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«Monza, così il circuito sbarca nel futuro»

di Sara Deganello

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Il direttore. Alessandra Zinno (a sinistra) è il direttore generale dell'Autodromo di Monza. Un'innovazione per il più antico impianto (foto sopra), costruito nel 1922, dove ancora si corre un Gran Premio di F1

Il direttore. Alessandra Zinno (a sinistra) è il direttore generale dell'Autodromo di Monza. Un'innovazione per il più antico impianto (foto sopra), costruito nel 1922, dove ancora si corre un Gran Premio di F1

14 ottobre 2022
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3' di lettura

Alessandra Zinno è il direttore generale dell’Autodromo di Monza. Prima (e unica al momento) donna nel panorama dei circuiti, «un mondo non ancora pronto a non interrogarsi sul genere di chi lo gestisce, tradizionalmente legato a un altro tipo di normalità», commenta lei. Un’innovazione per il più antico impianto, costruito nel 1922, dove ancora si corre un Gran Premio di F1, con 38 dipendenti e 32 milioni di fatturato (nel 2021). Nata a Roma, una carriera dal 1988 all’interno di Aci, l’Automobile Club d’Italia azionista al 90% della società che gestisce l’autodromo (Sias), Zinno approda alla guida del circuito nel 2020, in un contesto complesso, in piena pandemia.

Quali sono le sfide che si è trovata ad affrontare?

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Abbiamo sfruttato il periodo di fermo macchine per riorganizzarci e ragionare su un posizionamento del circuito come un organismo vivo, non aperto solo una volta all’anno, con l’evento per il quale abbiamo più visibilità: il Gran Premio d’Italia, che rimane la nostra fonte più importante di introiti. Qui le aziende vengono per fare i test su pista. Abbiamo inoltre congressi ed eventi aziendali. Su queste basi abbiamo lavorato per consolidare l’offerta commerciale e sportiva. E razionalizzare i processi, fondamentali in un’azienda con interessi pubblici come la nostra.

Quali azioni ha deciso di mettere in campo?

Non abbiamo più chiusure stagionali. Cerchiamo di vendere il nostro prodotto, che è un circuito iconico all’interno di un parco. Abbiamo riprogettato le visite e i tour, lanciati a fine 2021 e affidati a un’azienda interna, con nostre risorse: collaboratori che hanno vissuto in prima persona la storia di questo circuito, capaci di dare un’ impronta di personalizzazione. Entro fine anno puntiamo a raggiungere i 12mila visitatori: età media 39 anni. Non pensavo di riscontrare tutto questo interesse. Un’altra linea di azione è un deciso cambio di passo sulla sostenibilità ambientale con attenzione al risparmio e alla diminuizione dell’uso di plastica. Insieme alla F1, che ci sollecita, abbiamo lavorato sulla dematerializzazione dei documenti. Adottiamo Criteri ambientali minimi nelle procedure di approvvigionamento. Abbiamo partecipato a un bando regionale per il restauro boschivo e il ripristino di aree verdi. Abbiamo firmato un accordo con BrianzAcque per portare l’acqua pubblica nel circuito. Abbiamo riallacciato i rapporti con Scuola di agraria, all’interno del parco.

L’ultimo GP d’Italia, a settembre, è stato il primo senza restrizioni Covid.

Sì e le presenze hanno superato le 330mila unità. Avevamo un record di 200mila persone nel weekend del 2019, per fare un confronto, con 125-130 milioni di impatto sul territorio. C’è stata una risposta massiva da parte dei tifosi. La presenza del presidente Sergio Mattarella poi per noi è stato il suggello più importante del valore di questo record.

Come avete festeggiato il centenario del circuito?

Tra le diverse iniziative, abbiamo emesso una moneta celebrativa e un francobollo con annullo postale, e li abbiamo esposti. Durante il GP sono stati i due luoghi più visitati, insieme all’esposizione di auto storiche. Mentre Monza 100 – Il podcast dell’Autodromo è stato un successo: c’è il desiderio di vivere questa esperienza immersiva fisica e di narrazione. La nostra storia fa parte della storia d’Italia.

Quali sono i progetti futuri per questo luogo?

Proseguiremo l’ammodernamento previsto dal nuovo masterplan, con gli adeguati investimenti. Tra le priorità: viabilità (con i sottopassi), rinnovamento del manto di asfalto della pista e delle tribune, gestione delle acque, nuovi spazi espositivi, recupero di pezzi storici, come la curva sopraelevata che ha il valore di un monumento nazionale: uno spettacolo unico che solo Monza può offrire. Mi immagino, per un domani, un autodromo che sappia attrarre un pubblico di età e sensibilità diverse. Anche per questo ho voluto creare un’area organizzativa che si chiama Innovazione ed Heritage: il futuro parte dalla storia.

Siete sbarcati anche nel metaverso, come è andata?

L’anno scorso abbiamo ragionato sugli Nft: siamo stati il primo autodromo al mondo a lanciarli, per parlare a un pubblico diverso, di collezionisti digitali. Il metaverso è stata l’evoluzione. Abbiamo individuato le startup cui abbiamo realizzare il circuito virtuale (Rocket Dreams e Nfactory, ndr). Abbiamo lanciato una gara, a cui si sono iscritti 230 piloti nei giorni del GP d’Italia: è stato un successo. Tutto ciò è anche una riflessione su accessibilità, inclusività, assenza di barriere, nonché una sperimentazione su cui lavoreremo anche in termini commerciali, con potenziali sponsorizzazioni. Anche questo è un modo per avvicinarci a un nuovo pubblico.

Anche femminile?

Registriamo una maggiore attenzione da parte del mondo femminile, anche in termini di visite. In fondo oggi come oggi non è più una questione di genere,
ma di passione.

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