di Andrea Fontana
La Borsa, gli indici del 30 gennaio 2023
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le Borse europee chiudono in rosso complici i realizzi dopo il rally dell'ultima settimana (+2,6% Milano che da inizio anno è salita dell'11% circa) fiaccate anche dall'inflazione spagnola in aumento a sorpresa e dal Pil tedesco sotto le attese. Gli operatori aspettano al varco Bce e Federal Reserve (ma anche la Bank of England si pronuncerà in settimana sui tassi) per capire se la stretta monetaria proseguirà come da attese o se ci sarà un rallentamento alla luce dei segnali positivi che stanno arrivando dall’inflazione. Le date cerchiate in rosso sul calendario, che sarà fitto di dati macro, sono due: mercoledì tocca all'istituto centrale americano, il giorno dopo a Eurotower e alla Bank of England.
Il FTSE MIB, il migliore della settimana scorsa, ha chiuso in calo contenuto mentre è stato l'AEX di Amsterdam l'indice più penalizzato. In controtendenza il FT-SE 100 di Londra e lo Smi di Zurigo. Sul fronte macro, i riflettori sono stati puntati sul Pil tedesco (rivisto al ribasso a -0,2% nel quarto trimestre e +1,1% su anno, con un +1,8% nel 2022), l'inflazione in Spagna (-0,3% a gennaio e in rialzo a sorpresa a +5,8% su anno) e la fiducia economica nell'Eurozona (in rialzo a 99,9 punti a gennaio), mentre prosegue la stagione delle trimestrali, che da martedì entra nel vivo anche in Italia con Unicredit. Saranno le banche le protagoniste con big come Ubs, Santander, Deutsche Bank e Intesa Sanpaolo a pubblicare i risultati di fine 2022.
In rosso Wall Street all'inizio di una settimana incentrata sulla decisione della Federal Reserve sui tassi d'interesse e su una serie di trimestrali, in particolare quelle delle Big Tech. Per quanto riguarda la Fed, gli analisti prevedono un rialzo di 25 punti base, dopo quattro rialzi di 75 punti e uno di 50 punti, che hanno portato i tassi al 4,25%-4,5%, il massimo in 15 anni. In settimana, circa il 20% delle società sullo S&P 500 pubblicherà i conti finanziari, tra cui McDonald’s, Ups, Pfizer, Spotify, Snap, Amd e General Motors nella giornata di martedì, Peloton e Meta Platforms il giorno dopo, Apple, Alphabet, Amazon, Ford, Starbucks e Qualcomm nella giornata di giovedì. Il calo più consistente è quello dell'indice NASDAQ COMP che nell'ultima sessione aveva toccato i massimi da luglio.
Tra i titoli rallenta Tesla, che è il peggiore sullo S&P 500: la scorsa settimana, il titolo ha guadagnato oltre il 33%, grazie a ricavi record e utili sopra le attese; nell'ultimo mese, ha guadagnato oltre il 44%, ma resta in calo del 22% rispetto a tre mesi fa. Restando nel settore, Ford Motor è in calo dopo aver deciso di aumentare la produzione e di ridurre i prezzi del suo crossover elettrico Mustang Mach-E, proprio in scia a Tesla, che ha ridotto i suoi prezzi anche del 20%. Sul Dow Jones, tra i migliori c'è American Express: venerdì, ha guadagnato oltre l'11% grazie a una guidance per il 2023 superiore alle attese e a un aumento dei dividendi del 15%.
Sul Ftse Mib, scatto per Telecom Italia, con indiscrezioni di stampa che davano Cdp pronta a mettere sul piatto fino a 24 miliardi e Vivendi che a stretto giro bollava questa valutazione come «lontanissima» rispetto a quello che, a detta dei francesi, sarebbe il valore congruo dell’infrastruttura. Acquisti anche su Banca Pop Er e Unicredit alla vigilia dei conti trimestrali, con l'istituto bancario guidato da Andrea Orcel che sarà il primo tra le big italiane. Hanno perso quota tra i petroliferi Tenaris e molte utility come Enel, Italgas, Hera. Deboli i titoli dell’auto (Stellantis, Iveco Group) con gli analisti che vedono in calo le prospettive del settore. L’ipotesi di maxi-commesse da parte dei governi di Italia e Francia per il consorzio europeo Mbda ha sostenuto il titolo Leonardo - Finmeccanica: secondo i rumors, nell’incontro tra i ministri della Difesa di Italia e Francia, venerdì scorso, si sarebbe trovato un accordo per l’acquisto congiunto di 700 missili terra aria Aster-30 prodotti da Mbda per il sistema di difesa Mamba Samp-T destinati all’Ucraina (ma il Governo italiano ha smentito). Giù Diasorin complice la decisione degli analisti di Intermonte di togliere la raccomandazione "acquistare" sul titolo del gruppo di diagnostica.
Chiusura in rialzo per lo spread BTp/Bund. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il Bund decennale e il pari scadenza italiano (Isin IT0005494239) si è attestato a 188 punti base dai 185 punti base dall'ultimo riferimento di venerdì. In sensibile aumento si segnala anche il rendimento del BTp decennale benchmark, che ha segnato un'ultima posizione al 4,18% dal 4,10% del closing della vigilia.
Sul mercato valutario, l'euro si conferma sui massimi da aprile scorso, toccati anche di recente, a quota 1,087 sul dollaro (1,0859 dollari, in avvio, da 1,0839 venerdì in chiusura) e 141,65 yen (140,89), mentre il dollaro/yen è a 130,31(129,96).
Il gas scende a 54,9 euro al MWh. Cala, infine, anche il prezzo del petrolio con il Wti di marzo è piatto sui 79 dollari al barile e il Brent del Mare del Nord a 86 dollari.
Il Pil della Germania è diminuito dello 0,2% nel quarto trimestre 2022 rispetto al terzo trimestre 2022 dopo l'adeguamento per le variazioni di prezzo, stagionali e di calendario. «Dopo che l'economia tedesca è riuscita a registrare buoni risultati nonostante le difficili condizioni nei primi tre trimestri, la performance economica è leggermente diminuita nel quarto trimestre del 2022», segnala l'Ufficio di statistica Destatis. In particolare la spesa per consumi privati corretta per prezzo, destagionalizzazione e calendario, che aveva sostenuto l'economia tedesca nei primi tre trimestri trimestri, è stata inferiore rispetto al trimestre precedente. Su anno la variazione è dell'1,1%. Entrambi i valori sono inferiori alle attese che stimvanbo una varaizione mensile nulla e un rilazo annuo dell'1,3%, Destatis riferisce inoltre che il Pil corretto per i prezzi è aumentato dell'1,8% nel 2022 e il dato reale all'1,9% rivisti in calo di 0,1 punti percentuali.
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Andrea Fontana
Redattore Radiocor
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