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«Le due parti hanno compiuto progressi e sono pervenute a un accordo su alcune questioni specifiche. Questo è molto positivo». Lo ha dichiarato il leader cinese Xi Jinping nel suo colloquio con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, l’inatteso faccia a faccia che fa da culmine alla missione diplomatica di Blinken negli Usa. L’incontro è durato circa mezz’ora, a quanto riferiscono i media cinesi, chiudendosi con qualche apertura fra i due.
«La parte cinese ha chiarito la propria posizione e le due parti hanno concordato di dare seguito alle intese che io e il presidente Biden abbiamo raggiunto a Bali» lo scorso novembre a margine del G20, ha detto Xi, stando al resoconto dei media ufficiali cinesi, dopo i colloqui che Blinken ha intrattenuto prima con il ministro degli Esteri Qin Gang e poi con Wang Yi, capo dell’Ufficio della commissione Affari esteri del Comitato centrale del Partito comunista cinese. La speranza, ha detto Xi, è che le due parti convergano su una «stabile relazione», chiedendo agli Usa di adottare un approccio «razionale» e di agire «con responsabilità». «Le parti hanno compiuto progressi e raggiunto un terreno comune su alcuni punti specifici», ha detto Xi Jinping, definendo i progressi «una cosa molto positiva». «Spero che attraverso questa visita il segretario di Stato Blinken porti un risultato positivo alla stabilizzazione delle relazioni tra Cina e Stati Uniti», ha detto Xi.
Blinken ha replicato che è «obbligo» di Cina e Usa preservare i rapporti bilaterali: un impegno che sarà «onorato» dagli Usa, ha aggiunto. Lo stesso Blinken ha precisato poi che Washington sostiene il principio di una «un’unica Cina», considerando l’isola «parte inalienabile» del territorio cinese. «Non ci facciamo illusioni sulle sfide della gestione di questa relazione. Ci sono molte questioni su cui siamo in profondo disaccordo», ha detto il segretario di Stato Usa, esprimendo preoccupazione per le azioni «provocatorie» nello Stretto di Taiwan, ma anche nello Xinjiang, in Tibet e a Hong Kong. Sul fronte della guerra russa in Ucraina, Blinken ha ricevuto assicurazioni che Pechino non sta fornendo e non fornirà armi alla Russia da usare in Ucraina. «Non abbiamo visto prove che contraddicano questo - ha aggiunto il segretario di Stato -. Ciò che continua a preoccuparci, tuttavia, è la possibilità che le aziende cinesi forniscano tecnologia alla Russia che questa può utilizzare per promuovere la sua aggressione in Ucraina. Abbiamo chiesto al governo cinese di essere molto vigile su questo». La Cina, che si dichiara neutrale nel conflitto, chiede il rispetto del principio della sovranità degli Stati, Ucraina compresa, ma non ha mai condannato pubblicamente l’aggressione russa.
Blinken è il primo diplomatico americano di alto livello a visitare il Paese in cinque anni, in un contesto di gelidi rapporti bilaterali e di scarse prospettive per una svolta nella lunga lista di controversie tra le due maggiori economie del mondo. Dopo aver rinviato un viaggio a febbraio in seguito al sorvolo dello spazio aereo statunitense da parte di un presunto pallone spia cinese, Blinken è il più alto funzionario del governo statunitense a visitare la Cina da quando il presidente Joe Biden è entrato in carica nel gennaio 2021.
Il confronto fra Usa e Cina non si è mantenuto solo su toni amichevoli. Nel corso del precedente faccia a faccia, il capo della diplomazia cinese cinese Wang Yi ha ribadito a Blinken che Pechino non concederà «alcun compromesso» su Taiwan, escludendo dietrofront su uno degli snodi più delicati nelle relazioni internazionali.
«Il mantenimento dell’unità nazionale è sempre al centro degli interessi fondamentali della Cina e su questo tema la Cina non farà compromessi o concessioni», ha detto Wang a Blinken, che è attualmente in visita a Pechino, aggiungendo che Cina e Usa devono scegliere tra «cooperazione o conflitto. È necessario fare una scelta tra dialogo e confronto, cooperazione e conflitto», ha detto Wang a Blinken, secondo un servizio della televisione di stato cinese CCT.
Il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha accolto Blinken e il suo gruppo all’ingresso di una villa all’interno della Diaoyutai State Guest House di Pechino; i due hanno scambiato due parole in inglese prima di stringersi la mano davanti a una bandiera cinese e a una americana. Dopo essersi diretti in una sala riunioni, né Blinken né Qin hanno fatto commenti di fronte ai giornalisti ammessi ma in seguito il Dipartimento di Stato Usa ha fatto sapere che i colloqui sono stati «franchi», «sostanziali» e «costruttivi» e che il ministro degli esteri cinese ha accettato l’invito di Blinken ad andare a Washington dopo i colloqui a Pechino.
Il nodo principale resta quello di Taiwan, aspetto ribadito nei colloqui dal ministro degli Esteri di Pechino, secondo il quale «la questione di Taiwan è il fulcro degli interessi fondamentali della Cina, la questione più importante nelle relazioni Cina-Usa e il rischio più importante». La Cina, ha riferito il network statale Cctv, «esorta la parte Usa a rispettare il principio della Unica Cina» e ad attuare «l’impegno a non sostenere l’indipendenza di Taiwan».
Durante il suo soggiorno, che durerà fino a lunedì, Blinken dovrebbe incontrare anche l’alto diplomatico cinese Wang Yi e forse il presidente Xi Jinping, cercando di stabilire canali di comunicazione aperti e duraturi per garantire che la rivalità strategica tra i due Paesi non sfoci in un conflitto.
Si prevede che la visita di Blinken aprirà la strada ad altri incontri bilaterali nei prossimi mesi, compresi eventuali viaggi del Segretario al Tesoro Janet Yellen e del Segretario al Commercio Gina Raimondo. Potrebbe anche gettare le basi per incontri tra Xi e Biden in occasione di vertici multilaterali più avanti nel corso dell’anno. Biden ha dichiarato sabato che spera di incontrare il presidente Xi nei prossimi mesi.
Un incontro di novembre tra i due leader sull’isola indonesiana di Bali ha brevemente attenuato i timori di una nuova guerra fredda, ma dopo il volo del presunto pallone spia cinese sugli Stati Uniti, le comunicazioni ad alto livello sono state rare. Il resto del mondo seguirà da vicino il viaggio di Blinken, poiché un’eventuale escalation tra le superpotenze potrebbe avere ripercussioni a livello mondiale su tutto, dai mercati finanziari alle rotte e alle pratiche commerciali e alle catene di approvvigionamento globali.
«Entrambe le parti riconoscono la necessità di avere canali di comunicazione ad alto livello», ha dichiarato un alto funzionario del Dipartimento di Stato ai giornalisti durante una sosta di rifornimento a Tokyo, in viaggio verso Pechino. «Siamo a un punto importante delle relazioni e credo che sia importante ridurre il rischio di errori di calcolo o, come dicono spesso i nostri amici cinesi, fermare la spirale negativa delle relazioni», ha detto il funzionario. I legami tra i Paesi si sono deteriorati su tutta la linea, sollevando il timore che un giorno possano scontrarsi militarmente sull’isola autogovernata di Taiwan, che la Cina rivendica come propria. I due Paesi sono anche in disaccordo su questioni che vanno dal commercio agli sforzi degli Stati Uniti per frenare l’industria cinese dei semiconduttori e ai risultati di Pechino in materia di diritti umani.
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