di Marco Mobili e Giovanni Parente
Partite Iva: tutto quello che c’è da sapere sulle novità fiscali del 2023
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Sono 501.500 le nuove partite Iva aperte in tutto il 2022. E quasi una su due ha scelto all’avvio la flat tax: 23.131 (pari al 47,7%). Sono i dati forniti dall’Osservatorio delle partite Iva del dipartimento delle Finanze del Mef. Il valore complessivo dell’anno appena trascorso fa segnare un calo dell’8,7% rispetto al 2021, che era stato contrassegnato da un elevato numero di aperture a seguito dell’allentamento delle restrizioni legate al Covid. Se si guarda al settore produttivo, per la prima volta sono i professionisti ad aver registrato il maggior numero di aperture (circa il 19% del totale).
Rimane alto l’appeal della flat tax, che consente un regime fiscale agevolato e semplificazioni degli adempimenti. Ad aver scelto la strada del prelievo al 15% (che può scendere addirittura al 5% per le neoattività) sono state 239.131 partite Iva che hanno dichiarato di “aprire i battenti” nel corso del 2022. Si tratta del 47,7% calcolato sul totale delle nuove aperture. Ma naturalmente va ricordato che si tratta di un regime non accessibile a chi apre come società.
Come spiega l’Osservatorio delle Finanze, «il 70% delle partite Iva è stato aperto da persone fisiche, il 22,3% da società di capitali e solo il 3,3% da società di persone. Rispetto al 2021 la diminuzione di avviamenti è generalizzata: dalle società di persone (-8,1%), alle società di capitali (-5,9%) fino alle persone fisiche (-4,9%)».
I dati delle Finanze segnalano anche il considerevole calo di partite Iva avviate da soggetti non residenti (-51,3%) che «l'anno prima avevano, invece, segnato un notevolissimo aumento a causa dell'incremento delle vendite online dovute al periodo pandemico».
Per la prima volta, le attività professionali hanno registrato il maggior numero di aperture di partite Iva (circa il 19% del totale), seguite dal commercio (18,3%) e dall'edilizia (11%). Rispetto al 2021 tra i settori principali gli aumenti più evidenti si sono avuti nell'istruzione (+24,2%), nei trasporti (+11,8%) e nelle attività artistiche e sportive (+11,7%), mentre le maggiori flessioni hanno interessato l'agricoltura (-31%), il commercio (-26,6%) e i servizi d'informazione (-8,5%).
L’analisi territoriale evidenzia, invece, che il 46,5% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,3% al Centro e circa il 31% al Sud ed Isole. Rispetto all’anno precedente quasi tutte le regioni mostrano una diminuzione di nuove attività: le maggiori si registrano in Friuli V.G. (-25,3%), Veneto (-19,4%) e Molise (-16,9%); in controtendenza solamente la Valle d'Aosta (+2,8%) e la Liguria (+0,3%).
Il 49,6% delle nuove partite Iva è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 30,5% da soggetti nella classe 36-50 anni. Nel confronto con il 2021 si è di fronte a un decremento di aperture crescente all'aumentare dell'età degli avvianti (dal - 2,6% della classe più giovane al -13,6% della più anziana).
Mentre a livello di genere il 60,9% di aperture è avvenuto da parte di soggetti di sesso maschile.
Un quinto, invece, sono i soggetti nati all’estero che hanno aperto una partita Iva.
Marco Mobili
Vice caporedattore
Giovanni Parente
Redattore
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