di Cristina Casadei
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Il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro della chimica farmaceutica, se guardiamo alla sua parte normativa, sarà lo strumento per affrontare la transizione digitale e green, ma anche per sviluppare ulteriormente temi su cui questi settori hanno una sensibilità storica, come la formazione, il welfare e la salute e sicurezza.
Se invece guardiamo alla sua parte economica, il nuovo contratto riconosce un incremento sui minimi al livello medio di riferimento (D1) di 204 euro e sarà lo strumento per recuperare il potere d’acquisto in una fase di forte crescita dell’inflazione. La platea interessata, secondo i sindacati, arriva a 210mila addetti e 3mila imprese. È questa la conclusione a cui sono arrivati Federchimica, Farmindustria e tutti i sindacati di categoria (Filctem, Femca, Uiltec, Ugl Chimici, Failc-Confail, Fialc-Cisal) siglando l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto, in anticipo sulla scadenza che era alla fine di questo mese. Adesso la parola passa ai lavoratori che dovranno votare l’intesa.
L’incremento di 204 euro comprende i 32 euro di Edr (elemento distinto della retribuzione) che sono già stati erogati dalle imprese e che verranno portati sui minimi. Questo innovativo meccanismo è stato ideato dalle parti nel rinnovo del contratto del 2018 e prevede una verifica annuale degli scostamenti inflattivi, ma ricorrendo a un ruolo di ammortizzatore affidato all’Edr, in modo da semplificare l’impatto delle verifiche annuali e dare certezza a imprese e ai lavoratori. In occasione della scadenza del contratto le parti procedono con una verifica complessiva per garantire l’allineamento del trattamento minimo contrattuale all’inflazione reale e, come è avvenuto con questo rinnovo, ne tengono conto nell’erogazione degli aumenti.
Cinque le tranche e cioè 50 euro dal 1° luglio 2022, dati dalla somma di 18 euro e ulteriori 32 provenienti appunto dalla quota di Edr, 30 euro dal 1° gennaio 2023, 36 euro dal 1° luglio 2023, 68 euro dal 1° luglio 2024 e 20 euro dal 1° giugno 2025. Il montante complessivo nel triennio di vigenza (1° luglio 2022 - 30 giugno 2025) secondo un calcolo di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil sarà pari a 4.750 euro.
Paolo Lamberti, presidente Federchimica, dice che «questo accordo, raggiunto in una fase così critica nello scenario nazionale e internazionale, assume un significato di particolare rilevanza. In un clima di grande incertezza, forti della nostra cultura di relazioni industriali ispirata ai principi della partecipazione e della responsabilità sociale, abbiamo assicurato una prospettiva per il futuro delle imprese e dei lavoratori. In questo modo – e ancora una volta – la chimica, a monte di tutte le filiere produttive, potrà confermarsi motore economico per il sistema paese». Il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, aggiunge che «il rinnovo in tempi record è un risultato particolarmente importante in un momento così complesso per la pressione sui costi e la necessità di difendere i livelli di competitività delle imprese del farmaco. Un accordo che dimostra ancora una volta la capacità dell’industria farmaceutica di lavorare concretamente per trovare soluzioni Farminpositive per il Paese. Le buone relazioni industriali del nostro settore sono esemplari, sia a livello nazionale sia nelle aziende. La collaborazione e il dialogo continuo sono uno stimolo a migliorare le competenze e la qualità dei nostri collaboratori, che sono riconosciuti come eccellenza nel panorama europeo».
Entrando nel dettaglio per la parte economica oltre all’aumento per il quale resta confermato il modello di verifica degli scostamenti inflattivi, con il ruolo dell’Edr quale ammortizzatore, le parti hanno condiviso di valorizzare l’aliquota mensile Fonchim delle imprese nell’Elemento Puntuale Settoriale (Eps) per il successivo rinnovo.
La parte normativa si presenta estremamente articolata e vuole creare le condizioni per affrontare al meglio le transizioni digitale e green in corso su cui sono state condivise, in maniera sperimentale per questo contratto, linee guida utili ad agevolare il cambiamento nelle imprese e a gestirne gli impatti sul lavoro, sulle relazioni industriali, sulla sicurezza, la salute e l’ambiente. Inoltre sono state previste nuove sezioni dell’Osservatorio Nazionale dedicate alla Trasformazione Digitale, all’inclusione sociale e alla parità di genere. Le parti si sono inoltre impegnate per la realizzazione di un meccanismo di raccolta delle competenze specifiche, certificate, che possa favorire l’incontro tra domanda e offerta delle esigenze di settore. Verranno organizzati incontri periodici e sezioni tematiche dell’Osservatorio Farmaceutico e create le condizioni per un’adesione consapevole di tutti i lavoratori al Welfare contrattuale che rimane comunque volontaria.
Ci sarà inoltre un impegno nel favorire la conoscenza del contratto e della cultura di relazioni industriali e dello sviluppo sostenibile ed è previsto un nuovo riconoscimento per la contrattazione aziendale coerente con le scelte contrattuali. Inoltre, dato il particolare impegno del settore sui temi ambientali, la Giornata nazionale Sicurezza Salute Ambiente diventerà Giornata nazionale Salute, Sicurezza e Sviluppo Sostenibile. Infine sono state previste modifiche su regime di reperibilità, maggiorazioni, intese temporanee modificative, investimenti sulla formazione al secondo livello.
Per Marco Falcinelli, che guida la Filctem, il nuovo contratto «guarda al futuro e alla transizione digitale, regolando nel modo giusto i tempi di lavoro e di vita in un contesto generale in costante mutazione. L’accordo trovato difende il salario dall’inflazione, è vicino al mondo del lavoro e dei lavoratori, e rappresenta un modello che conferma la nostra idea di contrattazione». Nora Garofalo, numero uno della Femca, dice che il meccanismo dell’Edr «utilizzato in questo contratto per la verifica degli scostamenti inflattivi ha dimostrato di funzionare perfettamente: nei periodi di bassa inflazione ha permesso di mitigare le ricadute sui minimi contrattuali, mentre adesso consente di consolidarli. È un meccanismo di bilanciamento e di compensazione che si è rivelato estremamente utile per l’applicazione del Patto per la Fabbrica. E arriva in un momento in cui è necessario il recupero del potere di acquisto dei salari». Il segretario generale della Uiltec, Paolo Pirani,lo considera «un’intesa innovativa che farà da apripista per altri rinnovi».
Nel sottolineare il rinnovato impegno sulla salute e sicurezza, certificato anche dai dati Inail, Marco Colatarci, vicepresidente di Federchimica, afferma che «l’accordo valorizza, tra l’altro, una contrattazione di secondo livello correlata alla redditività e alla produttività e adeguata a sostenere competitività e occupazione». Marcello Cattani, delegato per le relazioni industriali di Farmindustria, è certo che imprese e lavoratori adesso avranno uno strumento per cogliere le sfide future: «Il modello collaborativo di relazioni industriali - dice - ancora una volta ha dimostrato con grande senso di responsabilità delle Parti, l’impegno a trovare un’intesa positiva con i sindacati».
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