di Donata Marrazzo
Santo Versace e Anton Giulio Grande, stilista e presidente della Calabria Film Commission
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Quanto ne sappiamo del genio bambino, della sua infanzia nella casa di via dei Carrettori, tra la cattedrale e il mare dello Stretto, dei suoi tre fratelli, Santo, Donatella e Tinuccia, persa troppo presto; di sua madre Franca, che confezionava vestiti in broccato o in cady di seta per le signore più in vista di Reggio Calabria, e di suo padre Nino, che vendeva elettrodomestici e recitava a memoria i classici greci? Potevamo immaginare che avesse subìto da adolescente il fascino delle bagnarote, quelle donne di Bagnara, forti, energiche, statuarie nel portamento, con gonne drappeggiate di fiandra e ceste sulla testa?
Nonostante il successo, il jet set, le sfilate e le boutique in tutto il mondo, le mostre a Londra, a Parigi, a Milano, a Berlino, a New York, i fatturati miliardari (900mld nel 1991) e tanti premi; malgrado l’attaccamento alla famiglia, la vicinanza del compagno Antonio D’Amico, Gianni Versace era anche un uomo solo nelle sue dimore fastose con stucchi e quadri di valore alle pareti, sia a Milano, in via della Spiga, sia a Villa Fontanelle a Como, o a New York, a Miami. Muore in Florida, sui gradini della sua residenza, Casa Casuarina, sotto i colpi di pistola di uno psicopatico .
«Muore a Miami e muore in tutto il mondo», come ricorda il giornalista Tony Di Corcia nella ricostruzione della vita dello stilista «Gianni Versace. La biografia» (Lindau editore). A raccontarci di più dell’uomo e dell’artista, poi, sono due produzioni cinematografiche sostenute dalla Calabria Film Commission, di cui da sette mesi è commissario straordinario lo stilista calabrese Anton Giulio Grande. Del resto, il suo mentore è proprio Santo, fratello maggiore di Gianni, che, da commercialista, ha sempre curato quello «straordinario progetto finanziario e industriale» che era la Gianni Versace Spa.
Così ne parla nel suo recente libro «Fratelli, una famiglia italiana» (Rizzoli), un affresco che dà risalto a personaggi ed eventi fondamentali, anche delicati, della sua vita e di quella di Gianni e Donatella: il ruolo di Nora, per esempio, la cugina che fu come una seconda mamma. Ma anche i moti di Reggio Calabria. Gli affari e le questioni ereditarie. Ed è proprio Anton Giulio Grande, che quest’anno ha portato sulle passerelle calabresi dei festival del cinema star internazionali, a esultare per questa celebrazione doppia di Gianni Versace che parte proprio dalla Calabria, per entrambi gli stilisti terra d’origine (Versace reggino, Grande di Lamezia): «È giusto che sia per prima la Calabria a glorificarlo, perché è qui, davanti allo Stretto che Gianni ha ricevuto stimoli, sollecitazioni, ispirazioni: la madre, il mare, la Magna Grecia».
Un bando della Film commission regionale ha assegnato un contributo di 500mila euro alla Oberon Production che realizzerà un film, diretto dal premio Oscar Bille August. Non solo: la fotografia sarà di Vittorio Storaro e i costumi di Gabriella Pescucci. La produttrice Ida Di Benedetto, che ha acquisito i diritti del libro di Di Corcia, ha svolto un lavoro filologico sulla vita dello stilista, pretendendo una sceneggiatura impeccabile, scritta a più mani: una prima stesura di Kate Wood, poi l’apporto determinante di Angelo Pasquini e Marco Colli. «Entro la fine dell'anno si aprirà il set a Reggio Calabria e verrà definito il protagonista. Con molta probabilità si tratterà di un attore inglese», anticipa Di Benedetto.
Di Gianni Versace conosciamo bene l'abilità sartoriale, appresa replicando i gesti di sua madre, lo stile che ha contraddistinto gli anni '80, il suo eclettismo per donne iperfemminili, non più conformiste, per forza chic, eleganti, sobrie. È ben noto il suo intenso rapporto con la sorella Donatella. Anche quello con le sue modelle: Cindy Crawford, Claudia Schiffer, Linda Evangelista. In particolare con Naomi Campbell, che nella sfilata-balletto “Barocco Belcanto”, ideata con il coreografo Maurice Béjart, entra nel giardino di Boboli a Firenze tenendo in mano una pistola: spara un colpo e se ne va. Per qualcuno è stata una premonizione.
Il regista Mimmo Calopresti entra, invece, nell'intimità familiare: “I Versace”, una produzione già in fase di montaggio, è un docufilm, realizzato con risorse della Calabria film commission, che ripercorre la giovinezza di Gianni, fino ai suoi 23 anni. La Scuola cinematografica della Calabria diretta da Lele Nucera ha selezionato attori e comparse e organizzato il backstage. Sullo sfondo una Reggio ricca di bellezza e di arte, inondata dalla luce dello Stretto. Nel ruolo di Franca, la madre di Gianni, c'è Vera Dragone, attrice originaria di Sellia marina, Donatella è Clio Calopresti, la giovane figlia del regista. Santo è Antonio Oppedisano, mentre il protagonista è Leonardo Maltese, noto al pubblico delle sale cinematografiche per aver recitato nell'ultimo film di Gianni Amelio «Il signore delle formiche».
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