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Addio a Irene Papas, la Penelope del nostro immaginario

di Cristina Battocletti

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(Ansa)

(Ansa)

Aveva 96 anni. Fu musa di Cacoyannis e sodale di Anthony Quinn in «Zorba, il greco». Lavorò a Hollywood e in Italia con i nostri più grandi registi

14 settembre 2022
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3' di lettura

Il volto di Irène Papas era l’icona della bellezza greca: capelli corvini e sguardo scurissimo, folte sopracciglia nere, il profilo dritto delle statue elleniche. È morta il 14 settembre, a 96 anni, dopo una carriera di attrice di fama internazionale, spesso in ruoli che alludevano alle sue origini in importanti film come Zorba il greco, Il messaggio, Le troiane ed Elettra.

Ebbe notevole fortuna anche in Italia, che raggiunge il culmine, quando si cala nelle vesti di un’intensa Penelope nello sceneggiato Odissea (1968) di Franco Rossi, Piero Schivazappa, Mario Bava.

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Papas, malata da anni di Alzheimer, era nata in un paesino del Peloponneso, Chiliomodi, dove è morta, con il nome Irini Lelekou: il cognome Papas era un’eredità del primo marito, il regista greco Alkis Papas, con cui si sposa nel 1947 e di cui conserva il cognome per la carriera.

Eredita la passione per le scene dal padre, insegnante di teatro classico, e il teatro è il suo primo terreno di prova come attrice: studia presso la Royal School of Dramatic Art di Atene, prendendo lezioni di danza e canto, che le fruttano in seguito diverse belle interpretazioni canore lungo il corso della sua lunghissima attività artistica che dura più di cinquant’anni, con più di settanta titoli alle spalle.

Irene però avverte subito che è il cinema il terreno più consono alla sua natura melodrammatica, che la farà diventare musa e attrice feticcio del connazionale Michael Cacoyannis.

Addio a Irene Papas, attrice simbolo della Grecia nel cinema

19 foto

Nel film Elettra, del 1962, diretto da Michael Cacoyannis (Photo by Finos Film / Photo12 via AFP)
Nel film Ifigenia, del 1977, diretto da Michel Cacoyannis (Photo by Greek Film Center / Photo12 via AFP)
Nel film Ifigenia, del 1977, diretto da Michel Cacoyannis (Photo by Greek Film Center / Photo12 via AFP)
Nel film Zorba il greco, del 1964, diretto da Michael Cacoyannis (Photo by Photo12.com - Collection Cinema / Photo12 via AFP)
In Anna dai mille giorni, del 1969, con Charles Jarrott e Genevieve Bujold (Photo by Hal Wallis Productions / Collection ChristopheL via AFP)
In Un posto ideale per uccidere, del 1971, diretto da Umberto Lenzi (Photo by Compagnia Cinematografica Champi / Collection ChristopheL via AFP)
In Cristo si e fermato a Eboli , del 1979, diretto da Francesco Rosi (Photo by Rai 2 - Vides Cinematografica - / Collection Christophe via AFP)
In Ecuba di Euripide, rappresentata a Sagunto nel settembre 2001 ( ANSA-Manuel Bruque)
A Roma, nel 2000, per la rappresentazione di Ecuba e de Le troiane di Euripide (Alessia Paradisi / ANSA / PAL)
Con Giorgio Albertazzi, durante le prove di Edipo Re di Sofocle, nel 1999
Insieme alla pittrice Marina Karella, curatrice dei costumi, in occasione dell'allestimento di ''Ecuba e Le Troiane'' (ANSA /JI)
Con Michael Cacoyannis e Tatiana Papamoschou al Festival di Cannes (Photo by AFP)
In uno scatto del 1952 (Photo by Intercontinentale / AFP)
In uno scatto del 1952 (Photo by Intercontinentale / AFP)
In Ecuba nel 2001 ( ANSA-Manuel Bruque )
Con Antony Quinn in una scena del film di Michael Cacoyannis 'Zorba il Greco (ANSA ARCHIVIO)
Maurice Ronet, Omar Sharif, Romy Schneider, Claudia Mori, Audrey Hepurn, James Mason, Ben Gazzarra e Irene Papas durante le riprese del film ''Bloodline - Linea di sangue '' del regista Terence Young (1979) ( ANSA)
Nel film Inquietudine, del 1998, diretto da Manoel de Oliveira (Photo by Archives du 7eme Art / Photo12 via AFP)
In A ciascuno il suo (1967), con Gian Maria Volontè, diretto da Elio Petri (Photo by Archives du 7eme Art / Photo12 via AFP)

