Tecnologia
Pubblicità

Tecnologia

La Terra senz’acqua: siccità dal Sudamerica all’Europa

di Elena Comelli

Immagine non disponibile
(ANSA)

(ANSA)

Il cambiamento climatico provoca una carenza globale, con effetti sulle economie in tutto il mondo. Italia in testa in Europa per consumi idrici a usi civili

21 marzo 2023
Pubblicità

5' di lettura

È primavera, la stagione in cui fiumi e laghi si gonfiano dell’acqua che scende dalle montagne, ma quest’anno la magia non si compie. Sulle Alpi mancano i due terzi della neve, i ghiacciai sono ridotti ai minimi termini, il Po è in secca come in piena estate e il livello dei grandi laghi del Nord Italia è talmente basso da rendere le isole raggiungibili a piedi.

Le immagini che arrivano dalle campagne italiane lasciano prevedere un’estate da incubo: «Sarà peggiore di quella dell’anno scorso», dicono gli esperti. Ne abbiamo i primi sentori: il Po a Torino ha una portata inferiore del 35 per cento rispetto ai livelli già bassi del 2022; autobotti portano l'acqua potabile nei paesi montani del Cuneese e del Verbano e c'è chi lancia l'allarme “rubinetti asciutti” per 3,5 milioni di italiani.

Pubblicità

Le conseguenze dell’emergenza climatica

La siccità italiana è lo specchio di una carenza globale dovuta all’emergenza climatica, di cui stiamo sperimentando solo le prime conseguenze. Con l’aumento delle temperature, la situazione è destinata a peggiorare e in molte zone del mondo, dalla California all’Australia, già da tempo si contano i morti negli incendi e le persone costrette a lasciare le loro terre, ormai diventate inabitabili.

In occasione della giornata mondiale dell'acqua, che ricorre il 22 marzo, vale la pena di ricordare che già oggi quasi due miliardi di persone, un quarto della popolazione mondiale, sono a corto di acqua da bere e nel 2050 saranno quattro miliardi, in base alle stime della Banca Mondiale.

Molte zone del Corno d'Africa stanno affrontando il sesto anno consecutivo quasi senza pioggia: il segretario dell'Onu Antonio Guterres ha annunciato che nella sola Somalia 8,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza immediata e buona parte di loro ha deciso di emigrare per sopravvivere.

Anche vaste zone del Sudamerica fanno i conti con una siccità come non si vedeva da almeno 60 anni. Particolarmente colpito il “granaio” del mondo in Argentina: qui le stime dicono che si rischia di perdere tra il 40 e il 50% dei raccolti di grano e soia, equivalenti a un danno tra gli 8 e i 10 miliardi di dollari.

I tagli ai consumi d’acqua in Europa

In Europa i primi tagli ai consumi sono scattati in Francia, dove alcuni distretti fanno i conti con l'erogazione idrica a singhiozzo tra i Pirenei Orientali e le Bouches du Rhone. In Germania la navigazione sul Reno ha già subito limitazioni alle imbarcazioni che pescano troppo e rischiano di restare incagliate per il bassissimo livello del fiume.

I dati presenti nel Libro Bianco 2023 “Valore Acqua per l'Italia” curato da The European House - Ambrosetti, integrati con le evidenze del Blue Book 2023 di Utilitalia, confermano che l'Italia, con oltre 9 miliardi di metri cubi l'anno, è il primo Paese dell'Unione Europea per acqua prelevata ad uso civile. La media italiana del consumo potabile raggiunge i 154 metri cubi per abitante. Solo la Grecia, con 157 metri cubi per abitante, ci batte.

