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Saipem definisce la rotta: il 15 marzo la revisione del piano al vaglio del cda. Nuova grana in Algeria

di Celestina Dominelli

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Reuters

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Il 23 febbraio il board approverà il preconsuntivo e le linee guida. Ma l’appuntamento clou è fissato per metà marzo quando sarà resa nota anche l’entità della manovra finanziaria

15 febbraio 2022
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3' di lettura

Un primo assaggio della nuova rotta, voluta dal neo dg Alessandro Puliti, l’ex direttore generale Natural Resources di Eni, si avrà già il prossimo 23 febbraio quando il cda di Saipem approverà il preconsuntivo 2021 e, soprattutto, le linee guida della revisione del piano strategico 2022-2025, presentato dal top management lo scorso ottobre e sostanzialmente superato dal profit warning lanciato nelle scorse settimane che ha mandato il titolo ko in Borsa. L’appuntamento cruciale da segnare in agenda, però, sarà quello del 15 marzo quando il board di Saipem approverà la ridefinizione della strategia e la manovra finanziaria che consentirà alla società di uscire dall’ultimo guado.

Il 15 marzo la revisione del piano strategico sul tavolo del cda

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Sarà allora che Saipem indicherà al mercato come intende muoversi per superare le conseguenze negative dell’allarme utili che l’ha portata a un pesante taglio delle stime dei risultati di fine anno e a una significativa revisione al ribasso del backlog soprattutto per via dei pesanti riverberi provocati da due commesse (il progetto di Total in Mozambico sul gas naturale liquefatto bloccato dai francesi per cause di forza maggiore e il maxi contratto per il parco eolico offshore di Edf a est della Scozia).

Lo schema della manovra di salvataggio

Le gambe del piano di salvataggio vanno infatti puntellate anche se lo schema di fondo è noto: una nuova iniezione di capitale da parte dei soci (Eni e Cdp Industria), che hanno anche sollecitato il rafforzamento del management (insieme a Puliti in Saipem è arrivato anche Paolo Calcagnini, ex vice dg e chief business officer della Cassa per potenziare l’attività di pianificazione e controllo finanziario delle commesse e non solo), che dovrebbe aggirarsi attorno agli 1,5 miliardi, ma le cifre definitive sono ancora oggetto di confronto, da affiancare a una rimodulazione del debito con le banche che hanno chiesto di rivedere i contratti di finanziamento sottoscritti con la società e legati a precisi covenant finanziari.

La nuova grana giudiziaria

Il quadro complessivo delle misure si andrà dunque definendo nelle prossime settimane. Ma nelle ultime ore su Saipem è piombata un’altra grana. La società ha infatti comunicato la decisione del Tribunale di Algeri ai danni di Saipem SpA, Saipem Contracting Algérie e Snamprogetti SpA Algeria Branch. In sostanza i giudici hanno comminato al gruppo un'ammenda e risarcimenti danni per circa 192 milioni di euro nel giudizio di primo grado nel procedimento penale in corso dal 2019 in Algeria relativamente, tra l'altro, alle modalità di assegnazione nel 2008 del progetto GNL3 Arzew.

Le accuse dei giudici algerini

Le ipotesi di accusa sono «maggiorazione dei prezzi in occasione dell’aggiudicazione dei contratti conclusi con una società pubblica a carattere industriale e commerciale beneficiando dell’autorità o influenza dei rappresentanti di tale società» e «false dichiarazioni doganali». Condannati anche due ex dipendenti del gruppo (l'allora responsabile del progetto GNL3 Arzew e un ex dipendente algerino) rispettivamente a 5 e a 6 anni di reclusione, mentre un altro è stato invece assolto da ogni accusa.

La difesa del gruppo: pronta l’impugnativa in appello

Le società sono pronte a impugnare in appello il verdetto «con conseguente sospensione degli effetti della stessa» dal momento che l’esito della sentenza determinerebbe la contabilizzazione nel bilancio 2021 del relativo onere. Nella nota con cui ha dato conto della decisione dei giudici algerini, il gruppo ha anche ricordato che l’autorità giudiziaria italiana «all'esito di un procedimento penale in cui sono state analizzate anche le modalità di assegnazione nel 2008 del progetto GNL 3 Arzew ha pronunciato il 14 dicembre 2020 sentenza di assoluzione in via definitiva»

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