di Marta Casadei
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È una reinterpretazione in lana dell’activewear, firmata da Saul Nash, ad aver vinto l’edizione 2022 dell’International Woolmark Prize, il cui tema era «Play».
Il designer londinese, che ha presentato ieri proprio nella City la collezione di sei capi insieme ad altrettanti finalisti da tutto il mondo, ha reinterpretato in modo contemporaneo la maglieria sfidando alcuni luoghi comuni che spesso riguardano l’abbigliamento sportivo (per esempio, il fatto che vada realizzato in tessuti sintetici). E, complice la sua formazione da coreografo che da sempre contraddistingue le sue produzioni tra danza e moda, ha conquistato la giuria di esperti internazionali, composta da Ben Gorham, Carine Roitfeld, Edward Enninful OBE, Ibrahim Kamara, Marc Newson CBE, Nadège Vanhee-Cybulski, Naomi Campbell, Pieter Mulier, Riccardo Tisci, Shaway Yeh, Sinéad Burke e Tim Blanks. Il designer britannico ha ricevuto da Woolmark un premio in denaro di 200mila dollari australiani, circa 130mila euro, oltre al supporto dei partner industriali e retail dell’associazione dei produttori di lana australiana.
Un altro riconoscimento importante, il Karl Lagerfeld Award for Innovation, è andato al brand sudafricano MMUSOMAXWELL, nato nel 2016 a Johannesburg dalla creatività di Maxwell Poto e Mmuso Potsane: il loro lavoro si è distinto per la riduzione dell’ impatto ambientale e per l’impegno a riqualificare l’artigianato tradizionale. Utilizzando materie prime locali e una produzione end-to-end, il brand ha adottato un approccio artigianale nella sua collezione. Ogni pezzo, infatti, promuove una produzione lenta e in piccoli lotti attraverso il coinvolgimento di artigiani locali. Al duo vanno 100.000 dollari australiani, pari a 67mila euro al cambio attuale.
«L’International Woolmark Prize è il gioiello della nostra corona», ha detto John Roberts, managing director di The Woolmark Company. «Mette in contatto i nostri produttori di lana australiani con l’industria della moda e del tessile globale e, a sua volta, pone in evidenza la bellezza, la versatilità e la modernità della lana australiana. Siamo orgogliosi delle relazioni che si sono instaurate tra i nostri sette finalisti, la prestigiosa giuria e la supply chain e che hanno accompagnato questi designer nel loro viaggio verso il Woolmark Prize. Speriamo che queste relazioni continuino in futuro».
Marta Casadei
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