Coronavirus: il bollettino del 12 gennaio 2022
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Dopo aver tentato, senza successo, di rinviare l’apertura delle scuole, ora il pressing delle Regioni si sposta sul bollettino che registra i positivi e sulla necessità di rivedere i parametri di classificazione dei ricoveri ospedalieri, senza più considerare gli asintomatici. Non solo; i governatori chiedono di semplificare la vita a chi è risultato positivo al Covid ma è vaccinato e non presenta problemi di salute: per l’asintomatico l’isolamento andrebbe ridotto a cinque giorni (ora sono sette) e dovrebbe essere esentato dall’obbligo tampone per poter tornare in comunità.
Tutte istanze che riflettono la preoccupazione da parte dei governatori per il possibile cambio di colore con passaggio all’arancione e conseguenti restrizioni per tutti. Allo stato attuale l’Iss, l’Istituto superiore di sanità, chiude: la sorveglianza, si legge nelle faq pubblicate nella serata di giovedì 13 gennaio sul sito, «deve contenere i positivi e non solo i casi con sintomatologia più indicativa di Covid-19 (sintomi respiratori, febbre elevata, alterazione gusto e olfatto)». «La maggior parte delle infezioni, in particolare nei vaccinati, decorre in maniera asintomatica o con sintomi molto sfumati - si legge ancora nel chiarimento -. Non sorvegliare questi casi, limiterebbe la capacità di identificare le varianti, le loro caratteristiche e non potremmo conoscere lo stato clinico che consegue all’infezione nelle diverse popolazioni». Inoltre, «non renderebbe possibile monitorare l’andamento della circolazione del virus nel tempo».
Della questione si occuperà il Cts con un parere che dovrebbe arrivare venerdì 14 gennaio.
C’è poi il ripensamento dei dati sulle ospedalizzazioni. Le regioni sono in pressing sul ministero della Salute affinché il bollettino non inserisca più nel monitoraggio dei ricoverati per contagio Covid i pazienti che sono in ospedali per altri motivi, dai traumi agli interventi. In prima linea la Lombardia, regione che conta il maggior numero di ricoverati col Covid in terapia intensiva e nei reparti ordinari, ha chiesto al ministero della Salute di non conteggiare come ricoveri dovuti a coronavirus i “pazienti centauri”, cioè ospedalizzati per altre patologie e poi risultati positivi. Ciò per «dare una rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali causata dal Covid». Da venerdì 14 gennaio la Regione darà ancora il numero totale dei ricoverati positivi ma «sarà in grado di distinguere all’interno dei “ricoveri Covid positivi”, quali afferiscono direttamente a una patologia “Covid-dipendente” (polmoniti e gravi insufficienze respiratorie)».
Di alleggerimento delle misure ha parlato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato: «Io credo che bisogna semplificare le procedure per gli asintomatici completamente vaccinati: negli Usa in questo caso la quarantena finisce dopo 5 giorni. Se il Cts intraprendesse questa linea di conseguenza non servirebbe contare gli asintomatici. Serve semplificare».
Una linea sposata anche dagli esperti, come il direttore dello Spallanzani Francesco Vaia:«Sono diminuiti i ricoveri in terapia intensiva. Se questo trend, figlio della campagna vaccinale della terza dose, si stabilizzerà abbiamo bisogno di andare incontro alle esigenze dei cittadini e snellire le procedure di isolamento e quarantena».
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