di Simona Rossitto
Daniele Peli, ad di Intred
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - «Il mondo delle tlc è in grande trasformazione, anche noi siamo molto attenti alle nuove opportunità proprio per cercare di trainare sempre di più quello che è il nostro core business, connettività e telefonia in primis». È la posizione di Daniele Peli, amministratore delegato di Intred, società della fibra attiva in Lombardia, quotata all'Egm di Borsa, nel corso di un'intervista a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e di Digit'Ed, nuovo gruppo attivo nella formazione e nel digital learning. «Noi – afferma Peli - operiamo solo in Lombardia con una nostra rete proprietaria e siamo molto competitivi nell'offerta alle Pmi che lavorano soprattutto sul territorio lombardo. Tuttavia, siamo molto più deboli se proviamo ad approcciare clienti che operano a livello nazionale, come ad esempio i grandi gruppi bancari».
«Mi sembra che il consolidamento – aggiunge Peli - sia un processo naturale, il nostro focus è sulle aziende che operano nel nostro settore, con caratteristiche particolari che ci possono permettere di crescere». Nel 2020 Intred ha concluso l'ultima operazione straordinaria, poi ha vinto due bandi nazionali per cablare 5.200 scuole in Lombardia. «Adesso, avendo avviato per bene il primo bando e avendo attivato circa 2400 scuole, siamo in anticipo con la tabella di marcia. Abbiamo anche fatto partire il secondo bando e sicuramente ora la nostra realtà è pronta a recepire nuove opportunità».
Quello dei servizi complementari alla fornitura di banda ultra- larga è anche per Intred «uno sbocco naturale per gli operatori di tlc», anche se non ci punta quanto i grossi gruppi. «Operando sui piccoli comuni dove ancora la fibra deve arrivare, abbiamo sentito meno il bisogno di fornire servizi come attività di system integrator e simili. Operiamo anche in questi mercati ma con quantitativi più piccoli». In prospettiva anche Intred pensa a incrementare l'offerta di servizi cyber o cloud.
Intanto, il settore delle telco ha bisogno di interventi e sostegno del governo per essere competitivo nel lungo periodo. E per questo i voucher per stimolare la domanda di connettività sono, secondo Intred, un valido aiuto. «In larghe fette del territorio abbiamo fibra ottica posata da noi, da Open Fiber o da Tim che non viene utilizzata, c'è una resistenza al cambiamento che va superata con incentivi specifici per la connettività». In passato, nota Peli, «c'è stato un grosso problema dovuto al fatto che gli incentivi provenissero dai fondi strutturali europei che sono indirizzati prevalentemente nelle regioni del Sud Italia. In regioni come la Lombardia, invece, sono stati esauriti molto rapidamente. Nel Sud Italia, invece, i voucher in tante regioni non sono stati usati, essendoci meno domanda, meno imprese e cittadini». In conclusione, dice l'ad di Intred, occorre «molta educazione al digitale, ma questo aspetto non si risolve solo con i voucher e in poco tempo».
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