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Aperte più di 500mila partite Iva: quasi una su due nella flat tax

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Partite Iva: tutto quello che c’è da sapere sulle novità fiscali del 2023

Nuovi avvi in calo dell’8,7% nel 2022 rispetto all’anno precedente. Professionisti al top: sono il 19% del totale

10 febbraio 2023
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2' di lettura

Sono 501.500 le nuove partite Iva aperte in tutto il 2022. E quasi una su due ha scelto all’avvio la flat tax: 23.131 (pari al 47,7%). Sono i dati forniti dall’Osservatorio delle partite Iva del dipartimento delle Finanze del Mef. Il valore complessivo dell’anno appena trascorso fa segnare un calo dell’8,7% rispetto al 2021, che era stato contrassegnato da un elevato numero di aperture a seguito dell’allentamento delle restrizioni legate al Covid. Se si guarda al settore produttivo, per la prima volta sono i professionisti ad aver registrato il maggior numero di aperture (circa il 19% del totale).

Il regime forfettario

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Rimane alto l’appeal della flat tax, che consente un regime fiscale agevolato e semplificazioni degli adempimenti. Ad aver scelto la strada del prelievo al 15% (che può scendere addirittura al 5% per le neoattività) sono state 239.131 partite Iva che hanno dichiarato di “aprire i battenti” nel corso del 2022. Si tratta del 47,7% calcolato sul totale delle nuove aperture. Ma naturalmente va ricordato che si tratta di un regime non accessibile a chi apre come società.

Prevale la forma individuale

Come spiega l’Osservatorio delle Finanze, «il 70% delle partite Iva è stato aperto da persone fisiche, il 22,3% da società di capitali e solo il 3,3% da società di persone. Rispetto al 2021 la diminuzione di avviamenti è generalizzata: dalle società di persone (-8,1%), alle società di capitali (-5,9%) fino alle persone fisiche (-4,9%)».

Calano anche i non residenti

I dati delle Finanze segnalano anche il considerevole calo di partite Iva avviate da soggetti non residenti (-51,3%) che «l'anno prima avevano, invece, segnato un notevolissimo aumento a causa dell'incremento delle vendite online dovute al periodo pandemico».

Professionisti al top

Per la prima volta, le attività professionali hanno registrato il maggior numero di aperture di partite Iva (circa il 19% del totale), seguite dal commercio (18,3%) e dall'edilizia (11%). Rispetto al 2021 tra i settori principali gli aumenti più evidenti si sono avuti nell'istruzione (+24,2%), nei trasporti (+11,8%) e nelle attività artistiche e sportive (+11,7%), mentre le maggiori flessioni hanno interessato l'agricoltura (-31%), il commercio (-26,6%) e i servizi d'informazione (-8,5%).

Il Nord in testa

L’analisi territoriale evidenzia, invece, che il 46,5% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,3% al Centro e circa il 31% al Sud ed Isole. Rispetto all’anno precedente quasi tutte le regioni mostrano una diminuzione di nuove attività: le maggiori si registrano in Friuli V.G. (-25,3%), Veneto (-19,4%) e Molise (-16,9%); in controtendenza solamente la Valle d'Aosta (+2,8%) e la Liguria (+0,3%).

La metà sotto i 35 anni

Il 49,6% delle nuove partite Iva è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 30,5% da soggetti nella classe 36-50 anni. Nel confronto con il 2021 si è di fronte a un decremento di aperture crescente all'aumentare dell'età degli avvianti (dal - 2,6% della classe più giovane al -13,6% della più anziana).

Mentre a livello di genere il 60,9% di aperture è avvenuto da parte di soggetti di sesso maschile.

Un quinto, invece, sono i soggetti nati all’estero che hanno aperto una partita Iva.

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