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«La finanza decentralizzata? Un rischio come i mutui subprime»

di Alessandro Longo

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Reuters

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Uno studio enfatizza i pericoli della DeFi per l’economia globale. Preoccupazioni espresse anche dal Financial Stability Board

19 marzo 2022
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2' di lettura

Un ordine esecutivo del presidente americano Joe Biden ha incaricato diverse agenzie governative di studiare una migliore regolamentazione sulle criptovalute.

In questo clima di attenzione per il ruolo che il mondo cripto pone nella finanza globale arriva uno studio di Hilary J. Allen, docente di diritto al Washington College of Law dell’American University. La docente mette in guardia sui rischi della finanza decentralizzata (DeFi), che equipara ai servizi di “shadow banking” non regolamentati come i mutui subprime e i credit default swap, che hanno posto le basi per la crisi finanziaria del 2008.

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L'idea è che DeFi si ammanti di un'opacità analoga a quella del 2008, con prodotti poco trasparenti e al di fuori del quadro regolamentare. «Abbiamo avuto prodotti finanziari nel 2008 che sono stati creati in un modo che era molto difficile da modificare quando le circostanze cambiavano, e questo limite ha reso l’intero sistema finanziario più fragile - sostiene J.Allen -. Con la DeFi stiamo usando nuovi tipi di programmi informatici per automatizzare certe transazioni finanziarie, i cosiddetti smart contract. Stanno automatizzando queste transazioni. E questo sviluppo sta aumentando la fragilità dell’ecosistema».

Secondo J.Allen finora l'attenzione dei regolatori ha riguardato solo gli investitori, il rischio di truffe ed eccessi di speculazione; invece bisognerebbe soffermarsi sui rischi di sistema posti dalla DeFi: «Nel 2008 le persone che hanno contratto quei mutui subprime sono state certamente danneggiate, ma ne è venuto un effetto a cascata per il resto dell’economia».

«Se la DeFi diventa sempre più integrata nel nostro sistema finanziario generale, allora i suoi problemi potrebbero estendersi alle banche, indebolendone la capacità di estendere il credito alle aziende. A quel punto l’economia comincia a bloccarsi», spiega J.Allen.

Preoccupazioni che trovano eco in un recente rapporto del Financial Stability Board (Fsb), che controlla le autorità finanziarie in 24 paesi:«Banche importanti sono sempre più esposte sulle cripto. Se la tendenza dovesse continuare, ne possono venire implicazioni per la stabilità finanziaria globale - si legge -. Come nel caso della crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti, un’esposizione contenuta non significa necessariamente una piccola quantità di rischio, in particolare se esiste una mancanza di trasparenza e una copertura normativa insufficienti».

L’Fsb, al pari dello studio, invita le autorità ad avere un ruolo più proattivo sulla regolamentazione. Ma non solo. «Data la natura internazionale e diversificata dei mercati delle attività cripto, le autorità a livello globale devono dare priorità alla cooperazione transfrontaliera e intersettoriale», conclude il rapporto.

«Gli sforzi per migliorare il monitoraggio e per ridurre al minimo l’arbitraggio normativo attraverso un’ulteriore cooperazione e condivisione delle informazioni sono necessari per tenere il passo con gli sviluppi delle criptovalute», prosegue l’Fsb.

L'ordine esecutivo di Biden sembra in linea con queste avvertenze ed è stato in generale bene apprezzato dalla comunità cripto, non ponendo paletti rigidi al fenomeno ma spingendo le autorità ad accelerare gli sforzi nei diversi campi della regolamentazione.

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