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Risparmio, il patrimonio delle famiglie supera i 5.256 miliardi

Sempre meno banche, 4 milioni italiani senza sportello

Secondo il sindacato, nel 2021 cresce il contante (+45%) mentre calano le obbligazioni e si assiste al balzo delle polizze assicurative

26 agosto 2022
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2' di lettura

Supera quota 5.256 miliardi di euro la ricchezza finanziaria degli italiani a fine 2021, cresciuta di quasi 1.700 miliardi (+50%) nell’ultimo decennio. È quanto si legge in una ricerca della Fabi, il sindacato autonomo dei bancari, da cui emerge che «la liquidità resta la forma preferita di allocazione del risparmio». Il contante è cresciuto di 509 miliardi (+45%) a quoota 1.629 miliardi, con la percentuale di denaro lasciato su conti correnti e depositi stabile al 31% del totale delle masse. In forte calo le obbligazioni (-67% a 233 miliardi di euro), mentre crescono le polizze assicurative (+78% a 1.213 miliardi miliardi), che coprono il 23% dei risparmi complessivi. È il quadro, sottolinea la Fabi «a dieci anni dal “Whatever it takes” dell’allora presidente della Bce Mario Draghi per salvare l’euro».

Cresce il peso delle azioni

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Secondo la Fabi, «solo nel 2021, anno di avvio della ripresa economica poi svanita con l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, il risparmio delle famiglie italiane ha generato un flusso di 320 miliardi di euro. Il 61% della nuova ricchezza accantonata (143 miliardi in termini assoluti) - prosegue il sindacato - è stata destinata ad attività finanziarie, principalmente azioni, il 16% (72 miliardi) a liquidità e la restante parte a forme di risparmio alternative». A crescere è stato il peso delle azioni: con 690 miliardi rappresentava il 19% delle riserve delle famiglie nel 2011, cifra salita a 1.107 miliardi nel 2020 (22%) e poi ancora a 1.251 miliardi nel 2021, sfiorando il 24% del totale dei portafogli finanziari.

Gli italiani difendono le proprie ricchezze

«Il bilancio dei risparmi delle famiglie italiane - commenta la Fabi - mostra ancora una volta quanto gli italiani difendano la propria ricchezza a denti stretti, nonostante la morsa dell’inflazione e la bassa remunerazione di fatto penalizzino la liquidità». Dalle dinamiche esaminate dalla Fabi emerge una «crescente necessità di una pianificazione patrimoniale assieme a un’attenta e oculata gestione del rischio finanziario, in un momento in cui l’obiettivo finanziario comincia a essere il giusto equilibrio tra sicurezza e rendimento». Elementi che potrebbero aver determinato anche l’andamento degli investimenti: i fondi comuni sono saliti in 10 anni da 235 a 661 miliardi, passando dal 6 al 15% del risparmio complessivo delle famiglie italiane. La liquidità, che comprende contante e depositi bancari, ammonta a 1.629 miliardi e corrisponde al 31% del portafoglio complessivo delle famiglie, percentuale identica a quella del 2011.

Sileoni: il fisco non colpisca denari già tassati

La ricchezza finanziaria delle famiglie italiane «dovrebbe oggi essere maggiormente considerata nei programmi elettorali dei partiti in vista del 25 settembre e del futuro Governo», afferma il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni rivolgendo il proprio appello affinché «tutte le forze politiche tutelino, con proposte serie e concrete, i risparmi degli italiani. Si tratta - spiega il sindacalista - di oltre 5.200 miliardi di euro, che potranno giocare un ruolo essenziale per il rilancio e la crescita economica». A suo dire «sarebbero dannosi, in quest’ottica, interventi fiscali, come ad esempio la patrimoniale, che aumenterebbero il carico fiscale su denaro che è frutto di risparmi sui redditi delle lavoratrici e dei lavoratori, quindi già ampiamente tassato dallo Stato».

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