di Eliana Di Caro
Ansa
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La 30esima edizione del Salone del Libro di Torino si chiude con il successo decretato anche dai numeri: 165.746 biglietti venduti, di cui 140.746 per i padiglioni del Lingotto e gli altri per le manifestazioni in giro per la città: quasi 40mila in più dell'anno scorso. «Al Salone in questi cinque giorni e notti è accaduto qualcosa di profondo che riguarda l'idea di comunità, di ritrovarsi insieme, di tornare a fare esperienza attraverso la cultura e i libri, dare la prova che in Italia si possono fare cose che diventano modello per l'estero. È successo nell'imprevedibile radioso maggio 2017»: così ha dichiarato nella conferenza stampa di chiusura il direttore Nicola Lagioia, annunciando la data dell'edizione 2018, in scena dal 10 al 14 maggio, e lanciando un accorato appello agli editori assenti quest'anno dopo lo strappo con Milano. «I grandi gruppi editoriali che non sono venuti - ha detto – li aspettiamo a braccia aperte. Abbiamo bisogno della loro competenza. Parlo da scrittore, come autore Einaudi, mi sono sentito mortificato per come un editore così importante per la storia di questa città sia stato costretto a chiedere a Mondadori il permesso per un piccolo stand. Amici di Mondadori, ci conosciamo da anni e c'è stima reciproca, aiutateci a fare di questo Salone qualcosa di ancora più bello e più prezioso, ne beneficeremo tutti. Ritroviamoci e lavoriamo insieme». Un augurio condiviso dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino: «Spero che il prossimo anno gli editori che non sono venuti a Torino saranno con noi insieme a tutti gli altri per contribuire a fare di questo evento sempre di più un grande appuntamento nazionale». Da Milano l'Assessore alla Cultura, Filippo Del Corno, ha risposto quasi in tempo reale su Facebook rilanciando però la sua proposta di una collaborazione-competizione con Tempo di libri, la fiera milanese, e mirando a riunire «in un unico arco una grande iniziativa di diffusione del libro e della lettura che abbia respiro nazionale, e dove le due fiere siano profondamente collegate».
Ma questo è il momento, per Torino, di raccogliere quel che si è seminato e, come ha sottolineato Lagioia, «dopo il 2006, l'anno delle Olimpiadi invernali, il 2017 sarà un'altra data simbolo per Torino». In effetti la partecipazione è stata altissima, l'entusiasmo crescente, gli incontri affollati e seguiti in qualche caso da pazienti file persino al “firma copie” dei libri. Gli stand hanno registrato successi clamorosi, anche rispetto all'anno scorso: ha chiuso con il doppio delle vendite Feltrinelli, Newton Compton ha dichiarato un incremento del 50%, Marcos y Marcos del 40%; oltre il 40% la crescita delle vendite di Sellerio. Per la casa editrice e/o incassi in crescita del 30%, per NN editore del 35%, in aumento del 30% gli scontrini per Rai Eri, del 20% quelli di Laterza.
La qualità degli ospiti – da Annie Ernaux a Yasmina Reza, da Paco Taibo II a Mathias Enard, da Amitav Ghosh a Daniel Pennac senza dimenticare i nostri Walter Siti, Giuseppe Montesano, Giorgio Agamben, Dacia Maraini e tanti tanti altri -, la tipologia, la varietà e il respiro degli argomenti ha reso la cinque giorni attrattiva per gente dagli interessi diversi. E anche i più piccoli si sono potuti divertire nel grande spazio colorato del Bookstock Village.
Eliana Di Caro
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