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«Cultura e turismo nuove sfide subito investimenti sul brand»

di Michele Romano

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Recupero e riqualificazione. Gli investimenti del Comune di Pesaro fino al 2023 riguardano in gran parte i contenitori del Centro città e le scuole, inquesta foto piazza del Popolo

Recupero e riqualificazione. Gli investimenti del Comune di Pesaro fino al 2023 riguardano in gran parte i contenitori del Centro città e le scuole, inquesta foto piazza del Popolo

Il sindaco di Pesaro, Capitale della Cultura 2024: «Promuovere fin da ora un marchio che vale centinaia di milioni. Così daremo più competitività anche alle nostre aziende»

15 aprile 2022
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4' di lettura

Di Pesaro parla come di «una città orchestra, dove arte, cultura, natura, inclusione, tecnologia e transizione ecologica suoneranno insieme, coinvolgendo anche gli altri comuni della provincia». Lo definisce un «racconto di amore» e i primi a doverlo fare «devono essere i pesaresi, perché questa sarà la riscossa di gente orgogliosamente di provincia ma mai provinciale». Gente che Matteo Ricci conosce bene, per essere stato presidente della Provincia di Pesaro e Urbino (dal 2009 al 2014) e poi sindaco della città co-capoluogo, e con la quale intrattiene anche un solido rapporto digitale.

Più cultura, più turismo, più servizi e meno manifattura?

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La manifattura è una voce importante del nostro Pil e rimane un settore insostituibile su cui contare. Sicuramente abbiamo grandi margini di crescita sulla cultura e turismo: essere Capitale della Cultura 2024 rappresenta una grande opportunità che può durare negli anni. Per questo, già da oggi, dobbiamo mettere a terra i tanti progetti e iniziative e promuovere un brand che vale centinaia di milioni di euro. Se riusciremo a giocare bene questa sfida daremo ulteriore grande competitività anche alle nostre aziende.

Che investimenti sono in programma da qui a fine 2023?

La maggior parte riguardano i contenitori del Centro città e le scuole. Tra i primi interventi che si concluderanno c’è quello che restituirà alla città una struttura strategica, l’ex Palazzetto di viale dei Partigiani. Quelli a Palazzo Ricci, Palazzo Almerici, il Pedrotti, il Centro Arti Visive Pescherie. Sta per partire un intervento nel cuore della città: la riqualificazione di piazza del Popolo, che prevede una nuova pavimentazione. Poi le scuole, che vogliamo renderle sempre più sicure e al top dell’efficientamento energetico e ancora interventi sugli asili.

L’ufficio comunale Sviluppo & Opportunità ha accelerato gli investimenti…

Negli ultimi cinque anni abbiamo ottenuto circa 30 milioni di euro, all’aggiudicazione di bandi europei, nazionali e regionali su rigenerazione urbana, cultura, ambiente e sostenibilità, infrastrutture, sport e giovani, sociale, turismo.

Un progetto che più degli altri le sta a cuore?

Chiudere la vicenda del vecchio palasport per dare un ulteriore impulso a turismo e convegnistica: diventerà Auditorium Scavolini, uno spazio prestigioso che sarà destinato alla musica e a disposizione di congressi e dello sport.

Non teme che possa succedere come per Amazon a Jesi: la burocrazia che frena?

È fondamentale intervenire sui tempi della burocrazia e puntare sulla velocità, che non è solo democratica, ma anche etica. Proprio nell'eccesso di burocrazia alligna e prospera la corruzione, livellando verso il basso la competitività e danneggiando le imprese sane e il tessuto economico”.

I suoi detrattori dicono che però a lei piace essere un solo uomo al comando…

No, mi piace dare risposte. Perché non c’è cosa peggiore che avere una pubblica amministrazione che non prende decisioni.

Dove è fallito, finora, il suo progetto di fare di Pesaro la prima città delle Marche?

Abbiamo fatto grandi passi avanti: Pesaro è salita 97mila abitanti, grazie alla fusione per incorporazione del Municipio di Monteciccardo e siamo a meno di duemila abitanti da Ancona, il capoluogo regionale. Abbiamo creato un Unione dei Comuni nella Valle del Foglia, stiamo lavorando con l’Unione Pian del Bruscolo per un comprensorio di 120 mila abitanti e per mettere insieme sempre più servizi, a partire dalle politiche sociali, che saranno la nuova sfida. Oltre a quelli che attualmente sono già presenti. Se saremo bravi e lavoriamo bene, magari nei prossimi anni dall’Unione dei Comuni si potrà passare ad un unico comune.

Pesaro è la seconda città per numero di abitanti, Fano la terza: distano 10 chilometri e sono praticamente in soluzione di continuità. L’aggregazione sembrerebbe naturale, invece?

Pesaro e Fano sono il terminale di due vallate diverse, ma stiamo lavorando molto insieme sugli aspetti culturali, urbanistici, ciclabili. E insieme cerchiamo di affrontare il tema della modernizzazione della rete ferroviaria. Abbiamo già ottenuto la volontà di finanziare la variante di Pesaro per arretrare la ferrovia, mi auguro che questa variante possa coinvolgere da subito anche Fano, perché questo aprirebbe scenari interessantissimi dal punto di vista del litorale e turismo.

Ha scritto tre libri: sulla ricerca della felicità, sui sindaci protagonisti della ripartenza e su come vincere l’odio. Quale sarà il tema del prossimo libro?

Tra pandemia, crisi energetica e guerra, gli ultimi due anni sono stati sicuramente surreali e non ho avuto modo di fermarmi a pensare al tema del prossimo libro. Di certo nel 2023 lancerò qualcosa di nuovo.

Nel 2024 lascerà definitivamente la poltrona di sindaco. Alzi lo sguardo fino al 2050: come sarà Pesaro?

Negli ultimi anni sono successe cose inimmaginabili. Prima una pandemia mondiale, poi la guerra. Fatti con cui dovremo fare i conti per diverso tempo. Di certo grazie agli innumerevoli investimenti che stiamo attraendo la nostra città, sarà più moderna, sostenibile e ancora più bella. Oggi Pesaro è una città nazionale, spero che nel 2050 lo sia ancora di più a livello nazionale.

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