Esordisce sul grande schermo con un regista greco, Frixos Iliadis, con La città morta (1952) ed è subito Cannes, il podio massimo del cinema. La sua carriera da solida e brillante interprete si dirama dall’Europa a Hollywood, dai peplum ai western americani, dai film storici a quelli di avventura.

Subito dopo Cannes viene il tempo dell’Italia, dove Aldo Fabrizi la chiama per Una di quelle (1953), seguito da Steno e Mario Monicelli e Pietro Francisci per Attila (1956). È pronta quindi per il grande salto a Hollywood, dove è la protagonista femminile nel western La legge del capestro (1956) di Robert Wise, per poi passare al Dumas de Tre moschettieri (1957) di Joseph Lerner. La consacrazione arriva però dalla sua terra con Elettra (1962) di Cacoyannis, titolo dopo il quale vola di nuovo a L.A. per il blockbuster I cannoni di Navarone (1961) di J. Lee Thompson. Seguono Zorba il greco (1964) ancora di Cacoyannis con Anthony Quinn, in cui balla il sirtaki più famoso della storia del cinema con la colonna sonora di Miki Theodorakis.

Su quel solco “etnico” James Neilson la dirige in Giallo a Creta nel 1964, dopo il quale Papas torna in Italia per recitare con Gian Maria Volonté, diretta da un regista di peso come Elio Petri nel capolavoro sciasciano A ciascuno il suo (1967). Tra i grandi italiani, lavora con Lattuada in Le farò da padre (1974), Francesco Rosi in Cristo si è fermato ad Eboli (1979)e Cronaca di una morte annunciata (1986), Marco Ferrerine Il banchetto di Platone, film per la televisione francese del 1988, tratto dal Simposio e Mauro Bolognini nel 1989 ne I giganti della montagna di Luigi Pirandello.

Cacoyannis la dirige ancora ne Le troiane (1970), Ifigenia (1977) e Sweet Country (1987), mentre con Costa-Gavras lavora per Z - L’orgia del potere (1969), contro il regime dei colonnelli in Grecia, che ne sottolinea l’impegno e il coraggio politico contro la dittatura del suo Paese. Le costerà non poco. Tra i film importanti, Il leone del deserto (1981) di Mustafa Akkad, Assisi Underground (1985) di Alexander Ramati e lo sceneggiato televisivo Mosè, la legge del deserto (1974) del regista di impronta brechtiana Gianfranco De Bosio. Tra le ultime apparizioni, Yerma (1999) di Pilar Távora, Il mandolino del capitano Corelli (2001) di John Madden, mentre un ultimo ruolo lo ottiene nell’autoriale e di culto Un film parlato (2003) del longevissimo Manoel de Oliveira.

Interprete intelligente e disinibita, amava cimentarsi in progetti diversi, frutto anche del suo voler essere un’artista completa, che sapeva destreggiarsi anche nella musica. Partecipa a Songs of Théodorakis di Míkis Theodorákis nel 1968 e nel 1972 a 666, album della celebre band greca Aphrodite’s, bloccato dalla censura per le esplicite allusioni sessuali. Oltre che a due album con il compositore e tastierista del gruppo Vangelis.

Della sua vita privata si sa poco: fu molto amica di Audrey Hepburn con cui aveva recitato ne Le troiane e negli ultimi anni rivela un passionale e a lungo segreto amore con Marlon Brando.

Attrice versatile, Irène Papas è stata soprattutto un’interprete drammatica con sfumature di malinconia profonda che le caratterizzavano il bel viso severo e intelligente. Naturale sarebbe stato interpretare la vita della Callas, ma questo progetto, nella mente di molti, era inciampato sempre in problemi produttivi e impegni pregressi. Peccato.

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