di Andrea Gagliardi
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Quasi tutta Italia da lunedì 26 aprile si risveglierà in zona gialla. Saranno arancioni solo cinque le regioni: Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d'Aosta. E solo la Sardegna resterà in fascia rossa. Tutte le altre (15) si tingeranno di giallo: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige (sia la provincia autonoma di Bolzano che di Trento), Umbria, Marche, Abruzzo, Toscana, Lazio, Campania e Molise. Tutte con Rt sotto 1 e rischio complessivo moderato o basso.
Sarà una mini «rivoluzione», perché gli abitanti di queste regioni «promosse», in base al nuovo decreto anti Covid potranno tornare al ristorante a pranzo e a cena (sia pure solo nei locali con tavoli all’aperto e con il limite del coprifuoco alle 22), andare a cinema a teatro e nei musei (che riapriranno con capienza limitata), praticare «sport di contatto» come calcetto e basket all’aperto, nonché spostarsi liberamente verso altre regioni gialle. Ecco perché cittadini e amministratori locali hanno guardato con crescente aspettativa al monitoraggio di venerdì 23 aprile dell’Istituto superiore di sanità, in base al quale sono stati attribuiti i nuovi colori con le ordinanze del ministero della Salute.
Come si arriva alla «promozione» in giallo? Ricapitoliamo le regole in vigore, che non sono state modificate dal nuovo decreto anti Covid che disciplina le riaperture. Sono obbligatori «quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive» per poter passare in area gialla. E i parametri da rispettare sono: Rt (l’indice che misura la velocità del contagio) sotto 1 e «rischio complessivo» basso o moderato. Un indicatore quest’ultimo risultato del calcolo di 21 parametri, dalla comparsa dei nuovi focolai al tasso di occupazione di ospedali e terapie intensive.
Restano in arancione perciò solo la Calabria (che ha un rischio complessivo alto), la Sicilia e la Basilicata (entrambe con Rt sopra 1). A queste si uniscono la Valle d’Aosta e la Puglia (entrambe scese sotto la soglia critica di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti), che escono dalla fascia rossa.
La Sardegna è l’unica regione a rimanere in lockdown, perché nel precedente monitoraggio aveva un Rt sopra la soglia critica di 1,25. E anche se nel monitoraggio odierno è sceso sotto soglia, servono «quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive» per poter essere promossi in arancione.
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Andrea Gagliardi
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