di Patrizia Maciocchi
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Nessuna possibilità di salvarsi neppure grazie alla norma sulla particolare tenuità del fatto per lo studente “recidivo” che scrive con la vernice spray sulle pareti della facoltà. La Cassazione, conferma la condanna per imbrattamento aggravato, visto che ad essere preso di mira era un edificio pubblico con un valore culturale. In realtà le scritte sulle pareti del dipartimento erano state un ripiego, perché non era andato in porto il progetto iniziale di erigere un “muro” posticcio, ma dal forte significato simbolico, per sbarrare l’accesso ai docenti. L’acquisto del materiale utile all’improvvisata “barricata” si era rivelato però difficoltoso, da lì la scelta di comprare la bomboletta. Acquisto al quale il ricorrente, come faceva notare, non aveva però partecipato, essendosi limitato solo ad usarla.
Un “particolare” che non sposta però i termini della questione e non ammorbidisce il verdetto. Senza successo la difesa invoca almeno l’applicazione dell’articolo 131-bis del Codice penale che consente di restare impuniti quando il fatto è ritenuto particolarmente lieve. Un trattamento di favore che è però precluso nei casi in cui ci sono precedenti tali da consentire ai giudici di affermare l’abitualità delle condotte.
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