di Marco Onnembo
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Raccontata in una parola, il tratto che accompagna la mostra “Arte a 33 giri” che da alcuni mesi sta affascinando il pubblico nello Spazio Musa a Torino, è originalità.
Una mostra dedicata al vinile d'autore che, spaziando da Matisse a Basquiat da Dubuffet a Beuys, attraversa tutta la storia della musica e dell'arte moderna e contemporanea, con la presenza di alcuni tra i suoi più grandi protagonisti.
La mostra che andrà avanti fino all'11 settembre, offre la possibilità di ammirare le opere di Picasso e Miró, di Warhol e Koons, e poi Hirst, Barcelò, Tapies, Haring, degli italiani Clemente, Paladino, Lodola, Pistoletto, Nereo Rotelli, D'Angelo, Zorio, oltre a grandi fotografi come Araki, Mapplethorpe, Ghirri e importanti illustratori quali ad esempio Crepax, Manara e tanti altri.
La mostra offre nuove prospettive su un mondo ancora in buona parte sconosciuto al grande pubblico. Sono più di 150 le cover d'artista anche sculture, dipinti, disegni, grafiche, e documenti che ci portano nel cuore di progetti creativi che hanno stimolato gli artisti nel realizzare veri e propri capolavori come ad esempio la cover componibile pensata per l'album dei Talking Heads “Speaking in Tongues” realizzata da Robert Rauchenberg.E poi, ad arricchire la kermesse, da due settimane è stato effettuato un upgrade torinese, con l'esposizione in una sala dedicata di trenta copertine di vinile 33 giri realizzate da artisti del capoluogo piemontese (come Nespolo, Ghirri, Pistoletto e Galliano) con il dichiarato intento di creare un mix di artisti riconosciuti a livello internazionale insieme a grafici, fumettisti e autori del panorama underground torinese.
Perché questa mostra? Perché la musica ha trovato nel vinile uno tra i più efficaci veicoli di diffusione popolare, entrando prepotentemente nelle case e divenendo strumento di moltiplicazione di espressioni e del gusto estetico e comunicativo. I rigidi, anonimi, e seriosi contenitori dei primi dischi inizialmente a 78 giri e successivamente a 33 e 45 giri, hanno visto, negli anni, l'irrompere di copertine coloratissime e a volte spiazzanti sotto il profilo grafico.
Questo sconvolgimento lo si deve ad Andy Warhol che, con una iconica copertina realizzata per i Velvet Undergound nel 1967, irruppe nel mondo della discografia cambiando radicalmente la concezione del contenitore e creando, probabilmente in maniera inconsapevole, il filone delle Art Cover che degli anni quaranta a oggi ha rivoluzionato la grafica contemporanea e il modo di promuovere la musica. Da segnalare, all'interno della mostra, le importanti collaborazioni tra artisti e interpreti come quella tra Lady Gaga e Jeff Koons o tra Rolling Stone e Andy Warhol o ancora tra Bruce Springsteen e Annie Leibovitz. O gli incontri tra Mario Schifano e Andy Warhol. Ad accompagnare la mostra, vi sono i testi di Alessandra Mammì, Sergio Secondiano Sacchi e Red Ronnie che offrono una lettura del percorso, illuminante e in grado di far capire e a prezzare il mondo stupefacente delle Cover d'Artista.
Arte a 33 Giri: da Matisse a Basquiat da Dubuffet a Beuys. Torino, Spazio Musa, fino al 11 settembre
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