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Ottimismo in passerella: da Fendi a Diesel, l’estetica dà vita al nuovo presente

di Angelo Flaccavento

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Bella Hadid in passerella per Fendi

Bella Hadid in passerella per Fendi

Fra trasparenze eteree e insieme solide, il ritorno degli anni Novanta, corsetti e tocchi brillanti le sfilate si aprono con una sferzata di energia

24 febbraio 2022
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3' di lettura

Ritorno a dove eravamo esattamente due anni fa: l’emergenza pandemica non è ancora ufficialmente terminata, ma la moda anticipa sempre e decreta che così è. La fashion week milanese si è aperta ieri sotto i migliori auspici e un ottimismo energizzante. Conta quasi per intero show in presenza, affastellati in un calendario così fitto e denso da richiedere, forse, un giorno in più.

Le audience non sono più distanziate, in molti sono tornati a presenziare con o senza invito, e in generale si riafferma lo status quo, con una ansia di compensazione che quasi intenerisce, e l’oblio totale dei buoni propositi da lockdown che invece impensierisce. Ripartire dal passato, del resto, è un principio fondamentale della dinamica modaiola. Alla peggio è nostalgia che paralizza nelle ripetizioni alla meglio è invito a nuove interpretazioni.

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Fendi, il dinamismo dell'eleganza

36 foto

(AP Photo/Antonio Calanni)
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(REUTERS/Alessandro Garofalo)
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(AP Photo/Antonio Calanni)
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(Photo by Miguel MEDINA / AFP)
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La prima giornata di sfilate, in effetti, intreccia tutta una tessitura di sguardi su ciò che è stato per immaginare il qui e ora. Da Fendi, Kim Jones abbandona la velleità di un radicale ripensamento del codice - invero, finora, non tanto radicale - e riporta l’estetica della maison romana dentro il gineceo familiare che la rende così potente. Però, sposta l’attenzione su Delfina, figlia di Silvia e giovane donna dallo stile insieme severo e voluttuoso, ritroso e sfrontato, e sul suo guardaroba, nel quale i pezzi Fendi ereditati dalla madre si incrociano in sincronie diacroniche. La collezione muove, senza nostalgia, da due storiche prove del compianto e insostituibile Karl Lagerfeld: l’omaggio a Memphis - il movimento di design, non la città - del 1986 e le leggerezze e trasparenze eteree della primavera/estate 2000. Dalla crasi di queste due citazioni, amalgamate nel segno della femminilità matronale, bollente come il ghiaccio, di Delfina, nasce una espressione sicura e convincente, nella quale la freddezza un po’ asettica che finora è stata tipica di Jones si scalda ed evapora, mantenendo un contegno.

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Un look della sfilata Giada AI 22-23

Anche da Giada la temperatura complessiva si alza, mentre il corpo si rivela senza però troppo concedere: Gabriele Colangelo, il direttore creativo, parla di una donna che è fiore tra le rocce, ma la immagina più eterea, in realtà, che coriacea.

Daniele Calcaterra lavora in sottrazione: il suo purismo fatto di volumi aumentati e tessuti preziosamente corposi emana carattere e sensualità, e vibra nello spazio che si crea tra corpo e vestito.

Nulla è lasciato all’immaginazione da Diesel, dove si guarda di nuovo al passato - gli anni Novanta dell’apogeo irridente e deliberatamente trash del marchio - per immaginare un nuovo presente. Alla guida creativa, Renzo Rosso mette un cavallo di razza: Glenn Martens, il designer più dotato della nuova guardia. Questa è la seconda collezione, ma la prima sfilata fisica per Martens. La sua visione di Diesel parte dal denim e da quel che ci sta intorno, distorcendo in ogni possibile direzione, sempre con una verve sardonica che strappa un sorriso e convince.

N.21, innovazione sartoriale per guardaroba condivisi

20 foto

Guarda ai propri personali anni novanta Ennio Capasa, che riparte con il marchio Capasa Milano nel segno di uno spirito elegantemente abrasivo che non si è mai assopito nonostante siano passati sei anni dalla fine di Costume National. Seduzione e glamour sono temi caldi della stagione, in un riaffiorare di corsetti e paillette da boudoir d’antan. Ci vogliono l’esperienza e il gusto sicuro di un designer come Alessandro Dell’Acqua per maneggiare questi materiali in maniera non ovvia: da N°21, amalgama sbrilluccichii e tweed, volumi e aderenze, maschile e femminile - topos a lui parecchio caro - con piglio secco e svagato, e fa centro.

Alberta Ferretti, il romanticismo è scintillante

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Luccica tutto, persino i grossi maglioni a trecce, in fine, da Alberta Ferretti, dove una luce notturna e siderale cade radente sul guardaroba femminile. Il risultato è a tratti pesante, ma il romanticismo scintilla.

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