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Talk to books: ovvero cosa ci possono insegnare 100mila libri 

di Riccardo Saporiti

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2 maggio 2018
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2' di lettura

Ad un primo sguardo può apparire come il motore di ricerca perfetto per amanti di aforismi e citazioni. Sì, perché a partire da una query ‘legge' in tempo reale oltre 100mila libri e restituisce passaggi che abbiano un significato affine con quanto cercato. Leggendo tra le righe, si intravede però il passo compiuto da Google nell'applicazione del machine learning alla ricerca semantica. Quella cioè che si concentra sui significati più che sulle singole parole.
Tutto questo è Talk to books, un motore di ricerca alimentato dall'intelligenza artificiale che offre risultati estratti dalla letteratura. O perlomeno dagli oltre 100mila volumi che compongono il suo database. Basta digitare la propria ricerca come si fa tradizionalmente su Google, meglio se in inglese, e il sistema restituisce le citazioni dai volumi nei quali si parla delle tematiche cui si è interessati.2
Da un punto di vista puramente pratico si tratta di uno sviluppo dello Smart Reply di Gmail. Ovvero quel meccanismo che legge le email e suggerisce delle risposte preconfezionate, oltre che ovviamente coerenti con il contesto, così che un semplice tap sullo smartphone ottenga lo stesso effetto dello scrivere la risposta in prima persona. Ovviamente, riducendo di gran lunga il tempo impiegato. Così hanno spiegato, sul Google Research Blog, Ray Kurzweil e Rachel Bernstein, rispettivamente Director of Enginnering e Product manager di Big G.
L'elemento di novità sta appunto nel fatto che la risposta dell'intelligenza artificiale non si basa necessariamente sulla corrispondenza delle parole chiave. Piuttosto, la cerca a livello di significato. E l'aspetto persino più interessante è che c'è spazio per migliorare. Come si legge sul Google Research Blog, ora il meccanismo lavora a livello di frase. Il che comporta la possibilità di ottenere delle risposte che siano fuori contesto. Una precisione maggiore si potrebbe raggiungere ampliando l'analisi a livello di intero paragrafo e non di singola frase, come già avviene per Smart Reply.
Altro elemento da tenere in considerazione: in questo particolare motore di ricerca non esiste il Seo. Nel senso che non conta quanto un testo sia conosciuto perché appaia tra i primi risultati. A contare è quanto il significato della chiave di ricerca e del testo ricercato coincidano. Il che, concludono Kurzweil e Bernstein, ha anche un effetto collaterale positivo. Quello cioè di far conoscere testi e autori dei quali si ignorava l'esistenza. E che senza Talk to Books non si sarebbero incontrati. A meno, certo, di non essere in grado di leggere più di 100mila libri in una vita sola.

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