di Marco lo Conte
Allerta Bankitalia: "Rischi con 'buy now and pay later'"
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Le bollette hanno dato una vera e propria spallata ai salvandanai degli italiani: il rapporto Edufin 2022 «Educazione finanziaria, strumento di orientamento in tempo di incertezza» fotografa in modo plastico l'impatto sul risparmio degli italiani prodotto negli ultimi mesi dall'impennata dei costi energetici e più in generale dall'inflazione. Ansia, stress, preoccupazione, scarsa fiducia nelle proprie competenze e il desiderio di imparare la gestione del denaro e l’educazione finanziaria sin dalla scuola, ma anche nei luoghi di lavoro.
L'indagine evidenzia l'aumento della quota di italiani che nell'anno in corso ha speso più del reddito disponibile, passata al 14,9% dall’11,8%, così come è salita al 46% dal 43,4% la percentuale di chi ha speso tutto il proprio reddito. E cala conseguentemente la fetta di chi è invece riuscita a risparmiare, spendendo meno delle proprie entrate, ora al 39,1% dal 44,9% dello scorso anno. Livelli peggiori anche di quelli registrati nel pieno della pandemia nel 2020.
L’indagine è stata realizzata nella sua terza edizione nel giugno scorso (è quindi credibile un effetto ancora maggiore a causa dell'impennata dei prezzi dei mesi successivi) tra circa 4mila soggetti da parte di da BVA Doxa per conto del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, diretto da Annamaria Lusardi ed è stato diffuso al termine della quinta edizione del Mese dell'educazione finanziaria, chiusosi con la Giornata Mondiale del Risparmio.
Numerosi gli spunti emersi dalla ricerca: in caso di spesa improvvisa di 2mila euro, solo il 37,6% degli italiani dichiarano di esser certo di poterla affrontare, dal 40% dello scorso anno. La guerra in Ucraina ha rappresentato un vero e proprio spartiacque per le finanze delle famiglie: in una scala da 1 a 10, la fiducia per il futuro oggi è a 4,49, contro il 6,56 di prima della guerra, con punte di pessimismo più evidenti tra le donne e gli over55. L'indagine ha campionato anche l'ansia dei risparmiatori, vista la situazione attuale, salita al 34,4% dal 30% dello scorso anno, mentre i più sereni calano al 27,1% dal 32,6%.
Da rilevare la classifica dei fattori di stress finanziario: le bollette con il 55% delle indicazioni è saldamente al primo posto, davanti alla paura di non avere risparmi per affrontare le emergenze (24,6%); da notare, come effetto di “infodemia”, che le forti oscillazioni del mercato finanziario preoccupino il 19,8% del totale, anche se a investire in Borsa è in effetti soltanto il 5% circa della popolazione residente.
L'indagine monitora anche la domanda di educazione finanziaria, come strumento prìncipe per gestire queste dinamiche: l'89,1% degli intervistati ritiene infatti che la materia debba finalmente entrare nelle scuole; per il 79,5% i luoghi di lavoro dovrebbero riservare occasioni di approfondire il tema risparmio mentre un altro 63,2% pensa che di risparmio si dovrebbe discutere anche in luoghi ricreativi come auditorium, cinema o teatri. Esigenze sentite soprattutto dalle donne, da chi ha redditi più alti e da un livello di istruzione superiore.
Marco lo Conte
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