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Migranti, termine scaduto: si rinnova per altri tre anni il Memorandum tra Italia e Libia

In piazza contro accordo Italia-Libia, ragazzo contesta il Pd

Siglato il 2 febbraio del 2017, sotto il governo Gentiloni, l’accordo punta ad arginare gli arrivi di migranti, rifugiati e richiedenti asilo: l’Italia fornisce aiuti economici e supporto tecnico alle autorità libiche impegnate nella sorveglianza del Mediterraneo

2 novembre 2022
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2' di lettura

Il dietrofront chiesto dalle ong alla fine non c’è stato. Da oggi, mercoledì 2 novembre, si rinnova per altri tre anni il Memorandum di intesa sulla migrazione tra Italia e Libia. Siglato il 2 febbraio del 2017, sotto il governo Gentiloni, è un accordo tra l’Italia e la Libia (è stato sottoscritto per i libici da Fayez Mustafa Serraj, presidente del Consiglio presidenziale, Governo di accordo nazionale libico) per arginare gli arrivi di migranti, rifugiati e richiedenti asilo.

L’articolo 8 prevede che il Memorandum abbia validità triennale e sia tacitamente rinnovato alla scadenza per un periodo equivalente, «salvo notifica per iscritto di una delle due parti contraenti, almeno tre mesi prima della scadenza del periodo di validità (il 2 novembre di quest’anno, ndr)». L’esecutivo Draghi prima e ora quello Meloni non hanno chiesto di rivedere l’intesa, nonostante il pressing delle ong, che in più di un’occasione hanno ricordato i casi di violazione dei diritti umani nei centri di detenzione libici, dove vengono trattenuti i migranti intercettati in mare. Di qui il rinnovo automatico.

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L’Italia fornisce motovedette alla Guardia costiera libica

Il Memorandum prevede che il governo italiano fornisca aiuti economici e supporto tecnico alle autorità libiche per ridurre i flussi migratori, ai quali viene affidato la sorveglianza del Mediterraneo attraverso la fornitura di motovedette, di un centro di coordinamento marittimo e di attività di formazione.

Le critiche delle ong

L’intesa è fortemente criticata dalle ong. Secondo Save the Children, ad esempio, sostenere la Guardia costiera libica, attraverso fondi, mezzi e addestramento equivale nella sostanza a sostenere i centri di detenzione libici, definiti ufficialmente “centri di accoglienza”, dove le persone vedono quotidianamente calpestati i propri diritti, sottoposte a trattamenti inumani e degradanti. Dal 2017 all'11 ottobre 2022, osserva l’ong, quasi centomila bambini, donne e uomini sono stati intercettati in mare dai dalla Guardia Costiera Libica, per poi essere riportate in un Paese che non può essere considerato sicuro. Sono numerosi i report delle Nazioni Unite, confermati anche dalle testimonianze dei migranti che riescono a lasciare il Paese, che riportano come episodi di violenza, torture e riduzione in schiavitù siano all'ordine del giorno nei centri di detenzione in Libia.

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