Siccità, cosa succede nel mondo

31 foto

Il famoso lago con il suo unico abitante, il chirocefalo, si trova a quota 1.940 metri, Montemonaco (AP).
L'isola dei Conigli, a causa della siccita' che affligge il lago di Garda, si raggiunge a piedi, Manerba (Brescia). (ANSA/ FILIPPO VENEZIA)
L'isola dei Conigli, a causa della siccita' che affligge il lago di Garda, si raggiunge a piedi, Manerba (Brescia). (ANSA/ FILIPPO VENEZIA)
L'isola dei Conigli, a causa della siccita' che affligge il lago di Garda, si raggiunge a piedi, Manerba (Brescia). (ANSA/ FILIPPO VENEZIA)
Fiume Po in secca a Torino. (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)
La portata del fiume Po è diminuita drasticamente per la siccità invernale formando isole e spiaggette all'altezza di piazza Vittorio Murazzi. (ANSA/TINO ROMANO)
Fiume Po in secca a Torino. (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)
Secca del fiume Po a causa della siccità. (Ansa/Salvo Liuzzi)
Il ponte sul Fiume Po a Pieve Porto Morone in provincia di Pavia. (ANSA/PIERPAOLO FERRERI)
Coltivazione di alberi di ulivo per la produzione di olio di oliva su un promontorio del Gargano, (Foggia). (ANSA / GIUSEPPE GIGLIA)
I pescatori usano una rete per catturare i pesci che farebbero fatica a sopravvivere nell’acqua a basso contenuto di ossigeno al fine di proteggere l’acqua potabile nel bacino idrico di Sau, a circa 100 km (62 miglia) a nord di Barcellona. Spagna. La Spagna è entrata in un periodo di siccità a lungo termine a causa delle alte temperature e delle scarse precipitazioni negli ultimi tre anni e probabilmente dovrà affrontare un altro anno di ondate di caldo e incendi boschivi. (AP Photo/Marc Sanye)
I pescatori usano una rete per catturare i pesci che farebbero fatica a sopravvivere nell’acqua a basso contenuto di ossigeno al fine di proteggere l’acqua potabile nel bacino idrico di Sau, a circa 100 km (62 miglia) a nord di Barcellona. Spagna. La Spagna è entrata in un periodo di siccità a lungo termine a causa delle alte temperature e delle scarse precipitazioni negli ultimi tre anni e probabilmente dovrà affrontare un altro anno di ondate di caldo e incendi boschivi. (AP Photo/Marc Sanye)
La gente guarda i pescatori mentre raccolgono il pesce dal bacino di Sau mentre le riserve di acqua potabile sono scese al livello più basso dal 1990 in Catalonia, vicino a Vic. (REUTERS/Nacho Doce)

