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Leader del M5S, la rottura con Grillo, l’addio alla Camera: ascesa, declino (e rinascita) di Luigi Di Maio

Ue, Di Maio nuovo inviato per il Golfo persico

Leader del M5S, il più giovane vicepresidente della Camera, più volte ministro: il curriculum di Luigi Di Maio

23 aprile 2023
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2' di lettura

Luigi Di Maio, 36 anni, è stato pupillo di Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle e ministro (Sviluppo-Lavoro e Esteri). Dopo la rottura con il Movimento non è riuscito a farsi rieleggere come deputato e ha dunque concluso prematuramente la sua carriera parlamentare. La nomina a inviato Ue per il Golfo proposta dall’Alto Commissario europeo Borrell è però per lui un’occasione di tornare da protagonista sulla scena.

Gli inizi

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Nato ad Avellino e cresciuto a Pomigliano d’Arco, è figlio di un imprenditore edile. Si diploma al Liceo classico nel 2004 e poi inizia gli studi universitari in giurisprudenza senza però completarli. Nel 2007 aderisce al movimento di Grillo.

Vicepresidente della Camera

Giovanissimo neodeputato M5S, il 21 marzo 2013 Di Maio, da ragazzo semi sconosciuto di Pomigliano D'Arco che aveva aderito al movimento di Grillo nel 2007, viene eletto vicepresidente della Camera (il più giovane della storia, a 26 anni). In un movimento nato con il motto “uno vale uno”, quell'incarico di prestigio lo porta inevitabilmente a emergere. L'atteggiamento pacato spinge Grillo a definirlo un “politico” rispetto a figure emergenti più barricadere come quella di Alessandro Di Battista. Sarà a Di Maio che Grillo affiderà la guida politica, confermata con voto bulgaro su Rousseau.

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Giancarlo Cancelleri, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Alessandro Di Battista ai tempi d’oro del M5S

Vicepremier

Le elezione politiche del 4 marzo 2018 sono un trionfo per il M5S, ma bisogna scendere a patti con le altre forze politiche, in primis la Lega di Matteo Salvini, altro vincitore delle elezioni. Nasce il governo giallo-verde: Di Maio fa un passo indietro dalla premiership, ceduta a Giuseppe Conte, e diventa vicepremier e ministro dello Sviluppo e del Lavoro. Ma l'abbraccio con Matteo Salvini è mortale: la Lega decolla nei sondaggi e oscura il M5S.

L’addio alla leadership

Dopo la caduta del governo Conte 1, nel 2019, inizia a saldarsi l'intesa con il Pd. Segue il fuoco amico, il gelo di Grillo e il passo indietro dalla leadership del Movimento nel 2020. Ma la rinascita istituzionale è dietro l'angolo e coincide con l'approdo alla Farnesina nel 2019 sotto il Conte bis e con poi la conferma due anni dopo quando a palazzo Chigi arriva Mario Draghi. Al ministero degli Esteri conferma il suo atteggiamento pacato e pragmatico. Ma nel Movimento le cose non migliorano, tanto meno quando arriva Conte. Anzi. Fino alla resa dei conti.

Il nuovo partito

La frattura con il nuovo leader del M5S, Giuseppe Conte, avviene sull'invio delle armi all'Ucraina: l'ex premier critica il Governo, di cui lo stesso ministro degli Esteri pentastellato fa parte. Di Maio poi manda frecciate all'ex premier dopo l'ultimo ko elettorale alle comunali 2022 («Alle elezioni amministrative non siamo andati mai così male») e ne contesta l'atteggiamento ribelle («Non si può attaccare il governo un giorno sì e uno no»). Di Maio esce dal M5S nel giugno 2022 e insieme ai suoi fedelissimi, creando il gruppo parlamentare centrista (che guarda a sinistra) Insieme per il futuro, che rivendica il sostegno a Draghi. Il gruppo evolve poi nel partito Impegno Civico, con cui Di Maio si è presentato, all’interno della coalizione di centro-sinistra, alle elezioni politiche del 2022. Ottenendo appena lo 0,6%, non riesce ad essere eletto alla Camera.

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