindi non escludo anche novità o proposte del governo in questo senso». Quindi la norma «potrebbe cambiare», spiega Giorgetti, aggiungendo che è stata avviata «un’analisi rispetto a un fenomeno che, ribadisco, tutti quanti dicono avvenga. Ma se così è, non credo che lo Stato possa in qualche modo riconoscere l’esistenza di plusvalenze fittizie. Le plusvalenze sono una bellissima cosa, per carità, ma quando diventano deliberatamente artefatte, lo Stato deve mettere mano per evitare che questo accada», ha concluso Giorgetti.
«In termini strategici la massa del debito si può affrontare semplicemente promuovendo la crescita, e si promuove la crescita in qualche modo mettendo a frutto completamente anche le risorse e le disponibilità che abbiamo, appunto, sul Next Generation Eu e liberando le energie positive e imprenditoriali, la capacità di fare, lo spirito imprenditore del Paese. Quindi promuovere la crescita è, diciamo così, la via maestra in qualche modo per ridurre il debito, come è stato dimostrato anche negli ultimi due anni». Lo ha sottolineato ancora il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
L’intervista del direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti
«L’Europa deve aggiornare le sue regole in funzione della crescita e ricordo anche che tutta questa discussione, a mio giudizio, deve essere collegata con la riforma della governance economica europea, il famoso nuovo patto di stabilità e crescita che dovrebbe entrare in funzione l’anno prossimo, che non può penalizzare gli investimenti. Perché se tratta le spese di investimento come le spese correnti fa un grave errore. Questa è la posizione dell’Italia». Lo ha dichiarato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
«In Europa adesso è in corso un grande dibattito, che culminerà nel Consiglio europeo di inizio febbraio sulla nuova disciplina degli aiuti di Stato, in particolare per quanto riguarda la risposta alla sfida posta anche negli Stati Uniti con l’Inflation reduction act. In questa discussione probabilmente si discuterà anche di aggiornare gli strumenti con cui l’Europa si deve rendere più efficiente, oltre che più efficace, per dare le risposte ai termini della ripresa post pandemica e post crisi energetica», lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervistato da Fabio Tamburini.
Il ministro Giancarlo Giorgetti in collegamento dal Mef
Telefisco 2023 è partito. Si comincia con i saluti dell'amministratore delegato del Gruppo 24 Ore, Mirja Cartia d'Asero, e del direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini. A seguire, l'intervista al ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti.
Lo studio di Telefisco 2023
Oggi è il giorno di Telefisco 2023. Dalle 9 alle 18 coloro che si sono iscritti a Telefisco Base possono assistere alla diretta. Si parte con alcuni interventi introduttivi, poi le relazioni degli esperti e le risposte ai quesiti preparate dall’agenzia delle Entrate, dal Mef e dalla Guardia di Finanza.
I conduttori di questa edizione 2023, Annarita D’ambrosio e Cristiano Dell’Oste -
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