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Divinità e plexiglass: con i gioielli di GrandTour l’arte antica diventa pop

di Chiara Beghelli

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Nel marchio fondato dalla nuova generazione di una famiglia di antiquari di Roma l’estetica antica incontra materiali e colori contemporanei. Un progetto made in Italy che sta crescendo velocemente

13 luglio 2021
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3' di lettura

Quando il 18 novembre del 1755 Johann Winckelmann arriva a Roma ancora non sa che quel suo, personale viaggio darà inizio ufficialmente a un movimento collettivo, che porterà centinaia di viaggiatori da tutta Europa in Italia, alla ricerca di città, paesaggi, arte del passato. Il Grand Tour era nato, e proprio con Winckelmann portò con sé come corollario la convinzione che tutta l’arte antica fosse necessariamente bianca. Assunto falso, poiché le candide statue e i chiari resti dei templi che vediamo oggi erano in realtà intensamente colorati, con un gusto cromatico quasi pop.

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Arte antica e moderna, una passione di famiglia

Ora, accade che da Devi, storico negozio di antiquariato romano al 32 di via dei Coronari - la destinazione per eccellenza per gli amanti del genere - questa annosa discrepanza sia stata finalmente composta. È lì, nel negozio nato nel 1947 come laboratorio orafo, che Roberto e Michela Borrazzi, terza generazione della famiglia proprietaria, hanno avuto un’idea: mescolando la passione per l’arte antica che avevano respirato fin da piccoli, e per quella moderna ereditata dalla mamma, Violetta D’Eramo, esponente della Scuola Romana, hanno lanciato una linea di gioielli dove le due dimensioni temporali si incontrano e fondono. Una linea che hanno chiamato “GrandTour Collection”, e che porta su anelli, bracciali, collane, orecchini e gemelli motivi dell’arte antica mescolati a resine d’avanguardia, plexiglass e colori fluo.

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«Tutto è iniziato quando ho acquistato una collezione di 4mila fra camei e calchi a un’asta a Stoccarda - racconta dal negozio di via dei Coronari Roberto Borrazzi -. È rimasta lì per un po’, poi una sera, a casa di nostro padre Leonardo, insieme a lui e a mia sorella l’abbiamo riscoperta e abbiamo iniziato a giocarci, immaginando di farne dei gioielli che si ispirassero a quelli antichi ma fossero anche moderni. La mattina dopo ci siamo precipitati in negozio e abbiamo messo a punto un anello. Sempre quasi per gioco, lo abbiamo messo in vetrina. È stato venduto quasi immediatamente».

Dopo questo episodio, che risale a cinque anni fa, Roberto e Michela capiscono che la loro idea ha del potenziale. «Abbiamo passato un anno a studiare come poter dar vita a GrandTour - prosegue -. Infine ci siamo rivolti al distretto orafo di Arezzo, dove gli artigiani realizzano a mano tutti i componenti che poi assembliamo qui a Roma».

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Una manifattura totalmente made in Italy

A rendere speciali i gioielli di GrandTour Collection, dunque, sono le origini totalmente made in Italy, insieme al saper fondere valori ed estetiche universali alla giocosità, la leggerezza, la versatilità contemporanea. I motivi dei calchi, scelti fra i 4mila della collezione da cui tutto è iniziato, sono riprodotti con la millenaria tecnica a cera persa su una resina «molto resistente, una ricetta speciale che abbiamo messo a punto e che con il tempo tende a patinarsi, proprio come il marmo delle statue antiche», aggiunge Roberto. I supporti sono in bronzo, materiale che rimanda anch’esso al passato, placcato oro 18k («l’argento ci sembrava troppo scontato»), oppure pelle e caucciù per i braccialetti e plexiglass, che dà colore e leggerezza e osa anche toni animalier. In alcuni modelli i camei e i bracciali si possono cambiare, per avere un gioiello sempre diverso, ed esprimere anche diversi sentimenti. Le combinazioni disponibili sono oltre duecento.

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Fra i motivi più amati c’è la Medusa Rondanini, «che esprime una parte ancestrale di noi» e che fu ammirata da Goethe a Roma proprio durante il suo Grand Tour, ma anche Ercole, «simbolo della vittoria sulle difficoltà della vita», il dio dell’Amore Eros; ancora, la Lupa Capitolina, i profili di Euripide e di Antinoo, due volitive teste di Minerva. «Sono simboli di un sentire umano che travalica il tempo», dice Roberto, ed è anche per questo che il profilo Instagram di GrandTour Collection è seguito da quasi 16.700 persone.

Dal negozio ai musei di tutto il mondo

I gioielli sono venduti nel negozio di via dei Coronari, ma soprattutto online, in un sito dove si possono anche personalizzare le creazioni, con un processo molto intuitivo e divertente. «Siamo presenti anche negli shop di musei come il Metropolitan di New York, la National Gallery di Washington, a Roma ai Musei Capitolini e alla Galleria Borghese, e arriveremo anche al Louvre - spiega -. Il legame con l’arte e la cultura è sempre molto importante per noi. Abbiamo regalato alcune Mic Card (che consentono l’ingresso gratuito ad alcuni dei più importanti musei della Capitale, ndr) a molti dei nostri clienti, e abbiamo in attivo anche collaborazioni con il mondo del cinema».

Di fronte alla vetrina di Devi, Johann Wickelmann forse arriverebbe a pentirsi di aver pensato a un antichità in total white, per poi desiderare un simbolo di questo passato colorato come souvenir.

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