di Giampaolo Colletti
Uffici, sale di incisione, studi tv: spazi confortevoli aperti a tutti
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Connessi sì, ma non solo. Perché oltre gli schermi degli smartphone c’è un mondo tutto da scoprire e in fondo un lavoro da costruire nel segno della condivisione, anche fisica. Così i creator, la generazione di social star che si annida in rete, ha trovato casa per davvero. Può sembrare un paradosso in questo tempo connesso, ma oggi a Milano la scommessa del digitale passa dagli spazi reali.
Show Reel Media Group, digital media company specializzata nella gestione degli influencer e nella produzione di contenuti digitali, ha dato vita al suo nuovo hub creativo. Siamo nel quartiere Bovisa di Milano, una delle aree più dinamiche del primo hinterland meneghino, nella parte settentrionale della città.
Qui vecchio e nuovo si incontrano grazie a talenti e professionisti impegnati a mettere online nuove forme di narrazione: così una storica fabbrica oggi in disuso e legata alla produzione di macchine da caffè rinasce in uno spazio hi-tech declinato per la creatività digitale. «Si pensa che siamo fatti di algoritmi e che dobbiamo solo assecondare i consumi digitali. Invece noi da sempre abbiamo creduto nel contenuto e in quella creatività che si genera dalla condivisione. D’altronde già il nostro claim “we is more than me” racconta proprio come il potere più grande sia nello scambio. Non basta più realizzare un video dalla cameretta di casa, postarlo e piacere a tutti. Oggi l’attività del creator è editoriale: c’è bisogno di pensare, produrre, distribuire e monitorare le performance. Tutto passa dal gioco di squadra e da un piano editoriale strutturato», afferma Luca Leoni, barese di nascita e milanese di adozione, già pioniere dell’industria dell’intrattenimento digitale e Ceo di Show Reel Media Group, società con un fatturato consolidato da 7 milioni di euro, Ebitda al 10% e nell'ultimo anno una crescita del 49%. La squadra, con un’età media di 25 anni, lavora in questo spazio di 1.500 metri quadrati ristrutturato in base a efficientamento energetico e criteri di recupero.
«Questo nuovo spazio è una reazione dopo quasi due anni di isolamento in cui tutti ci siamo trovati inariditi. L’obiettivo è ricreare in un’unica struttura tutto ciò che facciamo in un’ottica di filiera integrata. Qui si trovano uffici, sale di incisione, studi tv. Il concetto è quello di una casa accogliente, confortevole, aperta a tutti. Un’idea contemporanea del lavoro: non ci sono postazioni fisse e i tanti spazi di condivisione permettono di fare networking», precisa Leoni.
Nell’hub creativo, progettato dall’architetto Isidoro Mastronardi, c’è lo studio di registrazione audio gestito in collaborazione con Francesco Catitti, produttore di Rkomi, Mahmood e Michele Bravi. C’è anche l’area redazionale e lo studio di posa del canale editoriale digitale Venti, co-fondato da Sofia Viscardi. A questi si aggiungono gli spazi produttivi: cinque studi di posa, uno studio podcast, uno studio di video-podcast e una sala prove con annesso teatro.
Tutto questo è anche la testimonianza di come sta evolvendo il distretto digitale: così Milano si candida come capitale di quella che è la nuova creator economy. Già oggi in Italia i talenti che producono contenuti per le diverse piattaforme sono 350mila, ma si arriva a 450mila figure coinvolte considerando l’indotto. Un’economia creativa digitale che vale fino a 1,5 miliardi di euro e che segna una crescita del 20-25% all’anno. Un riflesso dall’alleanza sempre più strutturata tra aziende e creator.
«Negli ultimi due anni abbiamo assistito all’esplosione di Twitch e Tiktok: entrambi stanno cambiando il modo di produrre contenuti, mutuando le dinamiche di intrattenimento. L’evoluzione si spinge verso nuove grammatiche e noi crediamo fortemente nel valore dei contenuti. Indipendentemente dall’evoluzione del mercato e degli algoritmi quello che sta succedendo è in una crescita del valore editoriale. I contenuti digitali evolveranno dall’essere canali media verso canali di vendita.
D’altronde già oggi Instagram sta diventando un marketplace e Tiktok già lo è, consentendo l’acquisto direttamente dalla piattaforma. Dobbiamo prepararci a comprendere i cambiamenti e quasi ad anticiparli. Ecco perché in questo non solo si consolida il lavoro sulla creatività digitale, ma si sperimenta, si provano a cogliere segnali di futuro», conclude Leoni. Così oggi la partita si gioca su uno scacchiere dinamico con competenze verticali integrate alle nuove necessità di editori e aziende.
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