Isola di San Biagio, Lago di Garda,vicino a Lido di Manerba. (REUTERS/Alex Fraser)
Isola di San Biagio, Lago di Garda,vicino a Lido di Manerba. (REUTERS/Alex Fraser)
L’acqua scorre nel fiume Los Angeles a Los Angeles, California. Dopo una serie di tempeste fluviali atmosferiche che hanno colpito la California negli ultimi mesi, i livelli dell’acqua nei bacini idrici e nei fiumi dello stato sono aumentati, probabilmente portando la fine dei tre anni di siccità della California. (EPA/CAROLINE BREHMAN)
Questa veduta aerea mostra l’All-American Canal lungo il confine tra Stati Uniti e Messico vicino a Holtville, in California. Una coltre di raccolti ricopre il pavimento dell’Imperial Valley nella California meridionale, un mosaico di verdi vivaci dato vita da il fiume Colorado in un paesaggio sbiancato dal sole del deserto. Ma mentre una siccità pluridecennale disidrata l’ovest degli Stati Uniti e il fiume un tempo possente si assottiglia, vengono poste domande sul motivo per cui a una manciata di agricoltori è consentito prendere tanta acqua quanto tutto il Nevada e l’Arizona messi insieme.. (Photo by SANDY HUFFAKER / AFP)
Questa foto aerea mostra la continua costruzione di nuove case, nonostante la mancanza d’acqua, a Rio Verde Foothills, in Arizona. - Le case nelle colline pedemontane del Rio Verde in rapida crescita non hanno mai avuto acqua corrente - non ci sono condutture - quindi le 500 famiglie che non hanno accesso ai propri pozzi hanno acquistato autocisterne da Scottsdale. Ma la vicina città di Scottsdale ha deciso che non poteva più permettersi di vendere la sua fornitura in diminuzione dal fiume Colorado, mentre una siccità decennale morde il West americano. (Photo by Gilles CLARENNE / AFP)
Vista generale del lago Montbel parzialmente prosciugato ai piedi dei Pirenei mentre la Francia affronta record di periodi di siccità invernali che fanno temere un’altra estate di siccità e restrizioni idriche. (REUTERS/Sarah Meyssonnier)
Una conchiglia è vista sulla terra screpolata e asciutta del lago Montbel parzialmente asciutto ai piedi dei Pirenei mentre la Francia affronta un periodo di siccità invernale da record che fa temere un’altra estate di siccità e restrizioni idriche. (REUTERS/Sarah Meyssonnier)
Una vista mostra il lago Montbel parzialmente prosciugato ai piedi dei Pirenei mentre la Francia affronta un periodo di siccità invernale record che fa temere un’altra estate di siccità e restrizioni idriche. (REUTERS/Sarah Meyssonnier)
Un camion che trasporta tronchi percorre la Route 5 sopra il ponte-diga presso il bacino prosciugato di Canelon Grande appena a nord di Canelones, nel sud dell’Uruguay, mentre il paese attraversa una grave siccità. - Lo scopo principale del serbatoio è quello di fornire acqua potabile all’area metropolitana di Montevideo, mentre viene utilizzato anche nei sistemi di irrigazione della zona. (Photo by Pablo PORCIUNCULA / AFP)
I girasoli secchi sono visti in una fattoria, nel mezzo della peggiore siccità argentina degli ultimi sessant’anni, a Tostado, nel nord di Santa Fe, in Argentina. (REUTERS/Miguel Lo Bianco)
I pescatori raccolgono il pesce dal serbatoio di Sau mentre le riserve di acqua potabile sono scese al livello più basso dal 1990 in Catalogna, vicino a Vic. (REUTERS/Nacho Doce)
Una fotografia scattata mostra il lago Serre-Poncon parzialmente asciutto, vicino a Embrun, nelle Alpi francesi. (Photo by Nicolas TUCAT / AFP)
Tino Lutke, 35 anni, dalla Germania, fa volare un aquilone vicino al villaggio di San Roman de Sau che è stato parzialmente sommerso ed è riemerso poiché il bacino idrico di Sau ha il livello più basso dal 1990 a causa dell’estrema siccità in Catalogna, vicino a Vic, in Spagna. (REUTERS/Nacho Doce)
Veduta aerea di una foresta bruciata dagli incendi a Portal Cambyreta, tra Villa Olivari e Ituzaingo, provincia di Corrientes, Argentina. - Gli incendi nell’Argentina colpita da ondate di caldo e siccità hanno divorato circa 6.000 ettari (14.800 acri) di foreste nella provincia settentrionale di Corrientes in pochi giorni, hanno riferito i funzionari martedì.(Photo by Sebastián Toba / AFP)
Una vista generale di un lago che si prosciuga in una calda giornata estiva vicino ad Ajmer . - La Terra è più calda di quanto non sia stata in 125.000 anni, ma le ondate di calore mortali, le tempeste e le inondazioni amplificate dal riscaldamento globale potrebbero essere solo un assaggio poiché i combustibili fossili che riscaldano il pianeta mettono a rischio un futuro “vivibile”.o conclude il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite su Climate Change (IPCC), che ha avviato un incontro di una settimana per distillare sei rapporti fondamentali per un totale di 10.000 pagine preparati da oltre 1.000 scienziati negli ultimi sei anni.(Photo by Himanshu SHARMA / AFP)
Una fotografia mostra il lago Serre-Poncon parzialmente asciutto, vicino a Embrun, nelle Alpi francesi. (Photo by Nicolas TUCAT / AFP)
Una fotografia mostra il lago Serre-Poncon parzialmente asciutto, vicino a Embrun, nelle Alpi francesi. (Photo by Nicolas TUCAT / AFP)

Se consideriamo i consumi idrici a uso civile gli italiani non hanno rivali tra i Paesi dell'Unione: 220 litri per abitante al giorno contro una media Ue di 165. Per di più, l'infrastruttura idrica italiana è un colabrodo. La percentuale di perdite idriche in fase di distribuzione raggiunge il 41,2%, collocando il nostro Paese al quart'ultimo posto tra i 27 Paesi Ue+Uk, mentre il dato relativo alle perdite lineari, pari a 9.072 m3/km/anno, ci colloca all'ultimo posto in Europa.

