Election day il 12 giugno 2022: si vota per referendum e amministrative
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Sono 18 i candidati alle elezioni amministrative di domenica ritenuti “impresentabili” dalla Commissione Antimafia, secondo il codice di autoregolamentazione dei partiti e la legge Severino. Un elenco ultimato a poche ore dal silenzio elettorale, frutto dello scrutino della Commissione, con l’aiuto della Direzione nazionale antimafia, di procure e tribunali. E proprio mentre si compievano le ultime verifiche a Roma, da Palermo arrivava la notizia dell’arresto di un altro candidato, Francesco Lombardo di Fratelli d’Italia. Sarebbe stato comunque “presentabilissimo”, ha sottolineato il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra.
Sono invece quattro le candidature a Palermo nella “black list”, tre per il centrodestra e uno del Pd, Totò Lentini, Giuseppe Milazzo, Francesco La Mantia, e Giuseppe Lupo. Molti sono in altri capoluoghi, e non solo al Sud: anche a Piacenza, Verona e Gorizia. A Frosinone è stato identificato come impresentabile anche un candidato sindaco, Mauro Vicano, di una lista civica.
Estorsioni, riciclaggio, corruzione, concussione sono alcuni dei reati contestati ai candidati impresentabili, il cui numero è esattamente il doppio rispetto alla precedente tornata elettorale lo scorso autunno, ma sono molti di più anche candidati vagliati 19.782 (erano stati 12mila la volta scorsa) in 57 consigli comunali, 4 capoluoghi di regione (Genova, L’Aquila, Catanzaro e Palermo) e 22 capoluoghi di provincia in 14 regioni.
Intanto si è chiusa con due arresti per scambio elettorale politico-mafioso la campagna elettorale a Palermo, contrassegnata fin dall’inizio dalle dure polemiche per l’impegno dei condannati per mafia Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro in sostegno di Roberto Lagalla (centrodestra). Ancora una volta, le manette sono scattate per un candidato del centrodestra. Dopo Pietro Polizzi (Forza Italia), è stato arrestato Francesco Lombardo, candidato nella lista di Fratelli d’Italia; entrambi, secondo la Procura hanno cercato i voti dei boss mafiosi, intercettati mentre parlavano con i due politici a fine maggio. E così Roberto Lagalla, candidato del centrodestra, ha dovuto parare i colpi avvertendo i partiti che lo appoggiano: «Se dall’indagine dell’Antimafia emergeranno degli impresentabili i partiti dovranno farli dimettere, altrimenti mi dimetterò io».
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