dal nostro corrispondente Beda Romano
Come comunica la Bce sui tassi di interesse (e dove andranno)
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Si sta rivelando migliore del previsto la situazione economica della zona euro, così come è tratteggiata dall’analisi della Commissione europea, pubblicata oggi, lunedì 13 febbraio, qui a Bruxelles. L’esecutivo comunitario si aspetta che l’unione monetaria riuscirà ad evitare a cavallo del 2022-2023 una recessione (ossia due trimestri di fila di contrazione economica). Lo scenario sul fronte della crescita si è fatto più rassicurante, anche se non mancano i rischi.
«L’economia europea ha fatto meglio delle previsioni, nonostante lo shock provocato dalla guerra russa in Ucraina – ha spiegato il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni –. Abbiamo iniziato il 2023 in modo migliore rispetto alle attese (…) Al tempo stesso, i cittadini europei saranno chiamati ad affrontare un periodo difficile. La crescita rallenterà (rispetto al 2022, ndr) e l’inflazione ridurrà la presa sul potere di acquisto solo gradualmente nei prossimi trimestri».
I dati parlano da sé. Bruxelles si aspetta una crescita nella zona euro dello 0,9% nel 2023 (rispetto a una previsione nell’autunno scorso dello 0,3% e rispetto a una espansione dell’economia che nel 2022 è stata del 3,5%). L’economia europea potrebbe evitare una contrazione nel primo trimestre, dopo averla evitata anche nel quarto trimestre dell’anno scorso. Le ragioni sono un calo del prezzo del gas, un recupero della fiducia e una tenuta del mercato del lavoro, spiega l’esecutivo comunitario.
Sul versante italiano, l’espansione dell’economia sarà dello 0,8% nel 2023 e dell’1,0% nel 2024. Mentre il dato di quest’anno registra un forte aumento rispetto alla previsione di novembre (0,3%), la stima per l’anno prossimo rimane pressoché stabile. L’inflazione è prevista del 6,1% quest’anno e del 2,6% l’anno prossimo. La Banca centrale europea ha già annunciato nuovi rialzi del costo del denaro nei prossimi mesi (attualmente il tasso di riferimento è al 3%).
Le nuove previsioni giungono mentre l’establishment comunitario si interroga sulla crisi di competitività dell’economia europea, principalmente a causa dello sconquasso energetico.
I Ventisette si sono riuniti la settimana scorsa per discutere dei modi per contrastare la concorrenza non sempre leale di Stati Uniti e Cina. Tra le altre cose, hanno deciso di allentare le regole sugli aiuti di Stato, promuovere i progetti di interesse comune, e rendere più efficiente l’uso del denaro comunitario.
Come al solito, le previsioni comunitarie di inverno (e di estate) prendono in considerazione solo i dati di inflazione e di crescita, lasciando deficit e debito alle stime pubblicate in primavera e in autunno. Sul fronte dell’inflazione, Bruxelles riduce leggermente le sue previsioni d’autunno: all’8,4% nel 2022, 5,6% nel 2023 e 2,5% nel 2024. Il calo è da imputarsi soprattutto agli sviluppi dei prezzi sul mercato dell’energia, spiegano gli economisti della Commissione europea. «Sebbene l’incertezza che circonda le previsioni rimanga elevata, i rischi per la crescita sono sostanzialmente equilibrati», conclude l’esecutivo comunitario. «La domanda interna potrebbe risultare più forte di quanto previsto se i recenti cali dei prezzi del gas all’ingrosso si ripercuoteranno maggiormente sui prezzi e i consumi si dimostreranno più resistenti. Tuttavia, non si può escludere una potenziale inversione di tendenza nel contesto delle continue tensioni geopolitiche».
Beda Romano
Corrispondente
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