Norme e Tributi
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Norme e Tributi

Bonus auto e moto al via e subito a ruba: dalla data del contratto alle partite Iva, tutte le cose da sapere

di Maurizio Caprino

Bonus auto e moto, da oggi gli incentivi

Fondi già esauriti per le moto non elettriche, dimezzati per le auto a motore tradizionale e ibride “normali”. È il risultato della prima mattinata di prenotazioni sulla piattaforna del ministero dello Sviluppo economico, che ha anche pubblicato le faq aggiornate alle nuove regole

24 maggio 2022
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4' di lettura

Sono bastate le prime tre ore dall’apertura delle prenotazioni per far esaurire i fondi destinati agli incentivi per le moto e quasi dimezzare quelli per le auto più richieste (quelle a motore tradizionale e ibride “normali). Ora l’attenzione va sulle mosse del Governo, che ha gli strumenti giuridici per rifinanziare subito i bonus ma dovrà valutare quanti soldi ha. Tanto più che nelle faq pubblicate il giorno prima aveva ufficializzato che non c’è limite al numero di auto, moto e veicoli commerciali acquistabili con incentivo da ciascun beneficiario.

La piattaforma telematica del ministero dello Sviluppo economico (Mise) è stata aperta alle prenotazioni dalle 10 del 25 maggio. Alle 13,45, per ciclomotori, motocicli e simili non elettrici erano rimaste in cassa poche centinaia di euro, mentre per le auto con emissioni di CO2 comprese tra 61 e 135 g/km il livello era sceso a 88,6 milioni sui 170 di dotazione iniziale (70 milioni erano stati già prenotati nel giro delle prime due ore). Per le auto elettriche sono invece rimasti 200 milioni (sui 220 iniziali) e altrettanti per le ibride plug in (che ne avevano a disposizione 225),

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Una conferma del fatto che il Governo è stretto da una parte fra la necessità di svecchiare il parco circolante e far “girare l’economia”, dall’altra da quella di favorire il più possibile l’elettrificazione. Su tutto, ci sono i limiti imposti dal bilancio pubblico e dalle variabili della politica, che richiederanno valutazioni approfondite sull’opportunità di rifinanziare i bonus esauriti o in via di esaurimento. Lo strumento giuridico, invece, c’è: in questa tornata di incentivi, basta un Dpcm, che la Presidenza del Consiglio può varare anche in poche ore.

Nelle valutazioni c’è da considerare anche che le ultime interpretazioni applicative aprono molto la platea dei possibili beneficiari, per cui non si può escludere che un eventuale Dpcm di rifinanziamento stringa i e criteri di accesso.

Al momento vale il Dpcm del 6 aprile, declinato dalle faq pubblicate sul sito del Mise il 24 maggio (soggette a modifiche in ogni momento, quindi da monitorare). Oltre a non porre limiti al numero di veicoli acquistabili da ciascun beneficiario, la faq confermano indirettamente l’apertura delle agevolazioni ai titolari di partita Iva. Ancora nessuna risposta, invece, su come distinguere tra società di noleggio (escluse dagli incentivi auto) e di car sharing (ammesse), che formalmente hanno lo stesso codice Ateco e utilizzano veicoli presi a noleggio.

Il quadro

La tornata durerà fino al 2024 e fa parte di un piano destinato ad andare avanti fino al 2030. Lo ha previsto l’articolo 22 del Dl 17/2022, che fissa una cornice rinviando a una serie di Dpcm per adattare nel tempo platea, entità e condizioni dei contributi statali.

Il primo è il Dpcm del 6 aprile, che riguarda sia auto (tecnicamente, autoveicoli di categoria internazionale M1), moto, motorini, tricicli, quadricicli e simili (categorie da L1e a L7e) e veicoli commerciali (categorie N1 e N2).

Il numero di veicoli acquistabili

C’era bisogno di chiarimenti, perché è la prima volta che gli incentivi vengono strutturati su un periodo così lungo, aprendo il problema se porre o no un limite agli esemplari acquistabili col bonus da ciascun beneficiario.

Tanto più che il Dpcm del 6 aprile, nel caso di auto e moto, aveva limitato la possibilità di fruirne alle sole persone fisiche (facendo un’eccezione per il car sharing), imponendo loro di mantenere la proprietà del mezzo per almeno 12 mesi (24 per gli operatori del car sharing), per evitare che i privati potessero girare alle imprese o ad altre persone giuridiche ciò che avevano appena acquistato con il contributo statale.

Lo stesso Dpcm, in una frase riguardo al veicolo incentivato, pareva riferirsi a un solo esemplare.

Ma ora la terza faq della sezione «Quali veicoli accedono al contributo» chiarisce che per auto è veicoli commerciali «non è previsto alcun limite» alle possibilità di prenotare più veicoli per uno stesso soggetto.

Analoga la posizione espressa dal Mise a proposito di moto e simili nella faq 7 della sezione «Come si chiede e si ottiene il contributo», dove però si ricorda il limite di 500 veicoli all’anno che vige per gli acquisti effettuati col vecchio bonus previsto dalla legge 178/2020.

Le partite Iva

Nessuna faq affronta l’argomento delle partite Iva. Si è portati a dedurre che ciò confermi l’ammissione alla platea anche per le persone fisiche titolari di partita Iva, anche perché il Dpcm non fa alcuna distinzione e dal punto di vista dell’equità sarebbe difficile differenziare titolari molto abbienti da semplici lavoratori precari.

La data dei contratti

Conferma esplicita, invece, che sono ammessi alla prenotazione sulla piattaforma i contratti con data dal 16 maggio in poi, nonostante il Dpcm non fosse ancora in vigore.

La precisazione sulla data è importante, perché toglie ogni dubbio sul fatto che si è già accumulato un alto numero di contratti, che rischia di far esaurire presto le risorse a disposizione, almeno per le auto con motori tradizionali o ibridi “normali”.

Ciò a prescindere dal fatto che la convenienza degli attuali incentivi in molti casi non appare eccezionale e quindi ogni acquisto va valutato con ponderazione.

Le pmi per i veicoli commerciali

I veicoli commerciali (categorie internazionali N1 e N2) fruiscono del bonus solo se intestati a piccole e medie imprese (anche costituite come persone giuridiche) che esercitino l’attività di trasporto di cose, non importa se in conto proprio o in conto terzi.

Le faq 2 della sezione «Chi ha diritto al contributo» precisa che ci si riferisce a «qualsiasi entità che eserciti un’attività economica, indipendentemente dalla sua forma giuridica» e che il Dm del 18 aprile 2005 vi fa rientrare le attività artigianali, le altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone e le associazioni che esercitano regolare attività economica.

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