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C’è anche un’emergente ristorazione innovativa e coraggiosa. Un esempio è Open Farm Community, un progetto di ristorante con agricoltura urbana “zero waste” su un suolo che non produce praticamente nulla: a Singapore si importa tutto, anche l’acqua potabile, ma la sfida di Oliver Truesdale, lo chef canadese responsabile dell’esperimento sostenibile, è realizzare (con discreto successo) due orti, uno tropicale e uno in permacultura per rifornire la cucina a vista in una serra luminosa dove si ordina ceviche di dentice con zenzero e acetosella, anatra confit ma anche piatti vegani e gluten free, una fissazione dei menù metropolitani. Non si può parlare di una cucina tradizionale, senza nominare quella cinese. Il miglior ristorante cinese della città è Cassia, e si trova all’interno del resort Capella Singapore, che passerà alla storia per aver ospitato l’incontro tra Donald Trump e Kim Jong Un il 12 giugno 2018. L’ala nuova è stata progettata dallo studio Foster+Partners per aggiungere altre camere (tra ville e suite sono 112, tra le più grandi in città), la spa Auriga (con trattamenti ayurvedici anche per i cani), e il ristorante di cucina casalinga italiana a cura dell’argentino Mauro Colagreco, miglior chef del mondo secondo le classifiche 50 Best Restaurants (però l’executive, Antonio Corsaro, è campano.
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