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Due parchi eolici in Sardegna, da Falck e BlueFloat con Nora Ventu

di Davide Madeddu

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(Photobeps - stock.adobe.com)

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Prevista una produzione di energia per 1,2 milioni di utenze grazie a una capacità da 1,4 Gw, e un investimento che si aggira intorno ai 4 miliardi di euro

22 febbraio 2022
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3' di lettura

Due parchi eolici galleggianti al largo del sud Sardegna in grado di produrre energia per 1,2 milioni di utenze grazie a una capacità da 1,4 Gw, e un investimento che si aggira intorno ai 4 miliardi di euro. È il progetto che intende portare avanti la società Nora Ventu, nata dalla partnership tra Falck Renewables e BlueFloat Energy e con cui si prevede l'installazione di 93 torri galleggianti a sud dell’isola.

Al via le presentazioni

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Proprio in questi giorni la Nora Ventu ha annunciato l'avvio del percorso propedeutico alla presentazione del progetto dei due impianti che intende realizzare al largo del golfo di Cagliari, denominati Nora Energia 1 a sud ovest e Nora Energia 2 a sud Est. Il tutto per un investimento che dovrebbe aggirarsi intorno ai 4 miliardi di euro. «Il coinvolgimento delle realtà locali - fanno sapere Falck Renewables e BlueFloat Energy - inizia prima dell'avvio del procedimento autorizzativo, che avrà come primo passo una procedura di consultazione preliminare (scoping), finalizzata a indirizzare al meglio i contenuti dello studio di impatto ambientale».

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Già presentate richieste di concessione

A fine dicembre 2021, sono state depositate le richieste di concessione demaniale marittima, una per ciascuna delle due proposte progettuali, al Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile e alla Direzione marittima di Cagliari.

La tecnologia utilizzata

I due parchi eolici saranno realizzati utilizzando le tecnologie delle due aziende. Da una parte «la conoscenza della realtà energetica italiana di Falck Renewables» e dall’altra «l’esperienza di BlueFloat Energy nella tecnologia galleggiante, che consente il posizionamento delle turbine eoliche in mare aperto e profondo, senza realizzare fondazioni fisse». Aspetto, che, a sentire i promotori «minimizza gli impatti sull’ambiente marino e terrestre durante tutte le fasi del progetto e permette di intercettare la risorsa eolica dove è più abbondante, aumentando l’efficienza degli impianti e contribuendo al fabbisogno energetico della Sardegna».

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Energia per 1,2 milioni di utenze

I due parchi sorgeranno fuori dalle acque territoriali a una distanza variabile tra i 22 e i 34 chilometri. Nello specifico, il progetto Nora Energia 1 prevede l’installazione di 53 aerogeneratori, «per una capacità installata totale di 795 MW, posizionati nello specchio di mare del Canale di Sardegna a sud ovest del Golfo di Cagliari, a distanze comprese tra 22 km (distanza minima dalla costa) e 34 km». In questo caso si prevede una produzione annuale attesa di 2,6 TWh, «equivalente al consumo di oltre 700.000 utenze domestiche, e l’emissione evitata in atmosfera di circa 1,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno». Il secondo parco, denominato Nora Energia 2 prevede l’installazione di 40 aerogeneratori, per una capacità installata totale di 600 MW, nello specchio di mare all’interno del Canale di Sardegna a sud est del Golfo di Cagliari, circa 30 km a sud di Capo Carbonara. In questo caso si prevede una produzione annuale di 1,9 TWh «equivalente al consumo di oltre 500.000 utenze domestiche, e l’emissione evitata in atmosfera di oltre 1 milione di tonnellate di anidride carbonica all’anno».

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Le ricadute

Il progetto prevede, oltre alla produzione di energia, anche altre ricadute nei territori. Nello specifico durante le fase di fabbricazione, assemblaggio e costruzione dei due parchi è stata stimata la creazione di 4.000 posti di lavoro diretti. «Dopo l’entrata in esercizio dei parchi, oltre 300 occupati stabili per la manutenzione dei due impianti, di cui circa l’80% da risorse locali». Previsto inoltre l’approvvigionamento locale per la fornitura di beni e servizi e manodopera. E poi i porti. «I progetti - fanno sapere ancora dall’azienda - faranno perno sui principali porti industriali, come quello di Cagliari, per l’assemblaggio, la gestione e la manutenzione dei parchi». Non ultimo il coinvolgimento e la collaborazione con le università e i poli di ricerca.

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