L'Europa ci ricorda inoltre che ci sono nuovi inquinanti emergenti dei quali dobbiamo farci carico: ce lo ricordano la recente direttiva sulle acque potabili, che ci chiama a monitorarne presenza e concentrazioni e la nuova proposta di direttiva acque reflue, che chiede di rimuovere microplastiche e farmaci nei depuratori, prevedendo trattamenti più incisivi per assicurare che l'acqua reimmessa nell'ambiente non danneggi gli ecosistemi. L'asticella si alza ancora con la seconda direttiva che chiede alla depurazione di raggiungere l'autosufficienza energetica, cioè di contribuire con la produzione di energia rinnovabile alla decarbonizzazione.

Le risorse nel Pnrr

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha stanziato risorse per circa 4 miliardi di euro per interventi volti a ridurre le perdite idriche, digitalizzare le reti, realizzare nuovi invasi, ma per affrontare il problema delle carenze idriche italiane non è sufficiente occuparsi degli usi civili, che assorbono meno di un terzo dei prelievi complessivi. L'agricoltura assorbe circa il 50 per cento dell'acqua dolce prelevata dall'ambiente.

Dunque, ogni iniziativa di adattamento e mitigazione non può prescindere da un ripensamento sulle colture nel nostro paese. Possiamo ancora permetterci varietà o colture a elevato fabbisogno di acqua? Se non vogliamo rinunciarvi, ci sono esperienze, come quella israeliana, che ci indicano una via maestra: il riuso dell'acqua depurata in agricoltura, in particolare per le colture maggiormente idro-esigenti.

Il potenziale anche qui sarebbe elevato, ma in Italia c'è ancora molta diffidenza, dettata sia dal timore di come potrebbe essere accolta dal consumatore una scelta di questo tipo, sia dal fatto che l'acqua utilizzata in agricoltura è oggi prelevata dall'ambiente in modo spesso non regolamentato e, soprattutto, a costi nulli o irrisori.

Arera nella sua relazione annuale ci ricorda che riutilizziamo solo il 4 per cento dell'acqua depurata. Un recente studio Enea ha misurato che con il riuso potremmo soddisfare fino al 70 per cento del fabbisogno di acqua in agricoltura di una regione come l'Emilia-Romagna, riducendo del 30 per cento i costi per i concimi.

Verso un’economia circolare dell’acqua

Un primo passo verso l’economia circolare dell’acqua è stato già compiuto, nell’ambito del Circular Economy Action Plan varato da Bruxelles due anni fa. L’obbligo di depurare tutte le acque reflue urbane e di riutilizzarle completamente in agricoltura, infatti, è già in vigore dal 13 maggio 2020 sul territorio dell’Ue e l’Italia sarà passibile di sanzioni se non recepirà la nuova normativa di qui a un anno, entro il 26 giugno 2023. A parte le carenze normative, resta il fatto che il nostro Paese è molto indietro su questo punto.

Dalla mappa interattiva del Water Information System for Europe, dove sono pubblicati i dati sui progressi di ciascun Paese verso gli obiettivi di trattamento delle acque reflue, la protezione dei sistemi idrici sensibili, l’utilizzo dei fanghi e le emissioni di gas serra dal settore – risulta che nei 27 Paesi Ue si raccoglie in media il 90% delle acque reflue urbane, con quattro Paesi – Austria, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi – che trattano il 100% delle proprie acque reflue in conformità ai requisiti della direttiva, mentre altri 10 Paesi hanno raggiunto un tasso di conformità superiore al 90%.

All’altra estremità della scala ci sono cinque Paesi – Irlanda, Bulgaria, Romania, Ungheria e Malta – che rispettano gli standard in meno della metà delle loro aree urbane. Per quanto riguarda l’Italia, solo il 56% delle acque reflue risulta trattato in conformità con la direttiva, contro una media Ue dell’82%.


Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy